Mentre la Fin ha reso noti i gironi del campionato di serie C, con l’ufficializzazione della rinuncia della squadra ascolana per la mancanza di un impianto dove poter giocare, le affermazioni del nuovo gestore della piscina inchiodano l’amministrazione comunale
E’ stato un Natale davvero molto triste per lo sport ascolano che, ben lontano dai fasti virtuali rappresentati nel corso del tradizionale Galà dello Sport andato in scena al Ventidio Basso, attraversa un periodo davvero grigio. Ancora più triste è stato il Natale dei ragazzi della squadra di pallanuoto dell’Albatros Ascoli che hanno avuto la conferma della perdita della serie C.
In realtà nulla che, purtroppo, già non si sapesse, ma il 22 dicembre scorso è arrivata l’ufficializzazione da parte della Fin (Federazione italiana nuoto) che ha reso noti i gironi del campionato di serie C. E nel girone 4 (Marche – Abruzzo) tra le 10 squadre inserite non c’è l’Albatros Ascoli ma la formazione abruzzese dell’Aquila che prende il posto della formazione ascolana. Che ha dovuto rinunciare al campionato di serie C per la mancanza di un campo dove giocare le proprie partite casalinghe. Già lo scorso anno la formazione ascolana era stata costretta a disputare la prima storica (per la pallanuoto ascolana) stagione di serie C emigrando da un campo all’altro per disputare le partite casalinghe (e con tutti i problemi conseguenti anche per quanto riguarda gli allenamenti).
Un’altra stagione così sarebbe stata oggettivamente impossibile da sostenere, così la società ascolana ha dovuto rinunciare, tra la rabbia e lo sconforto di quegli atleti che avrebbero meritato un finale differente. A rendere ancora più amara una delusione difficile da digerire il fatto che il posto della formazione ascolana è stato preso dalla formazione aquilana che, 15 giorni fa, è stata nettamente superata dall’Albatros nel torneo a L’Aquila. “Grazie a tutti i nostri politici e ai rappresentanti dello sport ascolano” è l’amaro commento di alcuni appassionati che testimonia la profonda amarezza di fronte a quello che è un grave e inaccettabile fallimento dello sport cittadino.
Il guaio è che non è certo il primo fallimento simile, qualcosa di analogo si era già verificato qualche anno fa con il baseball, con la formazione ascolana costretta a giocare le proprie partite casalinghe a Montegranaro, Chieti, Porto Sant’Elpidio per la mancanza in città di una struttura adeguata. Alla fine la squadra ascolana di baseball (che aveva anche una promettente formazione giovanile) era stata costretta ad alzare bandiera bianca. Questa volta l’Albatros fortunatamente non ha alcuna intenzione di lasciar perdere e prosegue la sua attività ma, se possibile, la situazione è ancora più sconfortante e sconcertante.
Perché almeno per quanto riguarda il baseball c’era la parziale giustificazione dell’assenza di una struttura adeguata, anche se poi l’amministrazione comunale non aveva mosso un dito per cercare di trovare una soluzione che consentisse al baseball e softball ascolano di non morire. In questo caso, invece, la struttura c’è , la piscina comunale. Che, però, di fatto da quando è stata riaperta è diventata off limits per la società ascolana di nuovo Albatros, pallanuoto compresa. Proprio sotto Natale la polemica tra i vecchi e i nuovi gestori è riesplosa tra carte bollate e ricorsi in tribunale. Non vogliamo entrare in questa disputa, non in questa fase.
Però non possiamo nascondere che ci ha particolarmente colpito e dovrebbe far profondare riflettere quanto dichiarato proprio dagli attuali gestori, la Sport Smile di Grottammare, a proposito della pallanuoto. “Il capitolato del bando di gara – affermano – non prevedeva di attrezzare la piscina per la pallanuoto”. Un fatto gravissimo che evidenzia in maniera inequivocabile le pesanti responsabilità dell’amministrazione comunale, in particolare del sindaco Castelli e dell’assessore allo sport Brugni.
E’, infatti, inconcepibile che con una disciplina (pallanuoto) in crescita, con una squadra cittadina che si appresta a disputare per la prima volta il campionato di serie C, l’amministrazione comunale nel bando comunale per la ristrutturazione della piscina non abbia pensato di fare in modo che la struttura fosse attrezzata per la pallanuoto. Se è vero quanto affermato dagli attuali gestori dell’impianto comunale, non ci sono alternative: o i nostri amministratori, coloro che hanno pensato e predisposto il bando, sono dei totali incapaci e inadeguati a rivestire quei ruoli oppure c’è stata da parte loro la volontà precisa di penalizzare quegli atleti, quella società. In un caso o nell’altro siamo di fronte ad una vicenda davvero imbarazzante per l’amministrazione comunale.
Per questo sarebbe quanto mai opportuno che il sindaco o l’assessore Brugni chiariscano immediatamente questo controverso punto. Sarebbe anche opportuno che sulla vicenda si esprimesse il Coni provinciale. Certo, da chi ha avuto il coraggio di vantarsi (in occasione della riapertura della piscina) per il fatto che da 15 anni non metteva piede nella struttura comunale, c’è poco da aspettarsi. Così, tra l’incomprensibile comportamento del Comune e l’imbarazzante silenzio del Coni provinciale, lo sport cittadino subisce l’ennesimo clamoroso affronto. Peggio di così…