Secondo Travaglio “ai miei tempi il morbillo era considerato quasi un tagliando che un bambino doveva fare”. Eppure l’anno in cui è nato (1964) in Italia sono morti 242 bambini per il morbillo. E ancora oggi nel mondo si verificano circa 90 mila decessi all’anno
“L’ignoranza non sarebbe ignoranza se non si reputasse più che la scienza” diceva il poeta italiano dell’ottocento Arturo Graf. “Quanto più uno è ignorante tanto più è
audace e pronto a scrivere” sosteneva il filosofo olandese del XVII secolo Baruch Spinoza. Nessuno dei due, ovviamente, lo conosceva.
Ma sembra davvero che entrambi nel delineare alcune delle caratteristiche tipiche dell’ignoranza si siano ispirati ad un giornalista dei nostri tempi che proprio in questi giorni ha dato la più emblematica dimostrazione di come l’arroganza tipica di chi è convinto di essere sempre dalla parte della ragione, unita alla saccenza (anche se secondo l’Accademia della Crusca sarebbe più corretto usare il termine saccenteria..) di chi su qualsiasi argomento si crede depositario del “verbo” finiscano per sfociare nella peggiore manifestazione di ignoranza. Stiamo parlando del direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio che, ormai completamente e totalmente immerso nella sua personalissima campagna elettorale (da giornalista dovrebbe raccontarla più che farla in prima persona ma ormai da tempo Travaglio non è più solamente un giornalista…), sembra aver completamente perso il senso della ragione.
Così la settimana scorsa, preso dalla smania di demolire ad ogni costo il ministro della salute Lorenzin (un po’ come sparare sulla Croce Rossa…), nel corso di “Otto e mezzo” l’ha sparata davvero grossa, con un’affermazione che, anche se siamo appena a gennaio, si candida autorevolmente ad aggiudicarsi la palma della “castroneria dell’anno”. Argomento i vaccini, una questione che evidentemente manda in tilt il direttore del “Fatto Quotidiano” che continua a ribadirsi favorevole ma nel suo quotidiano ospita con sempre maggiore frequenza le tesi farneticanti di pseudo esperti che ancora propinano la “bufala” dei vaccini che provocherebbero l’autismo.
“Ai miei tempi – ha detto Travaglio – il morbillo era considerato non la peste bubbonica come è considerata ultimamente ma quasi un tagliando che un bambino doveva fare assieme ad altre malattie”. Un’affermazione davvero imbarazzante e sconcertante, ancor più perché arriva da un giornalista che, al di là delle legittime opinioni personali, dovrebbe quanto meno avere la decenza di conoscere la materia di cui sta parlando. Perché è del tutto evidente, a meno di non voler pensare male, che Travaglio l’ha sparata così grossa perché completamente disinformato e del tutto ignaro di dati e fatti che non sono e non possono essere opinabili. Solo un folle, infatti, potrebbe, definire un semplice “tagliando” qualcosa che ha provocato la morte, in un solo anno, di 242 bambini o, peggio ancora, addirittura di 90 mila.
Per carità, capita a tutti di dire prendere un abbaglio, di fare affermazioni avventate e fuori luogo, magari perché troppo presi e coinvolti in una discussione in tv (che naturalmente è cosa completamente diversa dallo scrivere un pezzo su un giornale…). Capita, anche ai migliori e ai più avveduti, non è certo un dramma, soprattutto se poi si ha la forza e la capacità di ammettere l’errore, di spiegare che in realtà di voleva dire altro, ribadendo le proprie opinioni in proposito (che, ovviamente, sono sempre lecite, anche se non condivisibili). In altre parole Travaglio poteva serenamente ammettere che quel riferimento al morbillo come un semplice “tagliando” era completamente fuori luogo, alla luce di dati incontrovertibili sui bambini morti per morbillo (242 in Italia, l’anno in cui è nato Travaglio, quasi 90 mila nel 2016 nel mondo), poteva ammettere di aver sbagliato, avendo naturalmente tutto il diritto di essere contrario al decreto Lorenzin e all’obbligatorietà dei vaccini.
