Al convegno sul ruolo dell’informazione nel post terremoto dal sindaco Castelli al vescovo D’Ercole, fino ai sindaci di Arquata e Acquasanta coro di elogi e lodi per il commissario straordinario per la ricostruzione. Che parla dei tanti problemi ancora da affrontare
Chissà se i terremotati saranno d’accordo e anche loro la pensano allo stesso modo riguardo Paola De Micheli. Questa è la prima ed inevitabile considerazione che ci è venuta da fare venerdì 20 aprile nel corso del convegno “Sisma, lo stato della ricostruzione e il ruolo dell’informazione” (che si è svolto a Palazzo dei Capitani) ascoltando la pioggia di elogi e di apprezzamenti ricevuti dal commissario straordinario alla ricostruzione.
Dal vescovo di Ascoli, mons. D’Ercole a tutti i sindaci intervenuti (Castelli, Petrucci e Stangoni) un coro unanime di apprezzamento e di riconoscimento per l’opera che la De Micheli sta svolgendo. Sarebbe davvero interessante sapere se anche i cittadini coinvolti la pensano allo stesso modo, se rivolgerebbero gli stessi complimenti e gli stessi apprezzamenti al commissario. Certo è innegabile che ci ha stupito soprattutto sentire il vero e proprio “endorsement” fatto nei confronti della De Micheli da parte del sindaco di Ascoli Castelli, in questi mesi sempre polemico con le istituzioni centrali (Governo e Regione) per la gestione dell’emergenza e della ricostruzione e mai troppo tenero (anzi) nei confronti del predecessore della De Micheli stessa, Vasco Errani.
“Quella della De Micheli è una funzione eroica – ha dichiarato il primo cittadino ascolano – sta dimostrando le sue virtù e tutti noi dovremmo essere riconoscenti nei suoi confronti per il gran lavoro che sta svolgendo”. Sulla stessa linea e prodigo di complimenti nei confronti del commissario straordinario il vescovo D’Ercole ma anche i sindaci di Arquata Petrucci e di Acquasanta Stnagoni.
Vecchi abusi da sanare nell’80% degli immobili da ricostruire
Dal canto suo Paola De Micheli ha ovviamente ringraziato per gli apprezzamenti ricevuti e ha tenuto a sottolineare che in questa fase “tutte le forze politiche stanno cercando di dare il loro importante contributo”. Il commissario ha poi chiesto a tutti una maggiore responsabilità (“temo che sia una parola passata di moda”) e ha rivendicato la sua presenza costante e la particolare attenzione per le Marche. “Nelle altre zone del cratere si lamentano che sono sempre qui – ha affermato – ma il cratere delle Marche è molto più grande ed è giusto dedicare e passare più tempo qui”.
Il commissario ha poi parlato delle tante difficoltà che si continuano ad incontrare, svelando poi alcuni dati per certi versi clamorosi. “Dobbiamo capire che per la ricostruzione non è che si risolve tutto semplicemente con buone norme – ha spiegato – il compito dei commissari e dei sindaci è complicatissimo. Bisogna capire innanzitutto dove ricostruire, dobbiamo affrontare il problema del dissesto idrogeologico. Ci stiamo impegnando per la costruzione di norme che ad un certo punto diventeranno un guanto perfettamente aderente alla ricostruzione, non poteva essere così all’inizio perché solo strada facendo abbiamo incontrato e ci siamo impegnati a risolvere problemi che non si potevano prevedere.
Per esempio per quanto riguarda la ricostruzione privata con la presentazione dei progetti abbiamo scoperto che l’80% degli immobili da ricostruire hanno al loro interno degli abusi precedenti da sanare. Un problema non indifferente da risolvere perché si rischia il penale. Altro tema è quello relativo al personale, all’inizio sembrava un numero enorme e sproporzionato, oggi ci rendiamo conto che non è sufficiente”.
Sempre per quanto riguarda la ricostruzione privata, la De Micheli ha sottolineato con forza che il suo impegno è quello di fare in modo, ovviamente attraverso le apposite ordinanze, che il privato cittadino non debba anticipare neppure un centesimo (“è una questione di giustizia sociale”). Infine il commissario straordinario ha parlato di quello che poi era il tema centrale del convegno, il ruolo dell’informazione in questa interminabile emergenza, rispondendo a chi (come alcuni sindaci) ipotizzava già un certo disinteresse da parte dei media.
“Il terremoto non è stato dimenticato dall’informazione – ha detto la De Micheli – semplicemente ora siamo nella fase in cui si raccontano solo le cose negative. Poi passeremo all’altro fronte, quello del “si stanno approfittando” e del “guarda cosa combinano con i soldi degli italiani”. Nei mesi passati ho molto apprezzato come si comportati i media locali, hanno affrontato il tema del dolore e dell’emergenza con grande maturità. Ora possono e devono svolgere un ruolo determinante sui temi dei diritti, devono dare anche informazioni tecniche di servizio.
Devono parlare di diritti e di doveri e, magari, ogni tanto dare anche qualche bella notizia quando c’è. Quello che invece non dovrebbe fare è contribuire ad infondere terrore e panico. A tal proposito faccio un esempio concreto. In occasione dell’ultima scossa di 4.7 qualcuno ha scritto di crolli e di problemi nelle casette. In realtà non abbiamo avuto alcun danno strutturale, le casette si sono confermate sicurissime. Abbiamo avuto solamente tre mensole cadute semplicemente perché erano state montate male. Poi, naturalmente, è arrivato il momento che anche l’informazione inizi una seria e concreta discussione prospettica”.
Sul tema del ruolo giocato e che dovrà giocare l’informazione in questo terremoto è intervenuto anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Franco Elisei, che ha sottolineato come i giornalisti in questi mesi si sono presi e si stanno prendendo la responsabilità di informare nel giusto modo.
“Ora è necessario un patto con l’informazione – ha sostenuto Elisei – un punto d’incontro tra le istituzioni, il commissario, i sindaci e l’informazione”. In tutta sincerità non crediamo che serva o che sia necessario alcun tipo di patto.
L’unica cosa che realmente serva è che i giornalisti facciano pienamente il loro mestiere che è semplicemente raccontare i fatti nel modo più aderente alla realtà. Senza forzature, sensazionalismi o, tanto meno, alimentando paure e promuovendo inutili e sterili polemiche. Ma anche senza fare sconti a chi ha il dovere di fare tutto il necessario per affrontare e, se possibile, risolvere i tanti problemi con cui ancora devono fare i conti le popolazioni colpite dal terremoto.
Ognuno, per quanto gli compete, si impegni a compiere nel modo migliore il proprio dovere. Questo è l’unico patto possibile che può davvero essere utile ai cittadini.