Spenti i riflettori dell’evento andato in scena al Ventidio Basso, lo sport cittadino torna a fare i conti con una realtà fatta di società e discipline sportive che scompaiono, con squadre costrette a vagabondare per allenarsi e giocare e dalla disastrosa situazione degli impianti
Spenti i riflettori, terminata la bella (pur se lunghissima) serata a teatro, lo sport cittadino torna a fare i conti con una realtà purtroppo ben differente (e piena di problemi irrisolti da anni) da quella immaginata nel corso del “Galà dello Sport”.
Una realtà per certi versi drammatica che negli ultimi anni ha raccontato e racconta di storiche discipline sportive miseramente scomparse dal panorama cittadino per assenza di strutture (baseball e softball),di società costrette a vagabondare nel territorio provinciale e regionale alla ricerca di strutture dove allenarsi e disputare le proprie gare, impianti sportivi chiusi o inutilizzabili, di impianti in condizioni disastrose, di società sportive costrette ad operare in condizioni proibitive. Probabilmente il sindaco Castelli e l’assessore Brugni sono convinti che è sufficiente mettere su ogni anno uno spettacolo scintillante, con tanti ospiti sportivi noti che nulla hanno a che fare con lo sport cittadino ma che sicuramente fanno audience, per dimostrare quell’interesse di cui, invece, lo sport e le associazioni sportive ascolane avrebbero bisogno per 365 giorni all’anno (e con fatti e atti concreti). Naturalmente nessuno sta dicendo che non sono importanti simili iniziative.
Magari sarebbe più pertinente fare come avviene a San Benedetto, dove non si assiste ad alcuna sfilata di nomi di spicco ma al centro dell’attenzione, sotto ogni punto di vista, ci sono davvero gli atleti e le società sportive cittadine. Però ben vengano manifestazioni come quella dell’altra sera al Ventidio Basso, a patto però che spenti i riflettori non ci si dimentichi dei tanti problemi dello sport nel capoluogo piceno. Che, pure, nel 2014 era stato nominato “città europea dello sport”, un riconoscimento che, a detta del sindaco Castelli, avrebbe non solo dato lustro alla nostra città ma, soprattutto, avrebbe fatto arrivare ingenti fondi ed investimenti per le strutture sportive cittadine. Tre anni dopo di quei fondi non si è vista alcuna traccia e, a meno di che non si debba ipotizzare il peggio, verrebbe da pensare che, tanto per cambiare, il sindaco allora l’aveva sparata “grossa.
Sempre in quell’occasione il primo cittadino, nel magnificare l’entusiasmante situazione dello sport cittadino, parlava di un albo comunale affollatissimo, con ben 150 associazioni sportive cittadine presenti. Due anni dopo (luglio 2016, determina n. 1098) solo 83 associazioni hanno chiesto l’iscrizione e appena 78 sono state regolarmente iscritte in un albo che, in 24 mesi, in pratica si è dimezzato. Segno evidente che qualche problemino esiste… La più grave emergenza è sicuramente quella che riguarda gli impianti sportivi, un problema che non risparmia nessuna disciplina, a partire proprio dal calcio e dallo stesso Ascoli Picchio. Che da tre anni è in attesa della nuova tribuna est, una sorta di moderna “tela di Penelope” che non arriva mai a conclusione.
Ora la nuova puntata dell’interminabile telenovela ci racconta che è stato firmato in questi giorni il contratto con la ditta che da gennaio avvierà i lavori per la realizzazione degli spazi comuni a servizio della tribuna stessa. Se tutto va bene, la nuova struttura sarà a disposizione per il prossimo campionato, cosa per permettere alla tribuna est di entrare a pieno titolo nella storia con il record di durata, praticamente impossibile da battere, per un intervento simile. Situazione addirittura peggiore per la seconda squadra di calcio cittadina, il Monticelli, visto che ad Ascoli non esiste un altro campo di calcio degno di tal nome ed è quindi costretto a giocare le sue partite casalinghe a Castel di Lama.
A proposito di Monticelli, in questi giorni si è tornati a parlare di un progetto per sistemare quello che oggi è un campo di calcio che non può essere utilizzato a certi livelli (con una pista di ciclismo ormai inutilizzabile) in un nuovo e moderno campo. Benissimo, ma non siamo certo di fronte ad una novità, visto che un progetto simile era stato addirittura messo “nero su bianco” nella delibera 108 del 6 giugno 2016 nella quale, nell’allegato documento istruttorio, si parlava di realizzare un nuovo campo di calcio ““omologato per tutte le categorie previste dalla FIGC (federazione italiana gioco calcio)”, con la conseguenza che “la città si doterebbe quindi di un altro impianto per manifestazioni di pubblico spettacolo da utilizzare come alternativa allo Stadio Comunale “C. e L. Del Duca”.
