“#Ba­sta­Bu­fa­le”, al via il pri­mo pro­get­to di edu­ca­zio­ne ci­vi­ca di­gi­ta­le


Pre­sen­ta­to dal­la pre­si­den­te del­la Ca­me­ra Lau­ra Bol­dri­ni il pro­get­to che coin­vol­ge­rà ol­tre 4 mi­lio­ni di stu­den­ti. Che sa­ran­no par­te at­ti­va del­l’i­ni­zia­ti­va poi­ché do­vran­no in­te­gra­re con due pro­po­ste la li­sta de­gli otto pun­ti per con­tra­sta­re la di­sin­for­ma­zio­ne

 “I cit­ta­di­ni van­no ri­spet­ta­ti e non pos­so­no es­se­re usa­ti come pe­di­ne a pro­prio pia­ci­men­to, è im­por­tan­te dare loro gli stru­men­ti per di­fen­der­si dai pro­fes­sio­ni­sti

del­la men­zo­gna”. Così la pre­si­den­te del­la Ca­me­ra Lau­ra Bol­dri­ni pre­sen­ta il pri­mo pro­get­to di edu­ca­zio­ne ci­vi­ca di­gi­ta­le che pren­de­rà il via nel­le scuo­le ita­lia­ne. 

Un pro­get­to che coin­vol­ge­rà più di 4 mi­lio­ni di stu­den­ti che ha lo sco­po di for­ni­re alle nuo­ve ge­ne­ra­zio­ni di for­ni­re gli stru­men­ti ade­gua­ti per ri­co­no­sce­re e di­fen­der­si dal­le fake news. Un pro­get­to in­no­va­ti­vo e di gran­dis­si­ma im­por­tan­za che, per al­tro, si ca­rat­te­riz­za an­che e so­prat­tut­to per­ché pre­ve­de che gli stu­den­ti stes­si sia­no par­te at­ti­va del­l’i­ni­zia­ti­va, non do­vran­no li­mi­tar­si a re­ce­pi­re e fare pro­prie de­ter­mi­na­te in­for­ma­zio­ni. In­fat­ti a loro ver­rà for­ni­ta una li­sta di otto pun­ti per con­tra­sta­re la di­sin­for­ma­zio­ne che poi do­vran­no tra­sfor­ma­re, en­tro la fine del­l’an­no, in un de­ca­lo­go in­te­gran­do­lo con due pro­po­ste. 

Una cas­set­ta de­gli at­trez­zi – spie­ga la pre­si­den­te Bol­dri­ni – per per­met­te­re a tut­ti, non solo ai più gio­va­ni, di di­fen­der­si dal­le fal­se no­ti­zie che cir­co­la­no in rete ma an­che nel mon­do del­l’in­for­ma­zio­ne tra­di­zio­na­le”. Con l’a­iu­to dei do­cen­ti i ra­gaz­zi svi­lup­pe­ran­no mag­gio­re sen­so cri­ti­co e una cul­tu­ra del­la ve­ri­fi­ca, di­ven­tan­do loro stes­si dei veri e pro­pri “cac­cia­to­ri di bu­fa­le”, dei “de­tec­ti­ve del web”. 

Quel­lo del­la di­sin­for­ma­zio­ne – ag­giun­ge la pre­si­den­te  del­la Ca­me­ra – è un tema mol­to im­por­tan­te per­ché c’è chi uti­liz­za la rete per ar­ric­chir­si alle spal­le de­gli al­tri, crea­re caos e scre­di­ta­re le per­so­ne”. Per que­sto è im­por­tan­te che una si­mi­le ini­zia­ti­va par­ta pro­prio dal­la scuo­la ma è co­mun­que ne­ces­sa­rio che de­ter­mi­na­ti stru­men­ti sia­no dif­fu­si an­che tra tut­ti i cit­ta­di­ni. Di se­gui­to gli 8 pun­ti del de­ca­lo­go “#Ba­sta­Bu­fa­le”.

Con­di­vi­di solo no­ti­zie che hai ve­ri­fi­ca­to

Chi met­te in giro no­ti­zie fal­se e ma­ga­ri trae an­che gua­da­gno dal­la loro cir­co­la­zio­ne, con­ta sul no­stro istin­to a con­di­vi­der­le, sen­za ri­flet­ter­ci trop­po. O sul fat­to che sia­mo por­ta­ti a cre­de­re che una no­ti­zia sia vera solo per­ché ci ar­ri­va da qual­cu­no che co­no­scia­mo. Se non ci as­si­cu­ria­mo che sia vera pri­ma di con­di­vi­der­la, però con­tri­buia­mo alla cir­co­la­zio­ne in­con­trol­la­ta di in­for­ma­zio­ni fal­se, che pos­so­no an­che crea­re ri­schi per la so­cie­tà e di­ven­ta­re pe­ri­co­lo­se per le per­so­ne. Per­ciò non con­di­vi­de­re se pri­ma non hai ve­ri­fi­ca­to, re­si­ste alle ca­te­ne e non far­ti im­bro­glia­re

