Indifendibile
Torna a far discutere la vicenda accaduta il 24 febbraio ad Offida nel corso del Bove finto, con la pubblicazione di un video che inchioda il sindaco Lucciarini, ripreso mentre colpisce per due volte al volto una donna
Nei giorni scorsi, un po’ a sorpresa visto che la donna aveva ritirato la denuncia, era arrivata la notizia del rinvio a giudizio con l’accusa di lesioni aggravate dai futili motivi e il processo che si aprirà il prossimo 15 gennaio.
Poi è arrivato il video, pubblicato nella versione on line de “Il Resto del Carlino” (che in realtà ha dato grandissimo spazio alla vicenda anche sul cartaceo). E sinceramente di fronte a quelle immagini non resta che pensare che ora il sindaco di Offida Valerio Lucciarini è davvero indifendibile. Lo avevamo scritto e lo avevamo chiesto già allora (vedi articolo “Bulli e pupe”) quando il primo cittadino si era giustificato sostenendo che si era fatto coinvolgere in un alterco a causa dell’euforia da “Bove Finto” ma negando al tempo stesso di essersi reso protagonista di alcun atto di violenza nei confronti della donna.
E se già allora quell’ammissione del sindaco ci sembrava comunque sufficiente per invocare un gesto di dignità (le dimissioni), ora di fronte a quelle inequivocabili immagini, nelle quali si vede in maniera chiarissima il primo cittadino colpire per due volte al volto con una certa violenza una donna, non possiamo che rinnovare l’appello. Se ha ancora un po’ di dignità Lucciarini rassegni immediatamente le dimissioni e, nel caso non lo facesse, il suo partito (il Pd) abbia il coraggio di prendere una posizione ferma e decisa, chiedendo un inevitabile passo indietro.
“In merito alla vicenda che mi vede coinvolto – aveva spiegato allora il sindaco di Offida in un comunicato stampa – intendo affermare che si è trattato di un atto non voluto nel parapiglia del Bove Finto con centinaia di persone che si rincorrono e si scontrano in un contesto che è noto agli offidani e a tutti quelli che conoscono la manifestazione. Non avrei mai volutamente colpito nessuno tantomeno una donna da cui sono legato da antica amicizia. Non ci sarebbe stato, evidentemente, alcun motivo. Nelle sedi giudiziarie tutto questo risulterà certamente evidente quindi non esistono ragioni che giustificano alcuna strumentalizzazione politica, come è stato fatto”.
Il video in questione, girato il 24 febbraio scorso in piazza durante il Bove finto, sconfessa clamorosamente il primo cittadino. Pochi secondi sufficienti a vedere Lucciarini che, all’improvviso in mezzo alla folla, colpisce violentemente e volutamente per due volte al volto una donna poi si allontana. Nel video ovviamente non si sente e non si può capire se la donna può in qualche modo aver detto qualcosa o addirittura provocato verbalmente il sindaco. Ma è altrettanto ovvio che qualsiasi eventuale provocazione non basterebbe certo a giustificare il comportamento del primo cittadino. Al quale, a meno che non riesca a dimostrare in qualche modo che quel video è un “tarocco”, non resta che una via d’uscita: scuse (comunque tardive) per il suo comportamento e immediate dimissioni.
La violenza nei confronti di una donna è un atto gravissimo, chiunque sia l’autore. A maggior ragione, però, se a compierla è un rappresentante istituzionale. L’aver negato, poi, l’accaduto ovviamente rappresenta una pesantissima aggravante. Perché le immagini del video sono eloquenti e smentiscono in maniera clamorosa quanto scritto dal sindaco in quel comunicato. Con l’evidente conseguenza che il primo cittadino o ha volutamente cercato di raccontare una realtà differente o nel corso del Bove finto era in condizioni tali da non ricordare bene quanto accaduto. In entrambi i casi un carico non da poco ad un comportamento già di per se assolutamente censurabile.
Sono passati un paio di giorni dalla pubblicazione di quel video, Lucciarini ha avuto tempo e modo per riflettere, non aspetti ancora, abbia il buon senso di chiedere scusa e rassegnare le dimissioni da sindaco, immediatamente e senza ulteriori indugi. In caso contrario il Pd (il partito del sindaco) non resti in silenzio, prenda immediatamente le distanze. Perché è chiaro ed evidente che il comportamento errato di un singolo non può e non deve riflettersi su un intero partito, ma è altrettanto evidente che non si può far finta di nulla, scaricare ed etichettare il tutto come una vicenda esclusivamente personale.
Serve una chiara e forte presa di posizione perché in caso contrario non sarà più credibile ogni (sacrosanta) battaglia e ogni iniziativa che quel partito promuoverà contro le violenze sulle donne. Così come sarebbe inutile e ipocrita cercare di nascondersi e prendere tempo fingendo di voler attendere gli esiti del procedimento penale. Perché in casi come questi l’esito giudiziario deve essere assolutamente ininfluente. Il concetto è semplice ma impossibile da non condividere, a meno che non si voglia squalificare il ruolo delle istituzioni, della politica. Chi si macchia di un gesto del genere non può in alcun modo pensare di continuare a rivestire un ruolo istituzionale così importante.
Non si tratta di giudicare la persona. Al di là del fatto che non possiamo rimanere sconcertati di fronte a chi usa violenza, anche in maniera episodica ed occasionale, nei confronti delle donne, non è nelle nostre intenzioni giudicare in alcun modo Lucciarini come persona.
Qui è in discussione il suo ruolo come pubblico amministratore. E non possiamo che ribadire che chi decide di rappresentare le istituzioni ha sulle spalle delle precise responsabilità e il dovere di avere un comportamento irreprensibile, consono al ruolo che riveste. Che significa anche non oltrepassare certi limiti che, come abbiamo avuto modo di sostenere già a suo tempo, a nostro giudizio Lucciarini ha trasceso già solo nel momento in cui ammesso di essersi fatto trascinare dall’atmosfera del Bove finto.
Magari la nostra sarà una visione un po’ “talebana” ma siamo anche convinti che se i nostri rappresentanti istituzionali seguissero questo principio probabilmente le istituzioni stesse recupererebbero molta di quella credibilità perduta.
Nel caso in questione, comunque, le immagini del video fanno passare in secondo piano questo visione delle istituzioni intransigente e “talebana” perché mostrano che questa volta si è andati decisamente oltre e che, di conseguenza, c’è un’unica via di uscita (a meno che il video non sia un falso…). Attendiamo fiduciosi.