Piscina “off limits” per l’unica società ascolana, niente serie C per la pallanuoto
L’Albatros Nuoto replica alle incaute dichiarazioni del sindaco Castelli e stigmatizza il comportamento del nuovo gestore “che, senza motivazioni, impedisce l’accesso alla piscina comunale agli atleti ascolani e alle società di nuoto ascolane”
Immaginate che, dopo un bando fatto dal Comune, la gestione del Del Duca finisse in mano del Grottammare calcio e che l’Ascoli Picchio non potesse neppure utilizzare lo stadio comunale per giocare i propri incontri di campionato, costretto quindi a fare il pendolare tra altri stadi della zona.
Quanto veementi e furibonde sarebbero le polemiche che una simile incredibile situazione scatenerebbe? Impossibile che ciò possa avvenire, direte. In effetti nel sacro mondo del calcio siamo certi che una simile situazione paradossale non potrebbe mai verificarsi. Però qualcosa di molto simile sta in realtà accadendo con la piscina comunale che, dopo il discusso e discutibile bando di primavera 2016, è gestito dalla Sport Smile di Grottammare (l’unica che ha presentato un’offerta), la cui società agonistica di riferimento è la Delphinia di Grottammare.
Sin qui nulla di particolarmente strano, il problema nasce invece dal fatto che dalla sua riapertura la piscina è diventata “off limits” per gli atleti e le squadre dell’unica società di nuoto cittadina, l’Albatros Nuoto, che rappresenta la città di Ascoli nel campo del nuoto agonistico (come si evince chiaramente dalla dallo stesso sito della Federazione italiana nuoto). Una situazione paradossale, inaccettabile e incomprensibile che affonda le sue ragioni e le sue radici sui difficili e controversi rapporti tra la vecchia e l’attuale gestione ma che, di fatto, è determinata anche dal comportamento a dir poco discutibile del Comune di Ascoli e del Coni provinciale.
Quest’ultimo dovrebbe occuparsi e preoccuparsi dei propri atleti e delle proprie società ma, dopo aver sentito il presidente De Vincentis (che pure è un vecchio uomo di sport) dichiarare (in occasione della riapertura dell’impianto) che “erano 15 anni che non mettevo piedi in piscina”, abbiamo capito che non c’erano speranze. Quanto all’amministrazione comunale, in particolare l’assessore allo sport Brugni, dovrebbe comunque interessarsi delle sorti dell’unica società di nuoto della città e dei suoi tanti atleti, avrebbe potuto e dovuto fissare dei paletti ben precisi, invece di preoccuparsi esclusivamente dell’aspetto economico della vicenda.
Come non bastasse, poi, ci ha pensato il sindaco Castelli con le sue incaute dichiarazioni (è un periodo che va così, come apre bocca non riesce ad evitare gaffes clamorose…) in occasione della presentazione della “Coppa Caduti di Brema” che è andata in scena domenica scorsa alla piscina comunale. “Per anni la piscina di Ascoli non ha più ospitato gare agonistiche – ha affermato Castelli – il fatto che domenica si torni a disputare competizioni conferma che l’impianto, dopo un primo rodaggio della nuova gestione, ha tutte le carte in regole per tornare ad essere baricentro nel territorio regionale”. Immediata, comprensibile e inevitabile la replica dell’Albatros Nuoto.
“La piscina di Ascoli Piceno – si legge in una nota – attraverso la società Gente di Nuoto ha sempre ospitato gare ed eventi sportivi di rilievo. Oltre a manifestazioni regionali ordinarie ha ospitato campionati finali regionali di nuoto per disabili, 2 campionati italiani per disabili con attestazioni di plauso da parte del comitato paraolimpico, attribuendo alla comunità ascolana capacita inclusive e di particolare sensibilità. Inoltre ha ospitato i collegiali della nazionale di nuoto syncro – prima di ogni olimpiade – e ha ospitato campioni olimpionici dopo le olimpiadi. È stata partner di scienze motorie dell’Università di Urbino. Purtroppo quando l’Asur di Ascoli Piceno ha scoperto che il Comune di Ascoli non aveva le autorizzazioni sanitarie e dei Vigili del Fuoco necessarie allo svolgimento di tali attività, l’ospitalità dell’impianto si è ridotta a autorizzazioni temporanee che non consentivano lo svolgimento di eventi di tale portata.
