E la chia­ma­no pre­ven­zio­ne…


La leg­ge 45/​2017 di con­ver­sio­ne del de­cre­to ter­re­mo­to 8/​2017 im­po­ne ai 140 co­mu­ni del cra­te­re di ef­fet­tua­re la mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca di ter­zo li­vel­lo, met­ten­do a di­spo­si­zio­ne an­che i re­la­ti­vi fon­di. Che, però, se­con­do il prof. Ton­di e il geo­lo­go Fol­chi Vici sono in­suf­fi­cien­ti

E’ sta­to come al so­li­to un in­con­tro mol­to in­te­res­san­te quel­lo che si è te­nu­to do­me­ni­ca po­me­rig­gio a Ca­stel di Lama, nel­l’am­bi­to del­la Fie­ra del SS. Cro­ci­fis­so, dal ti­to­lo “I ter­re­mo­ti del­l’e­sta­te au­tun­no 2016 nel­l’I­ta­lia cen­tra­le dal­la ge­stio­ne del­l’e­mer­gen­za alla pre­ven­zio­ne”. E lo è sta­to non solo per l’im­por­tan­za in se del­l’ar­go­men­to ma an­che e so­prat­tut­to per la pre­sen­za di re­la­to­ri dav­ve­ro mol­to qua­li­fi­ca­ti.

Come il prof. Ema­nue­le Ton­di, di­ret­to­re del­la se­zio­ne di Geo­lo­gia, Scuo­la di Scien­ze e Tec­no­lo­gia del­l’U­ni­ver­si­tà di Ca­me­ri­no, ma an­che il geo­lo­go Cle­men­te Fol­chi Vici che si sta oc­cu­pan­do del­la mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca di III li­vel­lo in atto a Ca­stel di Lama. Il prof. Ton­di, come sua abi­tu­di­ne, ha spie­ga­to con estre­ma chia­rez­za di­ver­si aspet­ti tec­ni­ci, come, ad esem­pio, la dif­fe­ren­za tra pe­ri­co­lo­si­tà si­smi­ca (che ri­guar­da la ma­gni­tu­do mas­si­ma che si può ve­ri­fi­ca­re in un de­ter­mi­na­to luo­go e, quin­di, non si può ri­dur­re) e ri­schio si­smi­co (che, in­ve­ce, si può ri­dur­re pia­ni­fi­can­do l’e­mer­gen­za e ri­du­cen­do la vul­ne­ra­bi­li­tà di edi­fi­ci e strut­tu­re).

Ha poi evi­den­zia­to come ser­va una nuo­va car­ta del­la pe­ri­co­lo­si­tà si­smi­ca, sot­to­li­nean­do come quel­la at­tua­le sia una car­ta sta­ti­ca, nel sen­so che non ci evi­den­zia le aree dove, sul­la base di de­ter­mi­na­te in­for­ma­zio­ni di ca­rat­te­re sto­ri­co, ci si pos­so­no aspet­ta­re even­ti si­smi­ci pri­ma di al­tre.  Ton­di ha poi sve­la­to come, in un la­vo­ro svol­to da un’e­qui­pe da lui gui­da­ta nel 2003, pro­prio ri­co­struen­do la sto­ria del­le fa­glie che van­no da Col­fio­ri­to a L’A­qui­la si era ipo­tiz­za­ta un’e­vo­lu­zio­ne del­la si­tua­zio­ne che sa­reb­be sfo­cia­ta nel­la se­quen­za si­smi­ca che poi si è ve­ri­fi­ca­ta nel­l’e­sta­te – au­tun­no 2016 (na­tu­ral­men­te sen­za po­ter pre­ve­de­re con esat­tez­za quan­to que­sta si sa­reb­be ve­ri­fi­ca­ta).

