Secondo i dati dell’Oms nel 2017 in Europa si sono verificati 21.315 casi di morbillo, con 35 decessi, il 400% in più rispetto al 2016. E l’Italia è al secondo posto per maggior numero di casi, dietro alla Romania. La causa secondo l’Oms è il forte calo della copertura vaccinale
In un martedì davvero nefasto per la sanità, con le notizie sconcertanti sul morbillo, la buona notizia e parziale consolazione arriva da San Benedetto. Dove ieri pomeriggio (martedì 20 febbraio) era in programma un incontro organizzato dalla Lega sui vaccini e su quella che il Carroccio chiama impropriamente “libertà di scelta” che, in realtà, altro non è che l’esaltazione dell’ignoranza (intesa come mancanza di conoscenza).
Ebbene a quell’incontro, a cui oltre agli esponenti locali della Lega partecipavano anche i rappresentanti di alcune delle più attive associazioni no vax (Comilva e Condav), fortunatamente hanno partecipato “quattro gatti”, con la sala dell’Hotel Calabresi semi deserta e tantissime sedie vuote (come si vede chiaramente nella foto). Chissà se i partecipanti a quell’incontro, tra cui l’assessore alla cultura (si fa per dire…) del Comune di Ascoli e candidata della Lega nel proporzionale alla Camera Giorgia Latini (già nota per le sue posizioni no vax), avranno festeggiato di fronte ai dati del giorno che dimostrano in maniera inequivocabile i risultati ottenuti dalla folle campagna contro i vaccini, sostenuta dalle associazioni no vax e diffusa in maniera sempre più capillare grazie ai social ma anche grazie all’accondiscendenza e all’ipocrisia dei mezzi d’informazione italiani.
Che, negli ultimi mesi, hanno troppo spesso trattato un argomento così serio e delicato mettendo praticamente sullo stesso piano le informazioni scientifiche di chi da decenni studia una materia così complessa e le credenze di un numero crescente di “presuntuosi” che, dopo aver letto qualche link, credono di aver capito tutto. Risultato di quella che, in maniera corretta ed efficace il dott. Burioni ha chiamato “la congiura dei Somari”, sono i dati sconcertanti e sconfortanti forniti ieri dall’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nel 2017 in Europa si sono registrati ben 21.315 casi di morbillo, con addirittura 35 decessi. Sembra una barzelletta che nel 2017, nella civilissima e moderna Europa, si possa ancora morire di morbillo.
Invece è la tragica realtà che ha una ragione e una spiegazione semplice ma sconcertante. Lo sottolinea la stessa Oms, anche se chi segue e approfondisce un po’ l’argomento da qualche tempo lo sapeva già. Il calo complessivo del tasso di copertura vaccinale è all’origine di questa “sciagura”, inaccettabile nel ventunesimo secolo. Non a caso i tre paesi dove si è registrato il maggior numero di casi sono anche quelli in cui la copertura vaccinale è la più bassa. E tra questi proprio c’è proprio l’Italia che con 5.006 casi (e 4 morti) è seconda solo alla Romania (5.562 casi) e davanti all’Ucraina (4.767 casi).
Nulla di cui stupirsi, in realtà, tutto ampiamente previsto visto che qualche mese fa era stato reso noto il dato relativo al fatto che, tra i paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’Italia era fanalino di coda per copertura vaccinale per il morbillo con appena l’87%. Non solo, in nessuna regione italiana si arriva alla soglia del 95% che rappresenta la famosa immunità di gregge (sempre contestata dai “Somari” ma che ora i dati dell’Oms confermano essere fondamentale), con la Lombardia che sfiora quella quota con il 93%. Da segnalare, per giunta, che la nostra regione risulta tra le peggio, con appena l’83% di copertura vaccinale, meglio solo di Liguria (82%), Sicilia (81%) e Molise (73%).
Quelle percentuali, tra l’altro, sono la migliore risposta a chi prova a mascherare la propria ignoranza in materia, sostenendo che non è necessari l’obbligo ma basterebbe investire di più in informazione ed educazione (cosa sicuramente utile e importante). L’esempio del Veneto è in proposito emblematico, negli anni passati la Regione ha molto investito per informare in proposito ma i dati sono comunque deludenti, con appena l’89% di copertura vaccinale. Tornando ai dati forniti dall’Oms imbarazzante è il fatto che, rispetto al 2016, si è verificato un aumento di casi del 400% (allora si erano verificati appena 5.273 casi in tutta Europa).
