Dopo le affermazioni del sindaco di Amatrice Pirozzi si riapre la polemica sui 33 milioni raccolti con gli sms solidali che secondo qualcuno sono addirittura scomparsi. In realtà quei fondi sono stati destinati ad alcuni progetti, approvati anche dallo stesso Pirozzi…
“Solo perché ad Amatrice e Accumoli le spese per le scuole erano già coperte, come del resto per tutte le altre spese, le risorse degli Sms solidali sono state destinate per garantire la piena sicurezza di altre scuole danneggiate dal sisma in altri comuni”.
Così scrive il Comitato dei garanti che il 17 luglio scorso si era riunito per valutare gli interventi da finanziare con i soldi degli sms solidali. A quella riunione era presente anche il sindaco di Amatrice Pirozzi. Che ha partecipato e ha anche votato alla riunione nella quale il comitato istituzionale per la ricostruzione, del quale fanno parte i sindaci del territorio, ha scelto i progetti da finanziare.
Basterebbe questo per comprendere come sia assolutamente ingiustificata e immotivata la polemica che ha scatenato Pirozzi intervenendo ad Atreju, la kermesse organizzata da Fratelli d’Italia. Ancor più inaccettabile perché il primo cittadino di Amatrice nel suo intervento ha fatto illazioni, ha sollevato sospetti inducendo a pensare il peggio del peggio. Cosa che, in un paese in cui gli “avvoltoi” e gli “sciacalli” non vanno mai in vacanza, non può che produrre quello che poi ha inevitabilmente prodotto, cioè un inutile finimondo. Alimentato ad arte dai professionisti dello scandalo, con i soliti titoli ad effetto simili a quelli dei siti che producono “bufale” in serie.
Per decenza non parliamo del “Giornale” (basterebbe pensare al tweet scritto da una sua giornalista in occasione della nascita del figlio di Alessandro Di Battista , “ma hanno fatto l’amniocentesi?”) ma non possiamo fare a meno di citare il titolo del “Fatto Quotidiano” che mistifica la realtà, forzando e interpretando arbitrariamente le stesse affermazioni di Pirozzi. “Spariti i 33 milioni degli sms ai terremotati: indaga la procura” titola a tutta pagina il quotidiano diretto da Marco Travaglio che evidentemente non si è mai preoccupato di seguire la vicenda degli sms solidali (altrimenti saprebbe perfettamente di cosa si sta parlando e come stanno realmente le cose) e che si è fiondato su un possibile scandalo senza minimamente verificare.
“Non ho mai detto che i fondi degli sms sono spariti” si è affrettato a precisare nella serata di domenica Pirozzi, probabilmente dopo essersi reso conto (almeno si spera) di averla “sparata” grossa questa volta. Anche perché nelle ore precedenti c’era stato il laconico comunicato stampa della Protezione civile (“Nessun euro è sparito dai fondi del numero solidale”) e si erano susseguiti gli interventi di parlamentari del territorio e sindaci dei comuni del cratere che smentivano le più becere illazioni.
“Lasciando credere agli italiani che i fondi della solidarietà dei cittadini possano sparire significa fare un danno gravissimo per il futuro. E’ semplicemente da incoscienti. Per di più rappresenta un falso problema” accusa il deputato reatino Fabio Melilli. “Qui da noi i soldi sono arrivati regolarmente, non ho notato alcuna anomalia. Anzi, i progetti finanziati con i fondi degli sms solidali stanno partendo” ha aggiunto il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, confortato da altri primi cittadini della zona del cratere.
E’, quindi, del tutto evidente (ma lo stesso Pirozzi lo ha ribadito) che non esiste alcuno scandalo, che i 33 milioni di euro degli sms non sono assolutamente spariti ma sono stati destinati ad una serie di progetti (qui l’elenco dei progetti finanziati, regione per regione). E dalla stessa procura di Rieti si fa presente che l’eventuale ipotesi di reato è del tutto insussistente. Il “Fatto Quotidiano”, che siamo certi non farà mai mea culpa per quel vergognoso e infondato titolo, può mettersi l’animo in pace, almeno in questo caso non c’è alcuna truffa, alcuna sottrazione di denaro.
“In merito alla gestione di quei fondi è stata fatta una scelta scellerata che non ha tenuto conto degli italiani” ha poi aggiunto il sindaco Pirozzi per cercare in qualche modo di dare un senso alla sua “sparata”. Che, però, anche così resta assolutamente fuori luogo e, soprattutto, fuori tempo. Perché parlare di come poi quei 33 milioni di euro sono stati utilizzati, di quali progetti si è deciso di finanziare era assolutamente lecito. E, aggiungiamo, aveva anche un fondamento di ragione, visto che alcuni dei progetti scelti lasciano non poche perplessità.
Ma andava fatto a tempo debito, cioè ad inizio estate quando ancora si stava decidendo, e soprattutto il primo cittadino di Amatrice aveva tutte le opportunità di farlo, di avanzare le proprie rimostranze nelle sedi opportune, nelle sedi e nelle riunioni istituzionali. Alle quali Pirozzi ha sempre partecipato, senza però sollevare le questioni che invece ha avanzato ora.