E’ sta­ta poi la vol­ta del dott. Fol­chi Vici che ha re­la­zio­na­to sul la­vo­ro che sta ef­fet­tuan­do nel ter­ri­to­rio di Ca­stel di Lama, par­lan­do però più in ge­ne­ra­le del­la mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca e for­nen­do in­te­res­san­ti spun­ti su quan­to sta av­ve­nen­do in pro­po­si­to nei co­mu­ni che fan­no par­te del cra­te­re, con un’at­ten­zio­ne e un al­lar­me par­ti­co­la­re ri­guar­do la si­tua­zio­ne di Asco­li. Per chi non lo sa­pes­se,  gli stu­di di mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca han­no l’o­biet­ti­vo di ra­zio­na­liz­za­re la co­no­scen­za sul­le al­te­ra­zio­ni che lo scuo­ti­men­to si­smi­co può su­bi­re in su­per­fi­cie, re­sti­tuen­do in­for­ma­zio­ni uti­li per il go­ver­no del ter­ri­to­rio, per la pro­get­ta­zio­ne, per la pia­ni­fi­ca­zio­ne per l’e­mer­gen­za e per la ri­co­stru­zio­ne post si­sma.

In al­tre pa­ro­le que­gli stu­di ci per­met­to­no di in­di­vi­dua­re le zone si­smi­ca­men­te sta­bi­li e quel­le in­ve­ce sog­get­te ad in­sta­bi­li­tà , quin­di le zone dove è con­si­glia­bi­le co­strui­re e quel­le in­ve­ce più a ri­schio. Sono stu­di fon­da­men­ta­li, quin­di, so­prat­tut­to in quel­le zone, in quei ter­ri­to­ri che han­no avu­to pro­ble­mi con il ter­re­mo­to. Ri­fa­cen­do­ci a quan­to det­to dal prof. Ton­di la mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca (MS) è, quin­di, uno stru­men­to fon­da­men­ta­le per la ri­du­zio­ne del ri­schio, par­ti­co­lar­men­te ef­fi­ca­ce se ap­pli­ca­to fino dal­le pri­me fasi del­la pia­ni­fi­ca­zio­ne ur­ba­ni­sti­ca. La mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca si sud­di­vi­de in tre li­vel­li di ap­pro­fon­di­men­to.

Il pri­mo è un li­vel­lo pro­pe­deu­ti­co ai veri e pro­pri stu­di di MS in quan­to con­si­ste in una rac­col­ta di dati pre­e­si­sten­ti ela­bo­ra­ti per sud­di­vi­de­re il ter­ri­to­rio in mi­cro­zo­ne qua­li­ta­ti­va­men­te omo­ge­nee. Il se­con­do li­vel­lo in­tro­du­ce l’e­le­men­to quan­ti­ta­ti­vo as­so­cia­to alle zone omo­ge­nee, uti­liz­zan­do ul­te­rio­ri e mi­ra­te in­da­gi­ni, se ne­ces­sa­rie  e de­fi­ni­sce una vera i pre­sup­po­sti di una vera car­ta di Ms, men­tre il ter­zo li­vel­lo è quel­lo più com­ple­to che re­sti­tui­sce una car­ta di MS con ap­pro­fon­di­men­ti su te­ma­ti­che o aree par­ti­co­la­ri, in par­ti­co­la­re nel­le zone su­scet­ti­bi­li com­ples­se e gra­vi.

I ri­sul­ta­ti de­gli stu­di di MS sono quin­di rap­pre­sen­ta­ti nel­le car­te di Ms che di­stin­guo­no le zone sta­bi­li (quel­le nel­le qua­li il moto si­smi­co non vie­ne mo­di­fi­ca­to ri­spet­to a quel­lo at­te­so in con­di­zio­ni idea­li di roc­cia ri­gi­da e pia­neg­gian­te), le zone sta­bi­li con am­pli­fi­ca­zio­ni (nel­le qua­li il moto si­smi­co vie­ne mo­di­fi­ca­to e am­pli­fi­ca­to a cau­sa del­le ca­rat­te­ri­sti­che geo­lo­gi­che, geo­fi­si­che, geo­tec­ni­che e mor­fo­lo­gi­che del ter­ri­to­rio) e le zone in­sta­bi­li (nel­le qua­li il si­sma può at­ti­va­re fe­no­men­ti di de­for­ma­zio­ne per­ma­nen­te del ter­ri­to­rio come fra­ne, li­que­fa­zio­ni del ter­re­no, fo­glia­zio­ne su­per­fi­cia­le e ce­di­men­ti dif­fe­ren­zia­li del ter­re­no che pos­so­no crea­re gra­di­ni mor­fo­lo­gi­ci).