“Il calo di coperture vaccinali che c’è stato fino al 2015-2016 evidentemente ha influito su quest’ultimo picco epidemico, aumentando la popolazione a rischio di ammalarsi” afferma l’epidemiologo Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità. “Venticinquemila casi e 35 vite perse per il morbillo sono una tragedia che non possiamo accettare” gli fa eco Zsuzsanna Jakab, direttore dell’Oms Europa. Che mostra preoccupazione anche per il possibile ritorno in Europa della poliomielite. Di fronte ad un simile contesto bisognerebbe riflettere. Che piaccia o no la nuova legge che impone l’obbligo, da quando (luglio 2017) è entrato in vigore il decreto Lorenzin la percentuale di copertura vaccinale sta sensibilmente e, soprattutto, fortunatamente crescendo nel nostro paese.
Non si può, però, certo dire che il rischio è ormai alle spalle innanzitutto perché la propaganda delle associazioni no vax continua ad essere insistente, non solo attraverso i social ma anche grazie ad un’informazione che sembra in qualche modo voglia aiutare questa che è stata così brillantemente definita “la congiura dei Somari”.
Clamorosa e al tempo stesso sconcertante, in tal senso, l’affermazione di qualche settimana fa in tv (ad “Otto e mezzo” su La7) del direttore del Fatto Quotidiano (che da sempre continua a dare molto spazio alle tesi “bislacche” e prive di supporti e fondamenti scientifici dei no vax) Marco Travaglio secondo cui “ai miei tempi il morbillo era considerato non la peste bubbonica come è considerato ultimamente ma quasi un tagliano che un bambino doveva fare insieme ad altre malattie”. Una stratosferica dimostrazione di supponenza e ignoranza, a maggior ragione se si pensa che, proprio nell’anno in cui è nato Travaglio (1964) si sono verificati 90 mila casi di morbillo, con la morte di 242 bambini.
Per certi versi ancora più sconcertante, nelle settimane scorse, è stata la campagna che alcuni organi di informazione hanno montato contro il dott. Burioni che, giustamente, aveva rifiutato un confronto sull’argomento vaccini con l’ex Iena e candidato alle prossime elezioni con il Movimento 5 Stelle Dino Giarrusso. Siamo davvero alla follia se non si comprende che non può esserci alcun confronto tra i due, che sarebbe a dir poco ridicolo e umiliante per chi vanta un simile credito nel mondo scientifico internazionale e dirige un laboratorio di ricerca immunologica confrontarsi con un perfetto ignorante in materia, con chi non ha alcuna competenza in materia e neppure comprende il significato di termini come metodo scientifico e nozioni scientifiche.
“Se parliamo di vaccini – scrive Burioni in risposta alla provocazione di Giarrusso – ci sono due possibilità: o lei si prende la laurea, specializzazione e dottorato e ci confrontiamo oppure, sicuramente più comodo per lei, io spiego, le ascolta e alla fine mi ringrazia. Uno non vale uno”. Altro che critiche, bisognerebbe applaudire e promuovere questo tipo di approccio, non è ammissibile che a parlare di medicina, di farmaci, di nozioni scientifiche sia chi non ha alcuna competenza, alcuna preparazione, è pura e semplice follia pensare che in questo campo l’opinione basata sul nulla di un incompetente merita rispetto tanto quella di chi da decenni studia e si occupa di queste materie.
Anche perché poi il risultato che ne scaturisce è quello che hanno evidenziato i dati dell’Oms. In tal senso segnali poco incoraggianti arrivano dalla campagna elettorale, dal fatto che per guadagnare qualche voto in più ci sia chi non si faccia scrupolo di strizzare l’occhio e in qualche dare credito alla “congiura dei Somari”, candidando personaggi a dir poco equivoci e promuovendo iniziative come quella che si è svolta a San Benedetto martedì pomeriggio (che fortunatamente si è rivelata un vero e proprio flop) dal titolo “Vaccini: diritto di conoscere, libertà di scegliere”. Ma c’è davvero qualcuno che sia realmente convinto che sia legittimo chiedere di essere liberi di danneggiare gli altri?
“Libertà – afferma il dott. Burioni – non è poter guidare ubriachi mettendo in pericolo se stessi e gli altri perché qualcuno ha scritto su internet che dopo aver bevuto si è più rilassati.. Libertà non è neppure, credendo a superstizioni senza senso, avere la possibilità di non vaccinare i propri figli mettendo in pericolo non solo loro ma anche i più deboli e più sfortunati che dallo Stato possono e devono essere difesi”.