Inquietanti i dati svelati dal sindaco in Consiglio comunale, quasi il 50% degli edifici pubblici danneggiati (68 su 140 verificati) per 100 milioni di danni. A cui si aggiungeranno i danni degli edifici privati le cui verifiche termineranno tra un mese e mezzo
Ma le scuole cittadine non avevano brillantemente superato la prova terremoto? Come è possibile, allora, che ben 21 delle 33 scuole (comprese quelle paritarie) ascolane sono state lesionate a tal punto da essere inserite nell’elenco degli edifici pubblici danneggiati che saranno (e in parte già sono) oggetto di finanziamento da parte dello Stato?
Il paradosso è che a svelare questo incredibile dato è la stessa persona che aveva fatto quell’ottimistica (ma irrealistica) affermazione, cioè il sindaco Castelli. Che ha fornito quello e altri dati sul terremoto nel corso del Consiglio comunale di martedì 26 settembre, rispondendo ad un’interrogazione presentata dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle sulla situazione e sui danni subiti dal patrimonio pubblico comunale durante l’emergenza terremoto. Il primo cittadino ha evidenziato come, tra i 68 edifici pubblici lesionati ben 21 sono scuole. Lo stesso Castelli poco prima aveva spiegato che complessivamente, comprese le scuole paritarie, sono stati 33 gli edifici scolastici controllati.
Un dato che, in realtà, sorprende solo chi in questi mesi ha voluto chiudere occhi e orecchie, che la situazione delle scuole cittadine era critica (21 su 33 sono il 65% delle scuole…) lo si era ampiamente capito da tanti particolari e, soprattutto, dagli atti comunali (delibere e determine) che già evidenziavano danni per milioni di euro. Quello che, invece, facciamo fatica a capire è per quale ragione il sindaco abbia continuato a far credere l’esatto contrario, pur sapendo perfettamente che alla fine i nodi sarebbero venuti al pettine. E, ancor più, come si possa agire con simile superficialità quando in ballo c’è la sicurezza dei nostri ragazzi e di tutto il personale scolastico…
Quello sulle scuole cittadine, però, solo uno dei tanti dati snocciolati dal sindaco Castelli in Consiglio comunale sulla situazione della città ad oltre un anno dall’inizio dell’emergenza sismica. Ed il quadro complessivo che emerge da quei dati è davvero impressionante e ci parla di una città che ha duramente accusato il colpo, ferita pesantemente e quasi messa in ginocchio dall’interminabile emergenza sismica. Anche in questo caso, per la verità, nulla che non si sapesse. Ma i dati rendono il quadro davvero inquietante.
Secondo quanto riferito dal sindaco Castelli immediatamente dopo la prima scossa del 24 agosto è stato avviato il controllo degli edifici pubblici comunali, operazione che si è ripetuta dopo ogni evento sismico di una certa entità Stessi controlli accurati sono stati effettuati sulle infrastrutture e sulla mura cittadine. Complessivamente sono stati 140 gli edifici pubblici comunali controllati, in pratica tutto il patrimonio comunale è stato oggetto di verifiche. Sulla base dei controlli effettuati è stato poi stilato un elenco degli edifici lesionati che poi è confluito nel piano opere pubblico e nel piano delle scuole oggetto poi di finanziamento da parte dello Stato.
Ebbene dei 140 edifici verificati ben 68 sono risultati lesionati (comprese 21 scuole), praticamente poco meno del 50% del patrimonio pubblico comunale ha subito lesioni così importanti, per un ammontare complessivo dei danni di 100 milioni di euro. E, è bene ricordarlo, stiamo solo parlando dei danni subiti dagli edifici pubblici…
“Ad oggi – afferma il sindaco – abbiamo ottenuto i finanziamenti per la scuola media Don Giussani di Monticelli, per 5,2 milioni di euro, e per il Trebbiani (altri 5 milioni di euro). Stiamo già facendo la gara per la progettazione dell’intervento della suola di Monticelli”. Il primo cittadino ha poi ribadito che nella piattaforma sono stati inseriti tutti gli edifici lesionati che pian piano verranno tutti finanziati. “Fino ad ora la Regione ha fatto una scelta di un certo tipo – ha continuato il sindaco – che non condivido a pieno, dando a ciascun Comune un’opera. Ora, però, emergerà un’altra esigenza, sarà necessario fare più attenzione al grado e alla tipologia di danno”.
