Basta una scossa di magnitudo 4.0 per provocare morti, feriti e crolli diffusi. “E’ allucinante che in Italia si continui a morire per terremoti di questa entità” commenta amaramente il presidente del Collegio nazionale dei Geologi Francesco Peduto
Le immagini di crolli. Le prime voci su morti, dispersi e feriti. Praticamente un anno dopo il terremoto del 24 agosto, una nuova scossa “letale” nel nostro territorio nazionale.
La sensazione di essere ripiombati in un incubo, il sangue gelato, lo sconforto, la paura, la profonda commozione. Poi, però, con il passare dei minuti, con il quadro che pian piano è diventato più chiaro quelle terribili sensazioni hanno lasciato il posto allo stupore, allo sconcerto, alla rabbia. Soprattutto alla rabbia, perché non è in alcun modo accettabile che quello che ascoltiamo ormai da ore sia il drammatico bollettino successivo ad una scossa di terremoto di magnitudo 4.0.
Non ci volevamo credere e tutt’ora facciamo fatica a pensare che possa essere davvero così, viene voglia per una volta di leggere al più presto uno dei soliti post che puntualmente spuntano dopo un terremoto nel quale si grida alla solita storiella della magnitudo abbassata per chissà quale “losco” motivo. In questo caso senza neppure pensarci saremmo pronti a crederci. Perché la verità, cruda e sconfortante, in questo caso è difficile da accettare e da credere molto più di una qualsiasi fake news.
D’altra parte come si fa ad accettare che nel ventunesimo secolo, in un paese che ormai è sempre più difficile definire civile, i crolli, i feriti e le vittime possano essere stati provocati da un terremoto di 4.0? Ripetiamo ossessivamente quel 4.0 (non cambia molto rispetto all’ancora più sconcertante 3.6 iniziale) perché è fuori dal mondo ma è così, il sito dell’Ingv così come quelli di altre stazioni di rilevamento confermano che quella è la magnitudo del terremoto che si è verificato lunedì21 agosto alle 20.57 davanti all’isola di Ischia.
Senza star a ricordare l’interminabile sequenza sismica che ha colpito le nostre zone, come hanno sottolineato diversi geologi sulla terra terremoti di questa intensità se ne verificano decine alla settimana, senza mai provocare danni rilevanti. E, pur considerando che, come sostengono i geologi stessi, c’è stato un chiaro fenomeno di “amplificazione di cresta” (le onde sismiche sono più alte nelle zone rilevate), è sconcertante che un simile sisma abbia potuto provocare 2 morti, 20 feriti (almeno stando alle ultimi notizie) e decine di crolli. Non sarebbe potuto accadere in nessun altro posto al mondo, accade purtroppo nel nostro paese, per giunta in una zona che era considerata a rischio sismico e che in passato aveva già subito un terremoto devastante.
Nel luglio del 1883, infatti, un terremoto di magnitudo 5.8 provocò a Casamicciola ben 2300 morti, oltre la metà dei residenti (4.300 abitanti in quel periodo). Oltre 130 dopo un terremoto molto più lieve provoca comunque morte e distruzione, dimostrando come da questo punto di vista siamo un paese fermo a 130 anni fa. A rendere la situazione ancora più sconfortante è il fatto, purtroppo anche in questo non certo una novità, che a subire danni gravi sono ancora una volta gli edifici considerati strategici, cioè quelli che in caso di calamità simili dovrebbero essere un punto di riferimento per la popolazione. Invece anche l’ospedale è stato gravemente danneggiato ed evacuato.
“E’ allucinante che nel nostro paese si continui a morire per terremoti di questa entità – commenta amaramente il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto – l’Italia si conferma estremamente vulnerabile, non ci facciamo mancare niente dal punto di vista dei rischi geologici, non solo rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico. Ora sarebbe facile parlare dei ritardi della ricostruzione in Italia centrale, della necessità di accelerare interventi e azioni, ma quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione“. Già, prevenzione è un termine che nel nostro paese è abusato dopo ogni tragedia simile. Ci riempiamo la bocca con quel termine ma poi ce ne dimentichiamo presto e, anzi, facciamo esattamente il contrario.