Noi a giugno e a luglio, prima che si prendessero le decisioni definitive, lo abbiamo fatto, denunciando con numerosi articoli quelle che ci apparivano scelte discutibili e non corrette, dando voce e appoggiando la petizione (che in pochi giorni ha raccolto migliaia di firme) di chi chiedeva di non utilizzare quei soldi per una pista ciclabile che poco o nulla c’entrava con il terremoto (“Una pista ciclabile con i soldi per i terremotati, petizione per scongiurare la beffa”). Petizione e mobilitazione che, per giunta, hanno poi ottenuto i risultati sperati, visto che alla fine la Regione ha fatto un passo indietro, eliminando il finanziamento per la pista ciclabile (“Passo indietro della Regione, niente pista ciclabile con i fondi degli sms solidali”) e destinando i fondi risparmiati ad altri progetti, ad altre iniziative, compreso quello per il recupero del municipio di Arquata.
Che, pure, inizialmente era stata clamorosamente esclusa da ogni intervento, suscitando la reazione furiosa non solo dei comitati del luogo ma anche e soprattutto del sindaco Petrucci. Che allora ha fatto quello che eventualmente avrebbe dovuto fare Pirozzi, cioè far sentire la propria voce nelle sedi istituzionali. Lo stesso sindaco di Arquata, d’altra parte, coerentemente era stato l’unico a votare contro la proposta di utilizzo della quota dei fondi degli sms destinati alle Marche, presentata dalla Regione. Ed è proprio questo aspetto che rende ancor più inaccettabile l’esternazione di Pirozzi oggi, oltre 3 mesi dopo. Cioè il fatto che lui, come gli altri sindaci della zona, avevano tutte le possibilità di incidere e di determinare la destinazione dei fondi.
“Si può contestare la destinazione dei fondi – ricorda Melilli – ma per onestà bisogna ricordare come non è stata decisa da nessun comitato dei saggi ma dal comitato istituzionale per la ricostruzione del quale fanno parte i sindaci del territorio”. Pirozzi compreso che, come detto, era presente all’ultima riunione del 5 luglio nella quale si è presa la decisione definitiva, all’epoca non contestata o messa in discussione dal primo cittadino di Amatrice. Che, anzi, si era dimostrato concorde con il fatto che, visto che tutte le spese per Amatrice e Accumoli erano già coperte dai vari decreti post terremoto (ma, per quanto riguarda Amatrice, anche da altre donazioni di privati appositamente organizzate per il comune laziale), la parte delle risorse degli sms solidali destinati al Lazio andasse ad altri interventi, nello specifico per rendere sicure alcune scuole.
Perché, per capire come ci si è mossi, i fondi degli sms sono stati inizialmente ripartiti tra le Regioni sulla base dei danni subiti, con le Marche che ha avuto la fetta più consistente (17,5 milioni di euro). Per decidere, poi, come utilizzarli ogni Regione si è confrontata con i sindaci interessati ed insieme stati selezionati i progetti. Nelle Marche i progetti scelti dalla Regione sono, poi, stati approvati prima dalla conferenza dei sindaci della provincia di Macerata, poi da quella di Ascoli. Lo stesso percorso è stato compiuto dalle altre regioni, Abruzzo, Umbria e Lazio.
In questo lungo iter l’unica voce fuori dal coro che si è levata (a giugno-luglio) è stata quella del sindaco Petrucci. Come abbiamo anticipato alcune scelte sono sembrate discutibili. Ma chi ha taciuto allora, quando c’erano le concrete possibilità di incidere e di far cambiare le scelte. dovrebbe avere il buon senso di farlo anche ora. Dispiace che, invece, questa volta il protagonista in negativo sia stato proprio Pirozzi che, pure, per molti mesi nel post emergenza terremoto si era distinto per la sua caparbietà, per il suo modo appassionato di difendere il proprio territorio ma senza mai cadere nella bassa demagogia, alzando la voce solo quando era necessario.
Non ci interessa e non vogliamo correre dietro alle ipotesi che in questi giorni sono state fatte per spiegare questo improvvisa e immotivata presa di posizione del sindaco di Amatrice, tra chi crede che sia la prima esternazione in funzione elettorale (da tempo si parla della volontà di alcuni partiti di candidarlo presidente della Regione Lazio) e chi invece sottolinea che aveva bisogno di visibilità e di tornare sotto quei riflettori che su di lui e sul suo territorio si sono drammaticamente accesi da quel dannato 24 agosto ma che negli ultimi tempi si stavano pian piano spegnendo.
Non sappiamo quale sia la ragione e poco ci interessa. Ci preme invece sottolineare come il sindaco laziale in questo caso abbia clamorosamente toppato,facendo partire una polemica basata sul nulla. E come la sua improvvida uscita rischi di provocare conseguenze non di poco conto. Come è inevitabile che fosse, in un paese sempre più diffidente (non completamente a torto), poche ore dopo la sua esternazione ecco spuntare sui social e sul web gli inviti rivolti agli italiani a non fare più donazioni di alcun genere, in eventuali prossime situazioni di emergenza, perché poi non si sa dove finiscono.
Davvero un pessimo messaggio, soprattutto in un paese come il nostro nel quale, tra le tante cose che non funzionano, almeno fino ad ora ci si è sempre potuti vantare della grande generosità e della grande dimostrazione di solidarietà che ogni volta dimostrano gli italiani in queste drammatiche circostanze. Inevitabilmente la prossima volta c’è il rischio che la cosa non si ripeta…