Un anno e mezzo dopo siamo ancora alle promesse, alle chiacchiere è c’è da chiedersi per quale ragione bisognerebbe credere che ora sarà diverso, visto tra l’altro che ancora non c’è neppure un atto comunale in cui si delineano il progetto e le eventuali fasi dell’intervento (che tanto poi non verrebbero rispettate). Della situazione di pallanuoto, baseball e softball abbiamo già parlato, c’è da aggiungere la vera e propria vergogna del pattinodromo comunale, che negli anni passati ha ospitato anche i mondiali, che da anni versa in condizioni di inaccettabile degrado. Nei giorni scorsi il sindaco Castelli ha annunciato che è stato approvato il progetto per ristruttura l’impianto, ma anche in questo caso non è la prima volta che ascoltiamo annunci simili che, poi, non sono mai stati seguiti da fatti concreti.
La situazione non è certo migliore per gli altri impianti, le tre strutture che ospitano il volley (Palasquarcia, Palaforlini e palestra di Monticelli) da anni avrebbero bisogno di una serie importante di interventi di manutenzione e miglioramento, stesso discorso per il Palabasket, per non parlare del Campo Scuola che da anni è oggetto, nelle promesse dell’amministrazione comunale, di interventi di miglioramento che poi restano sembra mere intenzioni. C’è, poi, la palestra di atletica pesante il cui intervento di ristrutturazione è stato programmato nel 2015 ed era stato inserito nuovamente nell’elenco annuale delle opere pubbliche da realizzare nel 2017.
Ben che vada se ne parlerà il prossimo anno, visto che con la determina n. 1656 del 16 ottobre scorso è stato approvato l’impegno di spesa e il contestuale incarico esterno per l’affidamento della redazione di una relazione geologica ed indagini geotecniche e geofisiche propedeutica all’intervento di ristrutturazione. Come se non bastasse ci sono tutte le perplessità e tutti i dubbi che genera la difficile e confusionaria situazione dell’affidamento in gestione degli impianti stessi. Dopo il bando per il circolo tennis Morelli (che tante polemiche aveva scatenato, nell’estate 2016 furono indetti altri bandi per l’affidamento di altre strutture (come il Palaforlini e, soprattutto, la piscina comunale). Allora l’amministrazione comunale e l’assessore Brugni avevano annunciato che stesso destino sarebbe toccato anche a tutti gli altri impianti sportivi cittadini. Poi è arrivato il terremoto e tutto si è bloccato ma oggi, ad oltre un anno di distanza, degli annunciati bandi non se ne parla più.
Anzi il 31 agosto scorso, con determina n. 1301, l’amministrazione comunale ha deciso addirittura di prorogare fino al prossimo 30 giugno l’attuale gestione di una serie di impianti (Palasquarcia, Palabasket, Palestra di atletica pesante, Campo di calcio di Monterocco, Campo polivalente di via Pergolesi, velodromo di Monticelli, campo di rugby, campo polivalente di via Luzi). Una decisione che ha provocato non poche perplessità, con diverse società cittadine che sospettano che l’amministrazione comunale, in merito alla gestione degli impianti, stia facendo “figli e figliastri”.
Il sospetto, invece, è che l’amministrazione stessa e l’assessore Brugni vogliano riflettere ancora prima di effettuare un simile passo, anche alla luce della situazione attuale di alcune di quelle strutture affidate attraverso bandi. Parliamo, in particolare, del circolo tennis Morelli e della piscina comunale che, almeno al momento, non hanno certo tratto giovamento dal nuovo sistema di gestione. Soprattutto non ne hanno tratto giovamento i cittadini ascolani che sono comunque i fruitori di quegli impianti.“Stiamo portando avanti una rivoluzione virtuosa che permetta a tutti di praticare sport nella maniera migliore” dichiarava nell’estate 2016, in proposito, l’assessore allo sport Brugni. Un anno e mezzo dopo la situazione è decisamente differente e quella rivoluzione si è rivelata tutt’altro che virtuosa. E le difficoltà enormi in cui si dibatte lo sport cittadino sono sotto gli occhi di tutti.
Servirebbero meno proclami e più fatti concreti, soprattutto servirebbe un’amministrazione comunale che si interessi dello sport della propria città tutti i giorni e non solo in occasione di manifestazioni ed eventi come il Galà, sicuramente suggestive, ma che finiscono per deformare una realtà che è completamente differente da quella scintillante mostrata sul palco del Ventidio Basso