Slitta nuovamente (nel 2018), tra misteri, contraddizioni e affermazioni smentite dagli atti ufficiali comunali, la riapertura dello storico teatro che doveva essere inaugurato a fine 2016, poi a marzo 2017, poi ancora a fine settembre e, infine, entro Natale 2017
Niente Natale al Filarmonici. Lo avevamo già ampiamente capito ma ora è arrivata la conferma ufficiale da parte del sindaco. Altro giro, altro corsa. Non si ferma la giostra impazzita dello storico teatro ascolano, un’interminabile telenovela imbarazzante e sconcertante che si trascina da anni e che sta andando oltre ogni immaginabile paradosso.
Siamo all’ennesima scadenza non rispettata, ormai è anche difficile contarle, tra omissioni, misteri, mezze verità e situazioni al limite del ridicolo. Come il fatto che, in realtà, a voler dar retta a quanto è scritto sugli atti ufficiali dell’amministrazione comunale il Filarmonici è già riaperto e pienamente funzionante già da diverso tempo. Questo, almeno, è quanto è riportato nella “Relazione Performance 2016” approvata dalla giunta comunale il 27 luglio scorso con delibera n. 124. Un atto di estrema importanza, uno dei più importanti atti amministrativi della giunta comunale, perché quel piano dovrebbe essere l’esatta fotografia di quanto svolto dall’amministrazione stessa nel corso dell’anno.
Si tratta di una relazione che ogni anno gli enti pubblici hanno l’obbligo di redigere per relazionare, sulla base degli obiettivi fissati ad inizio anno (nel piano performance) su quanto concretamente è stato realizzato. E dalla percentuale di obiettivi realmente centrati, scaturisce anche automaticamente il giudizio sull’operato di sindaco e assessori: eccellente in caso di raggiungimento dell85% o più degli obiettivi, positivo fino al 70%, negativo sotto quella percentuale. E proprio grazie al teatro Filarmonici (e altre situazioni simili) per il 2016 viene raggiunta la percentuale del 70% che determina un giudizio positivo sull’operato dell’amministrazione comunale.
Per la quale, sulla base di quanto viene riportato nella “Relazione Performance 2016”, il teatro Filarmonici non solo è stato già riaperto ma, addirittura, è pienamente operante. E, ai fini della valutazione finale, vale doppio perché si considera raggiunto sia l’obiettivo della sua riapertura che del suo inserimento nella rete infrastrutture dei teatri. Ci sarebbe da discutere, sulla base di tutto ciò, su quanto possono essere considerati attendibili gli atti ufficiali del Comune. Ma non è questa la sede, in questo contesto ci interessa solo sottolineare quanto paradossale e farsesca stia diventando la telenovela sul teatro Filarmonici. Che, ovviamente, è tutt’altro che aperto e fruibile e che ora deve subire l’ennesimo rinvio.
Nel luglio scorso, proprio mentre l’amministrazione comunale su quella relazione scriveva quelle “baggianate”, il sindaco annunciava che il teatro “verrà inaugurato tra la fine di settembre e i primi di ottobre”. Poi mercoledì 27 settembre tutti i quotidiani locali riportavano la notizia secondo cui il primo cittadino aveva annunciato che il teatro Filarmonici sarebbe stato riaperto prima di Natale. Poi, nei giorni scorsi, è arrivato l’ennesimo slittamento, per giunta già ampiamente intuito. Nel corso della firma, presso la sede della Regione Marche , del finanziamento per “Iti aree urbane”, che prevede per il capoluogo piceno un investimento di oltre 14 milioni di euro, il sindaco Castelli ha sottolineato come quei fondi serviranno anche per il recupero del teatro Filarmonici.
E qui alla farsa si aggiunge anche un pizzico di mistero perché non si capisce cosa c’entri il finanziamento Iti con il teatro Filarmonici il cui intervento, è bene ricordarlo, dopo una serie interminabile di rinvii, doveva essere completato entro la fine del 2016, per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro. E andando a rileggere gli innumerevoli atti comunali che riguardano l’intervento stesso, in nessuno di loro, tra le fonti di finanziamento, vengono mai neppure citati i finanziami Iti. Anzi, nella delibera n. 191 del 10 ottobre 2016 nella quale, per la prima volta, spuntano degli inattesi imprevisti (“sopravvenute disposizioni della Sopraintendenza durante la visita del 18 febbraio”) si fa riferimento ad un aumento della spesa di 385 mila euro (dai previsti 2.250.000 a 2.635.000 euro).
Ma nella successiva controversa delibera n. 242 del 6 dicembre 2016 viene riportato che l’inatteso aumento di spesa di 385 mila euro verrà coperto grazie al diverso utilizzo di un mutuo precedentemente contratto (nel dicembre 2015 per l’ampliamento del poligono di tiro presso il Villaggio del Fanciullo). Come abbiamo detto in realtà quella del 6 dicembre 2016 è una delibera controversa e piuttosto ambigua. Infatti nel documento istruttorio allegato il dirigente comunale prima scrive che “si sono verificati degli imprevisti non prevedibili al momento della progettazione” (se fossero stati prevedibili non sarebbero imprevisti…), ipotizzando quindi uno slittamento dei tempi.
Poi, però, afferma che “ad oggi i lavori sono ancora in corso e saranno terminati entro la fine dell’anno”. Sembra di essere in un’opera del teatro dell’assurdo, la cruda realtà oggi ci dice che i lavori, lungi dall’essere terminati entro la fine del 2016, addirittura non giungeranno a termine neppure per la fine del 2017. Quello che invece è certo e certificato da allora e su cui non ci possono essere dubbi, perché messo “nero su bianco” su tutti gli atti comunali, è che comunque l’intero costo dell’intervento per il teatro Filarmonici è già totalmente finanziato, visto che all’imprevisto aumento di spesa di 385 mila euro si è fatto fronte con il cambio di utilizzo di un mutuo precedentemente contratto.
Parliamo al plurale perché, dopo quella delibera di dicembre 2016 in tutti i successivi atti comunali (le determine n. 1829 del 29/12/2016, n. 304 del 3/3/2017, n. 331 del 14/3/2017, n. 394 del 27/3/2017, n. 608 del 9/5/2017, n. 1003 del 30/6/2017, n. 1191 del 3/8/2017, n. 1471 del 27/9/2017) relativi all’intervento sul teatro Filarmonici nella parte in cui si fa riferimento ai finanziamenti non si fa alcun cenno a i fondi “Iti aree urbane” ma si citano le solite fonti di finanziamento (vendita di patrimonio, mutui). E, allora, visto che già anche a luglio e a settembre aveva fatto riferimento al finanziamento “Iti aree urbane”, il sindaco dovrebbe una volta per tutte spiegare cosa c’entrano quei fondi con l’intervento per il Filarmonici e se, di conseguenza, il costo dell’intervento stesso è ulteriormente aumentato (e per quali ragioni).
Intanto, nell’attesa che si faccia luce sui tanti dubbi di questa interminabile telenovela, per restare in tema i cittadini ascolani inutilmente da oltre 10 anni continuano ad aspettare Godot…