All’incontro organizzato dal Lions Club Ascoli e dall’associazione “Ascoltiamo” presente anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi che ha sottolineato come “dal 2011 grazie ai vaccini ogni anno vengono salvati 2,5 milioni di bambini”
A volte un’apparente banalità può contenere una disarmante verità. Come quella che abbiamo ascoltato mercoledì 27 settembre a palazzo dei Capitani nel corso dell’incontro sui vaccini dal titolo “La forza della conoscenza” organizzato dal Lions Club Ascoli Piceno “Urbs Turrita” e dall’associazione “Ascoltiamo”.
“L’informazione corretta deve partire dai medici, dagli esperti, dalla scienza” ha detto la dott.ssa Maria Luisa Volponi introducendo l’incontro al quale ha partecipato, oltre medici e pediatri della zona, anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Walter Ricciardi. In un paese normale l’affermazione della dott.ssa Volponi sarebbe superflua, scontata e assolutamente non necessaria.
Nell’Italia in cui qualsiasi azzeccagarbugli si erge ad esperto anche di temi che richiederebbero conoscenza e anni di studi, nel quale le istituzioni di qualsiasi livello (molto per colpe proprie, in parte anche per una campagna mediatica) hanno perso affidabilità, dove la “febbre” del complottismo è sempre più diffusa, c’è assolutamente la necessità di ribadire e sostenere con forza quell’ovvietà. Anche perché non più tardi di qualche mese fa, dal palco di Pesaro, di fronte a 10 mila persone urlanti, abbiamo ascoltato un proclama esattamente opposto, lanciato dal nuovo duo di icone del no-vax (Fusaro e Povia, il filosofo e il cantante), “non possiamo lasciare la vicenda vaccini a medici ed esperti”.
Sarebbe interessante chiedere a coloro che hanno acclamato e fatto proprio questo insensato proclama se quando hanno un problema con la proprio auto si rivolgono ad un meccanico e un carrozziere o se preferiscono rivolgersi ad un filosofo e un cantante… Tornando all’incontro di palazzo dei Capitani al di là del contenuto, sicuramente molto interessante, degli interventi, a colpirci sono stati alcuni frammenti e dati estrapolati dagli interventi stessi che già da soli dovrebbero far riflettere e pensare su quanto insensata sia la campagna dei no vax.
Il dott. Ermanno Ruffini , direttore dell’Uoc Pedriatica dell’Area Vasta 5 ha raccontato la storia di un bambino di 6 anni, Giorgio, giunto in ospedale con febbre alta, leggera tachicardia e eruzione cutanea formata da petecchie e echimosi diffuse. L’intuizione dei medici (sospetto clinico di meningite) è stata poi confermata dalla rachicentesi (puntura lombare): sepsi emorragica da meningococco B. L’immediata terapia antibiotica ha fortunatamente prodotto i risultati sperati, dopo 48 ore il bimbo era già sfebbrato e dopo 14 giorni è stato dimesso in buono stato di salute e senza conseguenze gravi.
“Le meningite di tipo B e C, quelle più frequenti in Italia – ha sottolineato il dott. Ruffini – ha un’alta mortalità (6-14%) ed un’elevata frequenza di esiti invalidanti. I genitori di quel bambino sono usciti da questa vicenda con un senso di soddisfazione, per aver evitato la tragedia grazie al loro intuito e alla prontezza dei medici, ma anche con un senso di rammarico perché quel rischio poteva essere evitato sottoponendo il proprio bimbo al vaccino. E stiamo comunque parlando di una famiglia che comunque aveva vaccinato il figlio per tutti i vaccini previsti dalla legge”.
Se questa storia dovrebbe far riflettere, ancor più lo dovrebbero alcuni dati forniti dal dott. Claudio Angelini , direttore del Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Area Vasta 5, e dal prof. Walter Ricciardi. Riguardo l’emergenza morbillo che, purtroppo, è tornata di attualità nel nostro paese (con 4575 casi da inizio anno, rispetto agli 800 di tutto il 2016, e già 4 decessi) il dott. Angelini ha fatto un confronto tra le complicanze che si possono avere contraendo la malattia e quelle che, invece, ci potrebbero essere facendo il vaccino.
Nel diluvio di dati citati, da sottolinearne alcuni che sono quanto mai significativi. Per quanto riguarda la malattia abbiamo 1 morto ogni 1.000-10.000 casi, 1 encefalite ogni 1.000 casi, 1 polmonite/bronchite ogni 25 casi. Per quanto riguarda il vaccino abbiamo un encefalite ogni milione di dosi, nessun decesso, nessuna polmonite/bronchite.
