Il piano delle opere pubbliche per il 2018 prevede ben 72 interventi, per un investimento complessivo di oltre 43 milioni di euro, mentre quello triennale 2018-2020 conta ben 127 interventi per oltre 90 milioni di euro. Ma molte di quelle opere attendo da anni di essere realizzate
Archiviata l’estate, settembre non è solamente il mese in cui ricominciano le scuole. Ormai da diversi anni nel capoluogo piceno è anche il periodo dei sogni, quelli piacevoli ma irrealizzabili, alimentati soprattutto dall’amministrazione comunale. Che in questo periodo solitamente approva il piano annuale e quello triennale delle opere pubbliche.
Per i profani si tratta dei lavori pubblici, degli interventi che sindaco e assessori si propongono di realizzare (o quanto meno di avviare) nel corso del prossimo anno (2018) e nel prossimo triennio (2018-2020). Quest’anno l’approvazione è arrivata il 13 settembre scorso, con delibera di giunta comunale n. 153, con un piano che prevede per il 2018 la realizzazione di 77 interventi per oltre 43 milioni di euro, mentre per il triennio 2018-2020 sono 127 gli interventi in programma, per un investimento di oltre 90 milioni di euro. E allora, prima di analizzare seriamente e in maniera concreta i due programmi e tornare, quindi, alla cruda realtà, proviamo anche noi a chiudere gli occhi e a sognare l’Ascoli che verrà, come potrebbe essere la città nel 2020 se quei programmi venissero concretamente realizzati (almeno in buona parte).
Di sicuro non avremmo quasi più problemi di parcheggio, visto che ci sono a disposizione i nuovi parcheggi interrati di piazza Immacolata e via Lungo Castellano e quello nella zona di San Pietro in Castello. Inoltre potremmo goderci il nuovo Squarcia finalmente completato, con di fronte i riqualificati giardini pubblici di Corso Vittorio Emanuele, compresa la splendida fontana finalmente tornata funzionante. Andando verso il centro si possono ammirare le splendide botteghe appena riqualificate del chiostro di San Francesco, mentre proseguendo verso Porta Cappuccina ci imbattiamo nel nuovissimo ostello.
Anche le frazioni hanno un nuovo e affascinante look, al Marino fa bella mostra la riqualificata stazione, Mozzano ha i nuovi marciapiedi e, con l’allargamento della sede stradale dell’ex Salaria, finalmente non corre più rischi. Monticelli, invece, sembra un quartiere completamente nuovo, con il nuovo ponte, gli interventi realizzati grazie ai 18 milioni del bando periferie e, addirittura, finalmente anche con i 27 alloggi di edilizia popolare sperimentale. Ma il vero fiore all’occhiello sono gli impianti sportivi, a partire dalla cittadella dello sport finalmente completata, con a fianco la riqualificata pista di atletica, messa anche in sicurezza.
Poco distante c’è la nuova e ristrutturata palestra di atletica pesante, mentre a Monticelli sorgono nuovi impianti sportivi, compreso il nuovo campo di calcio dove prima c’era il velodromo. La vera “chicca”, però, è il nuovo centro sportivo con campo di rugby all’ex Villaggio del Fanciullo, mentre addirittura anche Venagrande ha il nuovissimo impianto sportivo coperto. Di una così grande attenzione verso l’impiantistica sportiva non poteva che beneficiarne anche lo stadio Del Duca che ha la nuova tribuna coperta (nel sogno non è specificato se l’ha realizzata l’Ascoli o il Comune) e, soprattutto, anche la nuova e riqualificata curva sud. E, per completare nel degno modo lo stadio, il nuovo sindaco ha assicurato che per l’inizio del campionato 2021-2022 sarà finalmente pronta e potrà essere inaugurata la nuova tribuna est (anche i sogni devono contenere un minimo di realtà…).
Davvero un bel sogno, ispirato da quella delibera e dai piani delle opere pubbliche, quello per il 2018 e quello triennale 2018-2020, che però l’esperienza ci insegna che in larghissima parte restano, appunto, solo delle mere illusioni. D’altra parte basterebbe solo pensare che gran parte di quelle opere che hanno popolato il nostro sogno vengono puntualmente promesse e riproposte da anni, nei vari piani annuali delle opere pubbliche. I due parcheggi interrati di piazza Immacolata e di via Lungo Castellano, ad esempio, meriterebbero il premio fedeltà perché presenti da tantissimi anni nei vari piani annuali e triennali, così come la riqualificazione della stazione del Marino.
