Sicurezza delle scuole, farsa in Consiglio comunale


A gennaio 2017 il Consiglio comunale aveva approvato una mozione che impegnava il sindaco a mettere in atto una serie di azioni per garantire la sicurezza degli studenti. Nulla è stato fatto ma 10 mesi dopo il Consiglio comunale, come se nulla fosse, riapprova la stessa mozione

Nel meraviglioso mondo che è il Comune di Ascoli può accadere anche che una stessa identica mozione venga approvata, tra imbarazzanti e inopportuni “squilli di tromba”, due volte nel giro di poco meno di un anno.

O meglio, che un’importante mozione, che impegna il sindaco e l’amministrazione comunale a mettere in atto determinati comportamenti, venga approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale, restando però lettera morta, e che chi dovrebbe fare un’opposizione ferrea e implacabile si ripresenti in aula, 10 mesi dopo, non urlando e chiedendo spiegazioni, non incalzando e accusando il sindaco ma, incredibilmente, riproponendo la stessa identica mozione senza neppure degnarsi di chiedere perché non sia stato fatto nulla in proposito (e, per giunta, senza spiegare per quale ragione stavolta bisogna credere che sarà diverso da allora).

Argomento di questa che definire una farsa o una indecente “pagliacciata” ci sembra addirittura riduttivo è la sicurezza delle scuole cittadine,che ormai si è ampiamente capito che interessa realmente pochi a perseveranti “tenaci” (tra cui, probabilmente, non ci sono coloro che hanno presentato per due volte la stessa mozione che, altrimenti, avrebbero dovuto protestare ferocemente). Teatro di questa pantomima il Consiglio comunale cittadino che ormai assomiglia sempre più al palcoscenico del Bagaglino, piuttosto che ad un luogo istituzionale, con molti dei personaggi che lo animano che sembrano davvero creati dalla fervida fantasia di Pier Francesco Pingitore.

La vicenda, dai contorni surreali e paradossali, è di quelle che fanno davvero pensare che non ci sono più speranze. Tutto inizia nel gennaio scorso quando, nel pieno dell’emergenza sismica, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Giacomo Manni si fa portavoce della preoccupazione e di alcune delle istanze del Comitato Scuole Sicure e presenta una mozione che affronta il problema della sicurezza degli studenti nelle scuole sotto vari aspetti. Ascoli sta vivendo un momento particolare da questo punto di vista, il sindaco Castelli, dopo aver cercato di far credere che nelle scuole cittadine tutto è a posto (con il giochetto di far credere che è sufficiente l’agibilità attestata dai tecnici della protezione civile), in Consiglio comunale è costretto ad ammettere che la sua amministrazione comunale non ha rispettato (purtroppo come molti altri Comuni) la norma che prevedeva l’effettuazione delle verifiche di vulnerabilità sismica negli edifici scolastici entro il 2013.

Nel corso del Consiglio comunale è costretto ad ammettere questa grave mancanza e, incalzato da alcuni rappresentanti dell’opposizione (lo stesso Manni, Ameli), promette che presto si attiverà in proposito. In quella stessa seduta  (è il 26 gennaio 2017) viene presentata e votata all’unanimità la mozione proposta da Manni. “Considerato che dal 24 agosto forti scosse sismiche hanno colpito diversi Comuni delle Marche, compreso quello di Ascoli Piceno – si legge nella mozione – come dimostrano le recenti scosse del 26 e 30 ottobre, lo sciame sismico è tuttora in corso, con quasi cinquanta scosse di intensità superiore al 4.0 della Scala Richter, lo sciame ha interessato anche il Comune di Ascoli Piceno”.

Nell’atto presentato in Consiglio Comunale si sottolinea, poi, che ad ogni scossa superiore al quinto grado vengono chiuse le scuole per i controlli, con tale situazione che comporta la perdita per gli studenti di decine di giorni scolastici e che la nascita del Comitato Scuole Sicure ha portato all’attenzione tale problema, la mancata applicazione della normativa sulle verifiche di vulnerabilità sismica e anche le criticità dell’eventuale gestione dell’emergenza all’interno delle scuole, nel caso di scossa durante l’orario scolastico. Per tutte queste motivazioni si chiede al sindaco di attivarsi, anche in concertazione con le strutture sovraordinate, “affinchè venga garantita la presenza all’interno di ogni scuola pubblica del Comune di Ascoli, durante le lezioni didattiche e fino al cessare dell’emergenza terremoto  e dello sciame sismico, la presenza di personale della Protezione civile o di personale tecnico specializzato e formato in grado di subentrare al personale didattico e di provvedere in prima persona alla messa in atto del piano di evacuazione”.