Se già la situazione limitatamente agli edifici pubblici è inquietante, al momento non è ancora possibile avere il quadro generale complessivo perché ancora sono da effettuare centinaia degli oltre 7 mila sopralluoghi richieste per gli edifici privati. “I ritardi nei sopralluoghi e nelle conseguenti ordinanze provocano due diversi tipi di problemi – ha affermato il consigliere comunale Manni presentando la sua interrogazione sulla situazione degli edifici privati – senza ordinanza i cittadini ascolani non possono accedere ai benefit riservati alle popolazioni colpite dal terremoto.
Ascoli, infatti, come gli altri comuni popolosi (Macerata, Fermo, Foligno, ecc.) è nel cratere ma nella seconda fascia, quella in cui è necessario dimostrare i danni subiti per accedere ai benefit. E molti ascolani, ad esempio, non hanno potuto presentare domanda per i 5 mila euro proprio perché non avevano l’ordinanza. Senza dimenticare il rischio potenziale che corrono quei cittadini che sono ancora in attesa del sopralluogo e che potrebbero stare in un’abitazione che poi risulterà inagibile”.
Il sindaco Castelli, rispondendo all’interrogazione, ha ammesso i ritardi (“Siamo quelli che stanno più indietro”) ma anche ricordato che nell’ultimo mese sono aumentate le squadre Aedes, sostenendo che entro un mese e mezzo dovrebbero concludersi tutte le verifiche sugli immobili privati.
“Ci avevano accreditato di 4 unità lavorative in più – spiega il primo cittadino – ma poi per un equivoco giuridico-amministrativo abbiamo dovuto attendere prima di poterne usufruire. Per un errore inizialmente le unità lavorative in più erano state riservate solo ai comuni con meno di 30 mila abitanti. Sicuramente, poi, c’è stato anche un po’ di disordine, si sono verificate anche disomogeneità nelle schede di giudizio. Poi tra la verifica e l’ordinanza passa un po’ di tempo, anche a causa della difficoltà che spesso si ha di individuare i destinatari. In tal senso proprio ieri abbiamo fatto un invito ai titolari di immobili a collaborare per aiutarci a particellare”.
Sempre il sindaco ha anche spiegato che al momento si stanno facendo le ordinanze relative al mese di aprile, quindi si viaggia con 5 mesi di ritardo. Considerando che, secondo le stime del Comune, le verifiche dovrebbero concludersi entro fine novembre, c’è il serio rischio che molti cittadini non riusciranno a presentare domanda entro il 31 dicembre, termine ultimo fissato dal commissario straordinario per la richiesta di contributo per la riparazione degli immobili danneggiati.
“C’è l’impegno del nuovo commissario De Micheli – assicura il sindaco – a prorogare il termine, a renderlo compatibile con il termine delle verifiche e con il conseguente arrivo delle ordinanze”. Diversamente sarebbe un’ulteriore penalizzazione per i cittadini ascolani che già lo sono stati, a causa dei ritardi e delle lentezze dei sopralluoghi, per tutta una serie di benefit.
Al di là di questo aspetto, di certo non secondario, solo dopo che saranno terminate tutte le verifiche presso gli immobili privati si potrà finalmente avere il quadro completo dei danni subiti dal capoluogo piceno. Che, considerando i 100 milioni solo per gli edifici pubblici, è certo che non saranno di certo inferiori ai 200-300 milioni di euro.
Per fortuna rispetto ad altri luoghi non dobbiamo piangere vite umane perse, quindi non possiamo neanche paragonarci a determinate realtà, Però è innegabile che il colpo subito è molto più duro di quanto ci si potesse immaginare.