Un paio di dati dovrebbero far capire come stanno realmente le cose. Lo scorso anno il piano annuale delle opere pubbliche per il 2017 prevedeva complessivamente 72 interventi, compresi 4 di semplice manutenzione. Di quelle 72 opere ben 63 sono state riproposte nel piano del 2018 o in quello triennale 2018-2020. Questo, in altre parole, significa che, al di là delle manutenzioni, solo 5 delle opere del piano 2017 sono state realizzate o quanto meno avviate. Certo, è indiscutibile che l’attività amministrativa dell’ultimo anno è stata condizionata dal terremoto.
Ma il piano opere pubbliche per il 2017 è stato approvato ad ottobre 2016, cioè quando già l’emergenza sismica era pienamente in atto. Non solo, anche l’anno precedente le cose non erano andate certo meglio, anzi. Il piano opere pubbliche per il 2016, approvato ad ottobre 2015, prevedeva ad esempio 45 interventi, di cui 6 di manutenzione. Ebbene 29 di quegli interventi li ritroviamo oggi nel piano per il 2018, segno evidente che non stati realizzati. Considerando che altri 3 interventi sono definitivamente scomparsi, a parte le manutenzioni nel 2016 sono stati realizzati o avviati appena 7 opere.
Altri indicatori, poi, ci fanno capire meglio la situazione. Nel programma annuale delle opere pubbliche allegato alla delibera di approvazione, per ogni opera viene anche indicato lo stato di progettazione e la stima di quando verranno iniziati e terminati i lavori. L’iter tradizionale per la realizzazione di un’opera pubblica prevede inizialmente uno studio di fattibilità, poi l’approvazione prima del progetto preliminare, poi di quello definitivo, infine il progetto esecutivo, in seguito al quale viene poi indetto il bando per l’assegnazione dei lavori. Tappe che solitamente richiedono molti mesi, in genere tra l’approvazione del progetto preliminare e quello esecutivo trascorrono almeno 5-6 mesi, quando le cose vanno bene (o quando il progetto non viene bloccato e cambiato, come è avvenuto spesso negli ultimi anni nel capoluogo piceno).
Ebbene dei 77 interventi inseriti nel pano opere pubbliche 2018 nessuno ha già approvato il progetto esecutivo, appena 19 ha quello definitivo e per ben 46 progetti siamo ancora solamente allo studio di fattibilità. Quanto all’indicazione del periodo presunto di avvio dei lavori per nessuno di quei 77 interventi è previsto l’avvio nel primo trimestre del 2018, per la maggior parte vengono indicati il terzo e il quarto trimestre. Incredibilmente, però, per l’intervento di adeguamento degli edifici alle norme per la prevenzione incendi l’inizio lavori è indicato per il quinto trimestre del 2018, mentre l’avvio dell’intervento per la realizzazione dell’area parcheggi scuola elementare di Poggio di Bretta è addirittura fissato per il sesto trimestre dell’anno. Forse sarebbe il caso che qualcuno avvisi i dirigenti comunali, il sindaco e gli assessori che un anno ha appena 12 e non 18 mesi…
Andando, infine, ad analizzare i 77 interventi che fanno parte del piano 2018, gli investimenti più consistenti sono previsti per i 27 alloggi di edilizia popolare sperimentale a Monticelli (3,5 milioni di euro) e per il completamento dei 54 alloggi nella zona del Pennile di Sotto. Inevitabilmente nel piano annuale sono anche previsti interventi per il risanamento dei danni provocati dal terremoto. In particolare sono in programma interventi per edifici pubblici (2,1 milioni di euro) edifici privati (2 milioni di euro) e infrastrutture (2 milioni di euro). Singolare, però, il fatto che come fonte di finanziamento per questi interventi si fa riferimento esclusivamente ai fondi statali (con un parte di autofinanziamento del Comune per 600 mila euro), mentre non viene in alcun modo menzionato la famosissima polizza di assicurazione.
Da segnalare, infine, che secondo il programma triennale delle opere pubbliche il 2020 dovrebbe essere l’anno d’oro per gli impianti sportivi, visto che sono previsti gli interventi per la realizzazione di un centro sportivo per campo di rugby ed altri sport presso l’ex Villaggio del Fanciullo (800 mila euro) e il rifacimento della curva sud (3 milioni di euro). In entrambi casi come fonte di finanziamento si fa riferimento a fondi privati (per la curva sud immaginiamo l’Ascoli Picchio…). L’esperienza di questi anni, però, induce alla massima cautela…