“Siamo secondi solo alla Romania per casi di morbillo – ha affermato Angelini – nei paesi scandinavi si verifica solo qualche caso. Più in generale dobbiamo considerare che ancora oggi nel mondo ci sono circa 21 milioni di bambini che non hanno a disposizione alcun vaccino. Ogni 20 secondi nel mondo muore un bambino per malattie prevenibili con i vaccini. Che, occorre ricordare, ogni anno prevengono da 2 a 3 milioni di morti”.
“Da quando nel 2011 è iniziata la grande alleanza pubblico-privato per i vaccini – ha aggiunto Ricciardi – sono stati salvati circa 2,5 milioni di bambini all’anno. Quanto al problema del morbillo un dato su tutti dovrebbe far riflettere. In tutti i 53 paesi che fanno dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lo scorso anno complessivamente ci sono stati circa 4500 casi. Nel nostro paese, da inizio 2017 ad ora, abbiamo avuto 4575 casi, con 4 morti. Non è un caso, nel 2014 in Italia la copertura vaccinale per il morbillo era di poco superiore all’81%”.
Ed è emblematico e significativo quanto detto dal presidente dell’Iss perché esplicativo di due concetti molto importanti che sono alla base di tutta la discussione sui vaccini. Il primo, sottolineato dalla dott.ssa Volponi e ribadito dallo stesso Ricciardi, è che i vaccini sono vittime di loro stessi.
“La resistenza ai vaccini – spiega Ricciardi – non è una novità di oggi, è nata con la nascita stessa dei vaccini. Solo che allora il grande motore di convinzione era la paura, si potevano toccare con mano quotidianamente e ovunque le drammatiche conseguenze delle malattie per cui ci si vaccinava. Quando sono stati fatti i primi vaccini per la poliomielite negli Stati Uniti c’erano chilometri di coda. I vaccini hanno ridotto drasticamente quelle malattie che, inevitabilmente, ora fanno meno paura”.
L’altro aspetto fondamentale riguarda l’ormai noto concetto dell’immunità di gregge fondamentale per proteggere chi non può vaccinarsi e, quindi, deve inevitabilmente affidare la propria salute, la propria sicurezza agli altri. Come, ad esempio, i quasi 2 mila bambini leucemici che si calcolano siano presenti nel nostro paese, che, come tutti gli altri immunodepressi, non possono vaccinarsi. E, come mostrato in maniera molto efficace in un breve filmato, se la percentuale di vaccinati scende sotto il 95% l’immunità di gregge non è più garantita.
“Quando si abbassano le coperture vaccinali ad essere attaccati sono gli anelli più deboli della società” ha aggiunto il dott. Angelini. Significativo a tal proposito il racconto che Ricciardi ha fatto sulle circostanze che hanno spinto il governatore della California Jerry Brown ad introdurre in quello stato l’obbligo vaccinale. Decisione presa in seguito al caso di un bambino di 6 anni leucemico, sottoposto a chemioterapia e con l’80% di possibilità di salvarsi, che purtroppo a scuola è stato contagiato ed ha preso il morbillo che è risultato fatale per la sua situazione.
Il padre di quel bambino in una toccante lettera chiedeva al governatore “perché queste persone sono libere di credere alle corbellerie e mio figlio ha pagato con la vita la loro presunta libertà e il suo sacrosanto diritto di andare a scuola” e Brown allora ha compreso che era più importante tutelare il diritto alla salute di chi si trova nella situazione di quel bambino piuttosto che il diritto a credere a qualsiasi corbelleria.
“In Australia non vaccinare i bambini è considerato un crimine – ha aggiunto Ricciardi – per fortuna le cose stanno cambiando anche nel nostro paese. In tal senso è fondamentale la sentenza dell’altro giorno del Consiglio di Stato (che ha respinto il ricorso presentato dalla Regione Veneto contro il decreto vaccini) che ha ricordato che non esiste la libertà di credere alle fandonie e mettere così a rischio la vita di quasi 2 mila bambini leucemici”.
Dato il giusto merito agli organizzatori per aver portato nel capoluogo piceno un incontro così importante e con la prestigiosa presenza del presidente dell’Iss, saremmo curiosi di sapere se tra il folto pubblico presente a palazzo dei Capitani c’erano anche dei convinti no vax. Perché siamo certi che, di fronte a dati e fatti inoppugnabili come quelli evidenziati nel corso dell’incontro, anche a loro sarà quanto meno venuto il dubbio.
Per loro e per quanti ancora, di fronte alle tante “bufale” propinate in proposito sul web, sono nel dubbio pubblichiamo di seguito l’opuscolo della Società italiana di pediatria, distribuito mercoledì sera in sala, dal titolo “Vaccini, ecco i falsi miti”.