E’ chia­ro, quin­di, che ai fini di una se­ria at­ti­vi­tà di pre­ven­zio­ne è ne­ces­sa­rio ef­fet­tua­re una mi­cro­zo­na­zio­ne di ter­zo li­vel­lo, l’u­ni­ca che con­sen­ta una se­ria pro­gram­ma­zio­ne e pia­ni­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio in gra­do di af­fron­ta­re ade­gua­ta­men­te il ri­schio si­smi­co. Qua­si su­per­fluo sot­to­li­nea­re come la mag­gior par­te dei Co­mu­ni, com­pre­si quel­li che sono in zone sen­si­bi­li, pri­ma del 24 ago­sto 2016 al mas­si­mo ave­va­no ef­fet­tua­to stu­di di MS di pri­mo li­vel­lo, quin­di quel­li più su­per­fi­cia­li. E’ così an­che per il Co­mu­ne di Asco­li che, tra il 2013 e il 2014, ave­va  ef­fet­tua­to in­da­gi­ni di MS di pri­mo li­vel­lo.

Ora na­tu­ral­men­te dopo la se­quen­za si­smi­ca ini­zia­ta ad ago­sto 2016 è emer­sa la ne­ces­si­tà di una più se­ria at­ti­vi­tà di pre­ven­zio­ne e la mi­cro­zo­na­zio­ne si­smi­ca (ter­mi­ne fino ad al­lo­ra ai più sco­no­sciu­ti) è di­ven­ta­ta una del­le prio­ri­tà. Tan­to da spin­ge­re il go­ver­no e il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio Er­ra­ni ad adot­ta­re prov­ve­di­men­ti ad hoc. “La leg­ge 45/​2017 di con­ver­sio­ne del de­cre­to ter­re­mo­to 8/​2017 – spie­ga Fol­chi Vici – ha sta­bi­li­to che tut­ti i 140 co­mu­ni del cra­te­re do­vran­no ef­fet­tua­re stu­di di MS di III li­vel­lo, con il sup­por­to de­gli enti esper­ti in ma­te­ria (Ispra, Po­li­tec­ni­co di To­ri­no, Cnr, Sa­pien­za di Roma), fis­san­do an­che ter­mi­ni pe­ren­to­ri per tut­to l’i­ter che pre­ve­de­va l’i­ni­zio dei la­vo­ri per il 10 lu­glio e il ter­mi­ne en­tro il pros­si­mo 10 di­cem­bre. A tal pro­po­si­to sono sta­ti stan­zia­ti an­che i fon­di per ef­fet­tua­re gli stu­di di MS”.

Bene, ver­reb­be da dire d’i­stin­to. Il pro­ble­ma, però, è che come suc­ce­de qua­si sem­pre nel no­stro pae­se an­che quel­la che, al­me­no sul­la car­ta, è una buo­nis­si­ma ini­zia­ti­va in con­cre­to poi non vie­ne mai ap­pli­ca­ta nel modo mi­glio­re (e quin­di ri­sul­ta ine­vi­ta­bil­men­te de­fi­ci­ta­ria). “Per tut­ti i co­mu­ni sono sta­ti con­ces­si 150 gior­ni – pro­se­gue Fol­chi Vici – un li­mi­te che può an­dar bene per le real­tà più pic­co­le ma che può non es­se­re suf­fi­cien­te per i co­mu­ni più gran­di. Inol­tre si è par­ti­ti in gra­ve ri­tar­do, il de­cre­to ter­re­mo­to 8/​2017 è di feb­bra­io , bi­so­gna­va muo­ver­si e par­ti­re su­bi­to e non aspet­ta­re al­tri 5 mesi. 

Per­ché gli stu­di di MS di ter­zo li­vel­lo de­vo­no es­se­re pro­pe­deu­ti­ci alla ri­co­stru­zio­ne, in­ve­ce ter­mi­ne­ran­no a di­cem­bre quan­do già la ri­co­stru­zio­ne sarà ini­zia­ta (o quan­to meno sarà sta­ta pro­gram­ma­ta). Poi c’è il so­li­to pro­ble­ma dei fon­di, sono sta­ti stan­zia­ti 5 mi­lio­ni di euro che non sono cer­to suf­fi­cien­ti”. In real­tà la leg­ge di con­ver­sio­ne 45/​2017 ha poi por­ta­to lo stan­zia­men­to a 6,5 mi­lio­ni di euro, di cui, però, solo una par­te (3,8 mi­lio­ni di euro) è sta­ta de­sti­na­ta ai Co­mu­ni per gli stu­di di MS. “Sono as­so­lu­ta­men­te in­suf­fi­cien­ti – ac­cu­sa Fol­chi Vici – te­ne­te pre­sen­te che ogni son­dag­gio in pro­fon­di­tà, fon­da­men­ta­le per ca­pi­re la na­tu­ra e la con­di­zio­ne del ter­re­no da ana­liz­za­re, co­sta ol­tre 8 mila euro. 