Invece il direttore del “Fatto Quotidiano” ha reagito stizzito nei confronti di chi ha “osato” sottolineare la clamorosa “castroneria”, con un articolo di fondo acidissimo e molto aggressivo nei loro confronti. Tra questi c’era anche Simone Tezzon, il 44enne lombardo (non vaccinato) colpito nei mesi scorsi dal morbillo e la cui tragica storia ha colpito e commosso il web. “Quando io e Marco Travaglio eravamo bambini il morbillo era considerato una cosa normale – ha scritto – però anche girare in auto senza cinture oppure andare in Vespa senza casco era una cosa normale. E infatti ogni anno – lo dicono i dati ISTAT – morivano centinaia di bambini di morbillo, ai quali il vaccino salva la vita. Vacciniamo tutti ed evitiamo i tagliandi”.
Ancora più eloquente la replica del prof. Roberto Burioni contro cui Travaglio ha in atto una vera e propria guerra per la sua candidatura, alle prossime elezioni, con il Pd. Peccato, però, che da mesi Burioni ha annunciato che non si candiderà, cosa confermata anche nei giorni scorsi.
“Marco Travaglio qualche giorno fa ha detto in una intervista che il morbillo era considerato un tagliando – scrive in un post l’accademico del San Raffaele – Marco Travaglio è nato nel 1964. Nel 1964 242 bambini sotto i cinque anni sono stati uccisi dal morbillo.Sono 242 se io divento Senatore, rimangono 242 se io mi candido con il PD, non cambia il numero se lascio l’università e mi metto a fare il pittore, sono 242 anche se io alle elezioni non vado a votare. E’ un numero, un numero agghiacciante e non un’opinione. Ora io chiedo a voi (e pure a Travaglio) di immaginarvi duecentoquarantadue piccole bare bianche, duecentoquarantadue banchi d’asilo vuoti per sempre, duecentoquarantadue funerali e oltre quattrocento genitori nel dolore per la perdita di un bambino.
Poi, dopo avere fatto questo esercizio mentale, provate a definire la causa di tutto questo “un tagliando”. Dell’obbligo vaccinale possiamo – e dobbiamo – discutere. Però chi, per attaccare un avversario politico, definisce “un tagliando” una malattia che nel suo anno di nascita ha ammazzato 242 bambini, invece di schiumare di bile nel suo editoriale odierno contro Matteo Renzi e il sottoscritto potrebbe semplicemente ammettere di essersi sbagliato, di avere parlato a vanvera di un argomento che non conosce e andare avanti, non fosse altro per la fortuna che ha avuto a non essere tra quei 242”.
Non solo, secondo il monitoraggio effettuato dall’Organizzazione mondiale della sanità, il morbillo resta tutt’ora una delle principali cause di morte tra i bambini piccoli. Nel 2016 nel mondo ci sono stati 89.780 decessi per il morbillo, un dato sconvolgente anche se in deciso calo rispetto all’anno precedente. Non solo, tra il 2000 e il 2016 si è verificato un calo dell’84% dei decessi per morbillo grazie all’incremento della vaccinazione (nel 2000 erano appena il 70% i bambini vaccinati nel mondo, ora sono oltre l’85%) che, sempre secondo l’Oms 16 anni ha prevenuto circa 20 milioni di morti.
Un giornalista serio e scrupoloso prima di parlare di un argomento dovrebbe avere la decenza di informarsi a fondo. Siamo certi che in questo caso Travaglio non l’ha fatto e, a causa della sua ignoranza (nel senso di mancanza di conoscenza della materia in discussione) si è esposto ad una simile figuraccia. Perché non possiamo certo credere che, conoscendo quelle cifre, davvero il diretto del “Fatto Quotidiano” avrebbe mai potuto catalogare le morti di quei bambini semplicemente come un “tagliando” non riuscito…