Usa gli stru­men­ti di in­ter­net per ve­ri­fi­ca­re le no­ti­zie

Cer­ca in­for­ma­zio­ni su chi è che pub­bli­ca e dif­fon­de ogni no­ti­zia, ve­ri­fi­ca se si trat­ta di una fon­te au­to­re­vo­le o meno. Guar­da bene il nome del sito che pub­bli­ca la no­ti­zia che stai leg­gen­do: ma­ga­ri è una stor­pia­tu­ra o la pa­ro­dia di un sito più fa­mo­so, pen­sa­ta per in­gan­nar­ti. Con­trol­la l’au­ten­ti­ci­tà del­la data e del­la foto usan­do i mo­to­ri di ri­cer­ca: ma­ga­ri la foto è vera ma ri­fe­ri­ta ad un al­tro even­to pas­sa­to. Ri­cor­da che sui so­cial puoi sem­pre con­trol­la­re il gior­no e l’o­ra in cui un vi­deo è sta­to ca­ri­ca­to. Cer­ca la fon­te ori­gi­na­le di una no­ti­zia scri­ven­do su un mo­to­re di ri­cer­ca, fra vir­go­let­te, un nome di per­so­na o di luo­go ci­ta­to dal­la no­ti­zia. Cer­ca quel nome an­che sui siti an­ti­bu­fa­la e su siti au­to­re­vo­li (per esem­pio quel­li di gior­na­li e tv di qua­li­tà). Guar­da se il pro­fi­lo so­cial di chi pub­bli­ca la no­ti­zia ha il bol­li­no di au­ten­ti­ci­tà. Ba­sta­no po­chi clic per fer­ma­re una bu­fa­la.

Chie­di le fon­ti e le pro­ve

Con­trol­la sem­pre la pro­ve­nien­za di ogni no­ti­zia: chi la pub­bli­ca e come la pre­sen­ta. Guar­da se la no­ti­zia in­di­ca bene le fon­ti dei dati, le date e luo­ghi pre­ci­si in cui av­ven­go­no i fat­ti. Se non lo fa, for­se la no­ti­zia è fal­sa o sba­glia­ta. Chie­de­re le fon­ti a chiun­que è un tuo di­rit­to: fal­lo va­le­re. Chi non ti ri­spon­de ha pro­ba­bil­men­te qual­co­sa da na­scon­de­re e non me­ri­ta la tua fi­du­cia.

Chie­di aiu­to ad una per­so­na esper­ta o ad un ente dav­ve­ro com­pe­ten­te

In­ter­net è pie­na di uten­ti che cre­do­no o fin­go­no di sa­pe­re tut­to. E an­che i gior­na­li­sti a vol­te pos­so­no sba­glia­re. Con­trol­la se chi pub­bli­ca una no­ti­zia è real­men­te com­pe­ten­te in ma­te­ria, cer­ca de­gli esper­ti fra chi co­no­sci, su in­ter­net o fuo­ri da in­ter­net, a cui chie­de­re con­fer­me in­di­pen­den­ti.

Ri­cor­da che an­che in­ter­net e i so­cial net­work sono ma­ni­po­la­bi­li

La Rete è una gran­de op­por­tu­ni­tà, un gran­de stru­men­to di co­no­scen­za ma vi ope­ra­no tan­te or­ga­niz­za­zio­ni e tan­ti truf­fa­to­ri che usa­no stru­men­ti in­for­ma­ti­ci po­ten­ti per crea­re eser­ci­ti di fol­lo­wer e like fin­ti e per se­mi­na­re no­ti­zie fal­se che ge­ne­ra­no sol­di e ma­ni­po­la­no le opi­nio­ni. Non fi­dar­ti di chi non co­no­sci sol­tan­to per­ché ti pia­ce quel­lo che dice, non è det­to che dica la ve­ri­tà

Ri­co­no­sci i vari tipi e gli sti­li del­le no­ti­zie fal­se

Sono in tan­ti a pub­bli­ca­re no­ti­zie fal­se o ma­ni­po­la­te, in­ten­zio­nal­men­te o per er­ro­re: com­plot­ti­sti, “bu­fa­la­ri” per de­na­ro, bur­lo­ni, gen­te in cer­ca di fama, pub­bli­ci­ta­ri scor­ret­ti, pro­pa­gan­di­sti, pro­vo­ca­to­ri e sem­pli­ci uten­ti in­com­pe­ten­ti. Spes­so li puoi ri­co­no­sce­re per­ché usa­no ti­to­li dram­ma­ti­ci e al­lar­mi­sti, scri­vo­no con tan­ti pun­ti escla­ma­ti­vi, di­co­no cose esa­ge­ra­te o in­cre­di­bi­li o han­no pa­gi­ne con­fu­se e pie­ne di pub­bli­ci­tà

Hai un po­te­re enor­me, usa­lo bene

Il tuo clic, il tuo like, la tua con­di­vi­sio­ne pos­so­no di­ven­ta­re de­na­ro per i fab­bri­can­ti di no­ti­zie fal­se: ri­cor­da­lo ogni vol­ta. Ma so­prat­tut­to ri­cor­da­ti che dif­fon­de­re o con­di­vi­de­re una no­ti­zia fal­sa può ave­re con­se­guen­ze pe­san­ti: po­tre­sti spa­ven­ta­re, dif­fa­ma­re, umi­lia­re, isti­ga­re odio e vio­len­za o crea­re an­go­scia inu­ti­le. E una vol­ta mes­sa in giro, una men­zo­gna non si fer­ma più

Dai il buon esem­pio: non la­men­tar­ti del buio, ac­cen­di la luce

Crea an­che tu, ma­ga­ri con gli ami­ci, una pa­gi­na so­cial, un blog, un sito per se­gna­la­re no­ti­zie fal­se che hai sco­per­to e mo­stra­re come le hai sma­sche­ra­te. Ispi­ra­ti allo sti­le di chi fa buon gior­na­li­smo. Aiu­te­rà te e chi ti leg­ge a ca­pi­re come e per­ché na­sce una no­ti­zia, come la si rac­con­ta bene o come la si cri­ti­ca, sen­za stril­la­re o in­sul­ta­re. Sarà la tua pa­le­stra di gior­na­li­smo e sarà vi­si­bi­le nei mo­to­ri di ri­cer­ca per aiu­ta­re gli al­tri a non far­si in­gan­na­re dal­le bu­fa­le.