Con l’approvazione definitiva al Senato finalmente anche l’Italia ha una legge che regola il fine vita. Dopo le unioni civili, il divorzio breve e il “dopo di noi” un’altra importante conquista merito del miglior Parlamento della storia italiana in tema di diritti civili
Ce lo aspettavamo da diversi politici di una certa area ma sinceramente non dal sindaco di Ascoli Castelli. Al quale, al di là della valutazione sul suo operato politico, riconosciamo un’apertura mentale e una sensibilità ben differente. Per questo non ci saremmo mai neppure immaginati di doverlo mettere sullo stesso piano piano dei vari Adinolfi, Giovanardi, Gasparri.
I cui durissimi e stucchevoli commenti sul testamento biologico, intrisi di demagogia e improbabili luoghi comuni, non ci hanno per nulla stupito. Ci ha invece molto sorpreso la reazione del primo cittadino ascolano che, con un breve post su facebook, ha detto la sua sulla norma approvata in via definitiva giovedì 14 dicembre dal Senato. Ed ancor più ci ha stupito che nel farlo Castelli abbia detto delle evidenti e clamorose inesattezze, dimenticando (come un Adinolfi qualsiasi…) per giunta quello che ha più volte sancito la Corte Costituzionale, cioè che l’Italia è una Repubblica laica. Il che vuol dire, in altre parole, che lo Stato non deve farsi tutore di una confessione religiosa né tanto meno praticare le sue scelte in funzione di quella.
“La cosiddetta legge sul biotestamento approvata oggi in Senato introduce la “morte di Stato” nel nostro paese” afferma il sindaco che, probabilmente, non ha neppure letto i 5 articoli che compongono la legge, altrimenti non direbbe mai una simile amenità. “Su questi temi a guidare il Legislatore dovrebbe essere la sacralità della salvaguardia della vita, principio cardine della nostra società occidentale” aggiunge Castelli. Che, però, dimentica o finge di dimenticare che in realtà tutti gli stati della “nostra società occidentale” da diverso tempo hanno approvato e applicano norme sul fine vita molto più permissive di quella liquidata giovedì dal Senato.
Il sindaco dovrebbe sapere (e in caso contrario farebbe bene ad informarsi prima di esprimersi) che un conto è l’eutanasia (attiva o passiva), un contro è il suicidio assistito e un contro è il testamento biologico. In alcuni dei paesi della “nostra società occidentale” sono consentite, in alcuni casi specifici, l’eutanasia e addirittura anche il suicidio assistito. Nulla di tutto ciò avviene e avverrà in Italia dove quella approvata in via definitiva ieri dal Senato è la legge sul testamento biologico (cioè i trattamenti che si vogliono o non si vogliono fare in caso di impossibilità di esprimere le proprie opinioni).
La norma, composta da appena 5 articoli, prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Viene “promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato” e “nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari”. Per quanto riguarda i minori “il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore”.
La norma prevede che ogni “persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’ eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”.
Le Dat, sempre revocabili, sono vincolanti per il medico che “è esente da responsabilità civile o penale”. Devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione. In caso di emergenza o di urgenza “la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni”.
Nella relazione tra medico e paziente “rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità”.
Al di là di quello che pensano Castelli, Adinolfi e Giovanardi, è indiscutibile che quella appena trascorsa può legittimamente essere considerata una giornata storica per il nostro paese e quella scritta dal Parlamento è indiscutibilmente una delle migliori pagine di questi ultimi anni. E’ davvero singolare e sembra quasi incredibile, eppure quello che da molti è considerato abusivo e illegittimo, quello che per tanti è tra i peggiori della storia al tirare delle somme si è indiscutibilmente rivelato il Parlamento che ha fatto più di ogni altro in termini di diritti civili, un settore nel quale il nostro paese era irrimediabilmente indietro (e non di poco) rispetto ai paesi civili.
Una distanza che grazie a questo Parlamento è stata di molto ridotta grazie all’approvazione di norme fondamentali come, appunto, il testamento biologico ma anche come le unioni civili, la legge dopo di noi, il divorzio breve. Quale che sia il giudizio che ognuno legittimamente ha sugli attuali parlamentari, non si può negare questo dato di fatto che deve far riflettere e merita comunque di essere sottolineato. Le leggi che abbiamo citato rendono sicuramente migliore e più civile il nostro paese, lo aiutano ad allinearsi agli altri paesi occidentali dove certi diritti civili sono da tempo regolati.
In Italia, per varie ragioni, ciò non è mai accaduto, neppure i governi di centrosinistra (nei quali, comunque, forte era la componente cattolica che manifestava una decisa avversione per determinati temi), che pure avevano sempre inserito quei diritti civili nel proprio programma elettorale, ci erano riusciti. E’ riuscito a farlo questo “derelitto” e bistrattato (spesso a ragione) Parlamento ed è giusto per questo attribuirgli il giusto merito. Così come è doveroso sottolineare che se ciò è stato possibile i meriti sono di gran parte del Parlamento stesso, praticamente di quasi tutti i gruppi e movimenti politici che hanno fornito un fondamentale appoggio e sono risultati determinanti per l’approvazione di quelle leggi.
E’ chiaro ed evidente che senza la spinta del partito che ha la maggioranza di parlamentari (soprattutto alla Camera) sarebbe stato impossibile anche solo pensare di provare ad approvare determinate leggi. Ma è altrettanto indiscutibile, visti i numeri “risicati” della maggioranza stessa in Senato, che senza l’apporto delle altre forze politiche non sarebbe comunque stato possibile. Il testamento biologico, in particolare, è stato voluto e fortemente sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle il cui voto al Senato è risultato determinante.
La legge sul divorzio breve, poi, è stata approvata con il sostegno anche di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle, mentre la legge “dopo di noi” ha avuto il sostegno di tutti i gruppi (anche la Lega), ad eccezione del Movimento 5 Stelle. Un po’ più complessa la vicenda relativa all’approvazione delle unioni civili, inizialmente sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle e da una parte di Forza Italia.
Alcuni “screzi” in merito alla procedura e all’iter seguito dalla legge hanno poi portato il Movimento 5 Stelle a non votare a favore (astenendosi alla Camera e uscendo al momento del voto al Senato), mentre Forza Italia si è divisa sul provvedimento, con alcuni parlamentari che hanno votato a favore ed altri contro. A queste leggi si potrebbe aggiungere anche quella che introduce il reato di tortura che, però, è frutto di un compromesso al ribasso e risponde solo in parte alle richieste della Corte europea dei diritti umani.
Resta comunque il fatto indiscutibile e inequivocabile che dopo questa legislatura l’Italia può ritenersi un paese più civile, dove finalmente vengono garantiti certi fondamentali diritti civili. Ed il merito è indiscutibilmente di questo Parlamento. E’ importante e doveroso ricordarlo.