Urticante la dichiarazione del nuovo gestore che, senza valide motivazioni, impedisce l’accesso alla piscina pubblica comunale agli atleti ascolani e alle società di nuoto ascolane, condizionando i rapporti a contenziosi legali che si stanno discutendo presso i tribunali. Nonostante ciò si permette di dichiarare che la Delphinia di Grottammare è l’unica società che rappresenterà Ascoli quando la stessa FIN, Federazione Italiana Nuoto attesta che ad Ascoli Piceno 2 sono le società di nuoto del territorio: Albatros e Water Life. Una similitudine: come se al Del Duca vi fosse il Grottammare Calcio a difendere i colori cittadini e l’Ascoli Calcio rimanesse sempre fuori perché non gli consentono di accedere al campo.
Mentre i nuovi gestori danno informazioni non complete Ascoli perde la serie C di pallanuoto, campionato al quale la società ascolana Albatros ha dovuto rinunciare perché il nuovo gestore ha negato il campo d’allenamento e di gara agli atleti ascolani”. Lo scorso anno la formazione di pallanuoto dell’Albatros ha disputato il campionato di serie C con enormi sacrifici, senza avere un impianto dove potersi allenare e costretta a giocare tutte le partite casalinghe lontano da Ascoli, in altre strutture.
Quest’anno il perdurare di questa situazione ha costretto la società stessa, che pure continua a mietere successi (domenica scorsa la prima squadra e quella giovanile si sono aggiudicate il trofeo “Città di L’Aquila”), a rinunciare alla serie C. Il tutto nell’indifferenza del sindaco e dell’assessore allo sport che, evidentemente, sono convinti che basti organizzare un evento come quello di ieri sera al Ventidio Basso, dove lo sport cittadino in realtà era regalato a ruolo di comprimario, per far credere che interessi davvero la situazione dello sport cittadino (sempre più problematica).
Per giunta, visto che in concreto non sono capaci e non vogliono fare nulla per aiutare e tutelare questi giovani atleti ascolani, quanto meno avrebbero potuto fare un bel gesto dimostrativo, coinvolgendo in maniera concreta le formazioni di pallanuoto dell’Albatros nel “Galà dello Sport”. Invece nulla, colpevole e incomprensibile silenzio su una realtà che pure rappresenta, e in maniera più che degna, la città. Purtroppo un film già visto, qualcosa di simile (anche se in quel caso non c’era di mezzo un problema di gestione degli impianti) è già accaduto con il baseball, uno sport che ad Ascoli vantava un’importante tradizione storica.
Che, alcuni anni fa, una società composta da ex giocatori e giocatrici di baseball e softball ha cercato di far rivivere, con una squadra che disputava il campionato di serie C e una formazione giovanile. Una volontà che, però, si è dovuta scontrare con la mancanza di strutture adeguate e con l’incredibile menefreghismo dell’amministrazione comunale. Che, dopo due anni nei quali quella società è andata avanti tra enormi sacrifici e disagi di ogni tipo (anche loro costretti a giocare le proprie partite casalinghe… in trasferta), ha assistito senza batter ciglio, senza fare nulla, quasi compiaciuta, alla fine del sogno di ripotare in auge il baseball.
L’Albatros Nuoto ha una storia e radici molto più solide e, nonostante l’ostracismo dell’amministrazione comunale, continua ad andare avanti. Ma ciò non rende certo meno sconcertante e inaccettabile questa incredibile vicenda…