L’esempio di quanto sta accadendo in questi mesi è sin troppo eloquente, parliamo dell’importanza della prevenzione però intanto accettiamo con folle tranquillità che le amministrazioni locali possano prendersela comoda, addirittura entro giugno 2018 per fare le verifiche di vulnerabilità sismica negli edifici strategici (appunto ospedali, scuole, centri di protezione civile). E, peggio ancora, non è prevista alcuna sanzione per chi non rispetta quella scadenza. Ma guardando indietro negli anni scopriamo che il film è sempre lo stesso. Proprio nei giorni scorsi il ministro Del Rio parlava dell’incredibile scoperta, di ben 2,5 miliardi di euro stanziati per prevenire il dissesto idrogeologico ma mai spesi. E vogliamo parlare dell’imbarazzante storia delle verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole, che dovevano essere fatte entro il 2013, per le quali erano a disposizione centinaia e centinaia di milioni ma che pochissimi Comuni e Province hanno realmente fatto?
“Si è parlato di tante cose in questi 12 mesi – sottolinea Pedulo -, dall’informativa alle popolazioni alle lezioni nelle scuole, dal fascicolo del fabbricato alle assicurazioni sui fabbricati, dal rifinanziamento della carta geologica a quello per la microzonazione sismica fino alla necessità di abbattere le case abusive, come ribadito ieri anche dal ministro Delrio. Tante chiacchiere, ma un anno dopo non è stato fatto quasi nulla. Il governo e il Parlamento si assumano la responsabilità di decidere in proposito senza farsi distogliere da interessi e lobby varie, come a proposito del fascicolo del fabbricato: ma veramente qualcuno crede ancora alla favola dei tecnici che si arricchirebbero con il fascicolo del fabbricato? Far conoscere lo stato sicurezza delle case dove un cittadino abita o lavora è un fatto di etica innanzitutto, un principio morale prima ancora che una misura di salvaguardia e di prevenzione civile. Le misure per la prevenzione non possono non essere al centro dell’agenda del prossimo governo“.
Speriamo davvero di sbagliare, ma abbiamo la netta sensazione che quello del presidente del Consiglio nazionale dei Geologi sarà l’ennesimo appello inascoltato. E, per giunta, non possiamo neanche più di tanto prendercela con l’attuale governo, con l’attuale Parlamento. E non solo perché, dovrebbe essere abbastanza ovvio, non possiamo certo imputare a loro i ritardi e le mancanze di decenni. Ma anche e soprattutto perché sarebbe opportuno iniziare a farci un serio esame di coscienza, interrogandoci sul nostro comportamento. Perché siamo sempre tutti pronti a invocare la prevenzione, a scagliarci contro chiunque in occasione di queste tragedie, a protestare contro le inefficienze delle istituzioni.
Ma, poi, all’atto pratico molto spesso siamo anche noi complici e non meno colpevoli di questa inaccettabile situazione. Quasi casualmente, ad esempio, in queste ore ho riscoperto in rete un articolo di 7 anni fa che riguardava proprio Casamicciola, la zona maggiormente colpita dal terremoto. L’articolo del gennaio 2010 raccontava la vera e propria guerriglia che si era scatenata per impedire che venissero abbattute le case abusive. Una guerriglia provocata non solo dai proprietari delle abitazioni da abbattere ma da tutti i residenti. Addirittura si cita una manifestazione, con tanto di sciopero, da parte degli studenti delle scuole di Ischia in difesa di quelle abitazioni abusive.
“Trecento manifestanti – si legge nell’articolo – avevano affrontato ore prima, in una notte freddissima, con barricate e lanci di sassi 150 poliziotti e decine di carabinieri sbarcati da Napoli con gli ordini di demolizione. Le demolizioni dovevano essere eseguite il 19 gennaio ma un gruppo di cittadini aveva inscenato un muro umano davanti all’accesso della casa da abbattere e il procuratore aggiunto aveva prospettato una sospensione temporanea. Decisione accolta con favore dal comitato che si oppone alla demolizione, che, a detta degli organizzatori, sostiene una «battaglia sociale» «per il diritto alla casa. Pochi giorni dopo, centinaia di studenti delle scuole medie superiori si erano recati a Casamicciola per esprimere la solidarietà alla famiglia destinataria del provvedimento giudiziario, un picchetto che non ha praticamente mai abbandonato l’ingresso alla casa, davanti al quale si è tenuta perfino una veglia di preghiera. Due giorni fa, un corteo di 3000 persone aveva sfilato tra Lacco Ameno e Ischia, esponendo striscioni e gridando slogan in difesa delle case abusive”. Davvero superfluo aggiungere altro.