La mozione – si legge in una nota del Movimento 5 Stelle successiva all’approvazione in Consiglio comunale – chiede al sindaco e alla giunta di integrare il piano di Protezione Civile comunale individuando strutture alternative dove poter continuare a svolgere le attività didattiche in sicurezza in caso di non utilizzabilità delle strutture attuali e infine di trasmettere la mozione stessa anche all’amministrazione provinciale in quanto parte degli edifici scolastici sono gestiti appunto dalla Provincia”. Vengono anche fissate delle precise scadenze per le azioni proposte. Entro un mese dalla sua approvazione (quindi entro fine febbraio) l’amministrazione comunale avrebbe dovuto valutare la fattibilità e i costi per l’utilizzo di personale specializzato della Protezione civile dentro le scuole, entro maggio 2017 avrebbe dovuto integrare il piano di Protezione civile comunale, inserendo lo scenario “chiusura edifici scolastici”, entro il 5 febbraio 2017 avrebbe dovuto trasmettere la mozione alla Provincia.

La mozione – si legge ancora nella nota dei “grillini” – è stata proposta dal Movimento 5 Stelle di Ascoli e, sia nei lavori preparatori che durante il Consiglio, ha visto la collaborazione fattiva e propositiva di consiglieri di maggioranza, assessori e sindaco che ringraziamo in tal senso”. Un bell’esempio, quindi, di come schieramenti politici contrapposti possano lavorare insieme e collaborare per il bene della città, soprattutto di fronte a determinate emergenze. Tutto molto bello, peccato solamente che poi nessuna delle cose previste nella mozione è stata concretamente attuata, anzi. E, come tradizione di questa amministrazione, nessuna delle scadenze indicate è stata rispettata. Quasi un anno dopo la situazione è praticamente identica ad allora, nulla è cambiato, compreso il fatto che le famose verifiche di vulnerabilità sismiche nelle scuole comunali (a differenza di quanto avviene in quelle provinciali) sono state effettuate.

Di fronte ad una simile imbarazzante inerzia del sindaco e dell’amministrazione comunale, un’opposizione seria e attenta avrebbe fatto “fuoco e fiamme”, avrebbe criticato e attaccato duramente il sindaco per non aver dato seguito a quanto da lui stesso approvato, incalzandolo per chiedergli le ragioni di un simile comportamento. Già, questo avrebbe fatto un’opposizione seria e responsabile che, tranne qualche rarissimo caso, ad Ascoli non esiste. Così nei giorni scorsi si è consumato l’ennesimo imbarazzante teatrino.

Invece di essere messo alle strette in Consiglio comunale per non aver fatto nulla di quello che aveva promesso, il sindaco Castelli si è visto ripresentare la stessa identica mozione di 10 mesi prima. Nella quale, ironia della sorte, si fa ancora riferimento alle “recenti scosse del 26 e 30 ottobre” e si sostiene che “lo sciame sismico è tuttora in corso”. Non solo, vengono di nuovo indicate le scadenze entro le quali sindaco e giunta devono compiere determinati atti, riproponendo però le scadenze di febbraio 2017 e maggio 2017.

Al punto che, come si legge nella delibera 44 di Consiglio Comunale, è poi intervenuto il sindaco “circa la necessità di modificare le date della mozione” e il presidente del Consiglio ha poi proposto “di cambiare le date della mozione” (primo semestre 2018 per integrare il piano di Protezione civile comunale, dicembre 2017 per trasmettere la mozione alla Provincia). Ci sarebbe da aggiungere un ulteriore imbarazzante paradosso che consiste nel fatto che, nella stessa mozione, certi interventi (come la presenza del personale della Protezione civile nelle scuole) si richiedono “fino al cessare dell’emergenza e dello sciame sismico”. A voler essere pignoli, quindi, quell’intervento non dovrebbe essere attuato, visto che è del tutto evidente (fatto tutti gli scongiuri del caso) che lo sciame sismico è terminato.

Un particolare in più che contribuisce a rendere più paradossale questo imbarazzante teatrino che dimostra come la sicurezza delle scuole cittadine non interessi per nulla non solo al sindaco e all’amministrazione comunale ma anche a gran parte dei rappresentanti dell’opposizione.

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