A Ca­stel di Lama han­no sono co­per­ti i co­sti di solo due son­dag­gi, poi ab­bia­mo avu­to la for­tu­na di un pri­va­to che ci ha per­mes­so di ef­fet­tuar­ne un ter­zo in un’al­tra zona. Tut­to som­ma­to per Ca­stel di Lama può es­se­re suf­fi­cien­te ma pen­so ad una si­tua­zio­ne come quel­la di Asco­li, in un ter­ri­to­rio che tra cen­tro, quar­tie­ri e le di­ver­se fra­zio­ni è così va­sto e, per stu­di di MS seri, avreb­be bi­so­gno di nu­me­ro­si son­dag­gi. Chi sta ope­ran­do ad Asco­li ha for­ti per­ples­si­tà, è una si­tua­zio­ne pro­ble­ma­ti­ca”.

Ad Asco­li lo stu­dio di MS di ter­zo li­vel­lo è sta­to af­fi­da­to, con de­ter­mi­na n. 850 del 13 giu­gno, ad un geo­lo­go asco­la­no. A di­spo­si­zio­ne del ca­po­luo­go pi­ce­no la leg­ge di con­ver­sio­ne del de­cre­to 8/​2017 ha mes­so a di­spo­si­zio­ne 48.800 euro, una som­ma che a giu­di­ca­re da quan­to ha af­fer­ma­to Fol­chi Vici è as­so­lu­ta­men­te in­suf­fi­cien­te (ba­sta pen­sa­re al di­scor­so re­la­ti­vo ai son­dag­gi). D’al­tra par­te, a con­fer­ma del­l’in­suf­fi­cien­za del­lo stan­zia­men­to, ba­sta pen­sa­re che nel 2013-2014, quan­do il Co­mu­ne com­mis­sio­nò (con i fon­di re­gio­na­le) gli stu­di di MS di pri­mo li­vel­lo la Re­gio­ne mise a di­spo­si­zio­ne 52 mila euro.

E’ del tut­to evi­den­te che, per stu­di più ap­pro­fon­di­ti ri­spet­to a quel­li, sa­reb­be­ro ne­ces­sa­ri fon­di mag­gio­ri. Che, in­ve­ce, non ci sono e ri­schia­no dav­ve­ro di tra­sfor­ma­re un’i­ni­zia­ti­va po­ten­zial­men­te va­li­da in una sor­ta di “ana­tra zop­pa”. “I fon­di sono as­so­lu­ta­men­te in­suf­fi­cienti – ac­cu­sa il prof. Ton­di – di­ver­si col­le­ghi in que­ste con­di­zio­ni sono in dif­fi­col­tà a for­ni­re dati. Non ca­pi­sco per­ché i geo­lo­gi non si sono fat­ti sen­ti­re, in que­sti mesi mi ha col­pi­to la la­ti­tan­za de­gli or­di­ni pro­fes­sio­na­li”.

Sa­reb­be im­por­tan­te che an­che i sin­da­ci si fa­ces­se­ro sen­ti­re, ma­ga­ri con in te­sta il sin­da­co Ca­stel­li che in pas­sa­to ha fat­to sen­ti­re la pro­pria voce, non sem­pre a ra­gio­ne, e che ora po­treb­be far­si por­ta­vo­ce di un di­sa­gio, in que­sto caso am­pia­men­te com­pren­si­bi­le e giu­sti­fi­ca­to dai fat­ti. Per una si­tua­zio­ne che, nel­le mi­glio­ri in­ten­zio­ni ini­zia­li, do­ve­va rap­pre­sen­ta­re un im­por­tan­te pas­so avan­ti ver­so una cor­ret­ta pre­ven­zio­ne. Ma che ora ri­schia di tra­sfor­mar­si nel so­li­to “pa­stic­cio al­l’i­ta­lia­na”.