Il primo cittadino in Consiglio comunale aveva dichiarato che l’evasione ad Ascoli è modesta e “governabile in maniera dissuasiva”. Ma una delibera di giunta dimostra l’esatto contrario: quasi 8 milioni di euro da recuperare ma meno2,5 milioni di euro realmente incassati
Ma il Guido Castelli che approva, insieme agli assessori, le delibere di giunta comunale è lo stesso che si presenta in Consiglio comunale e parla davanti alla civica assise? Non è per caso che il secondo è un sosia del primo? Perché in caso contrario bisognerebbe seriamente iniziare a credere che il sindaco di Ascoli soffra di gravi attacchi di perdita di memoria. Impossibile, altrimenti, spiegare ciò che è accaduto in questi giorni in merito al delicato tema dell’evasione e del recupero delle tasse comunali non pagate.
Martedì 18 luglio in Consiglio comunale, presentando la delibera con la quale il Comune ha deciso di affidare il servizio di riscossione coattiva delle entrate comunali all’Agenzia delle Entrate Riscossione che, di fatto, ha sostituito Equitalia (vedi articolo “Non c’è più Equitalia, in Comune arriva il suo sosia”), il sindaco Castelli dichiarava: “L’evasione nella nostra città è modesta nei quantitativi e può essere governata in maniera dissuasiva, senza ricorrere a interventi coercitivi. Chi non paga non lo fa perché è impossibilitato a farlo o perché è in difficoltà ma perché convive bene con questa evasione”.
Dichiarazione che, per la verità, già aveva provocato non poche perplessità. Innanzitutto perché dipingeva una situazione davvero idilliaca della nostra città, nella quale non ci sarebbero per nulla o quasi famiglie e persone in difficoltà e dove l’evasione è limitata al massimo ed è quasi un fenomeno di costume, poco corrispondente con la realtà. Poi perché, sulla base di quelle convinzione, allora non si capiva che bisogno ci fosse di rivolgersi alla nuova Agenzia per la riscossione coattiva delle entrate.
Nessuno, però, poteva immaginare che quelle affermazioni del sindaco potessero essere smentite completamente, sotto ogni punto di vista, da un atto comunale, una delibera di giunta comunale approvato, sembra impossibile crederci ma è così, appena 4 giorni prima di quel Consiglio comunale, cioè venerdì 14 luglio. In altre parole il sindaco Castelli, 4 giorni dopo aver approvato quella delibera, in Consiglio comunale ha sostenuto l’esatto contrario di quanto è riportato in quell’atto. La delibera in questione, la n. 120 del 14 luglio (“Variazioni di cassa al bilancio 2017-2019”), stabilisce di “apportare le variazioni agli stanziamenti di cassa previsti nel bilancio di previsione 2017 attraverso variazioni compensative di euro 5.400.000”.
In parole semplici si decide di effettuare un consistente taglio agli investimenti, un notevole ridimensionamento che in realtà è addirittura un po’ superiore (5.450.054,10) perché al contempo si prevedono anche aumenti di risorse in qualche capitolo di spesa (tra cui le spese per la segreteria del sindaco e le spese tecniche per il teatro Ventidio Basso). Ma per quale ragione è necessario tagliare in maniera così consistente gli investimenti? Semplice, l’amministrazione comunale (e il sindaco Castelli in testa) si è resa conto che concretamente non riuscirà ad incassare la cifra che aveva previsto di introitare dal recupero dell’evasione delle tasse comunali.
Dei quasi 8 milioni di euro iscritti a bilancio per il recupero dell’evasione (7.866.116,35 euro per l’esattezza), si prevede, infatti, di incassare appena 2.466.116,35 euro, esattamente 5,4 milioni di euro in meno del previsto. E, prima di vedere nel dettaglio cosa è successo e quali saranno gli investimenti tagliati, è sin troppo evidente che i due dati (quello complessivo dell’evasione e il mancato incasso) riportati nell’allegato alla delibera n. 120 smentiscono clamorosamente e completamente, sotto ogni punto di vista, quanto dichiarato dal sindaco in quel Consiglio comunale.
Innanzitutto perché non può essere certo definita “modesta” un’evasione di quasi 8 milioni di euro (e bisogna tenere presente che l’importo da recuperare nel corso del 2017 non rappresenta certo l’evasione totale che, quindi, è addirittura più consistente). Poi perché il clamoroso flop dell’operazione di recupero dimostra inequivocabilmente che non è affatto vero che “può essere governata in maniera dissuasiva”, cioè così facilmente.
A margine di tutto ciò va anche detto che è sconcertante anche il fatto che nel Consiglio comunale del 18 luglio sono state fornite cifre non veritiere in merito all’evasione. Infatti, rispondendo ad un quesito posto dal consigliere comunale Umberto Trenta, il sindaco aveva sostenuto che l’evasione da tasse e tariffe comunali all’incirca ammontava a 3 milioni di euro. Che già così non costituirebbe certo una cifra modesta come aveva sostenuto il primo cittadino. In realtà ora sappiamo (e il sindaco lo sapeva già prima di quel Consiglio comunale…) che parliamo di cifre molto più elevate, almeno 8 milioni di euro.
Andando a vedere nel dettaglio del 5,4 milioni di euro che non verranno incassati 2 milioni derivano da minori incassi dal recupero dell’ici degli anni precedenti (appena 212.698,54 euro entreranno nelle casse comunali rispetto ai 2.212,698,54), 2,4 milioni di euro mancheranno dal recupero della vecchia imu (453.417,81 euro di incasso rispetto ai 2.853.417,81 previsti) e un milione in meno dalla tassa rifiuti degli anni precedenti (1.800.000 euro di incasso rispetto ai 2.800.000 previsti).
A farne le spese saranno alcuni importanti investimenti che saltano del tutto o quasi. A partire dal fondo per gli incentivi per il recupero del patrimonio edilizio residenziale che, di fatto, viene completamente svuotato visto che passa dagli 888.401,28 euro previsti inizialmente agli attuali 10.530,43 euro (sarebbe stato molto più dignitoso e serio tagliarlo completamente a questo punto). Diverse le opere pubbliche che “saltano” o che vedono sensibilmente ridursi gli investimenti (mettendone, così, a rischio la concreta realizzazione).
Lo stanziamento per la riqualificazione dell’area Sacro Cuore, ad esempio, passa dagli iniziali 657.189,38 euro agli attuali 320.399,99 euro (- 336.789,39 euro). Tagli consistenti sono previsti per quanto riguarda l’intervento per il completamento di 54 alloggi nella zona del Pennile di sotto (che passa da 3 a 2 milioni di euro) e per il restauro dell’ex distretto militare (da 685.000 il finanziamento scende a 257.664,32 euro).
Discorso a parte va fatto per gli ormai famosi 27 alloggi Erap a Monticelli, area ex Anas, che di anno in anno subiscono in continuazione rinvii e sottrazione di fondi. In questo caso subiscono una riduzione di 1 milione di euro, con lo stanziamento complessivo che passa da 6.041.790,08 a 5.041.79,08 euro. Completamente cancellati, invece, gli interventi per il recupero dell’ex caserma Vellei (848.546,69 euro) e per la riqualificazione dell’area Pennile di sotto (959.491,49 euro).
In sintesi, quindi, il Comune non riesce a recuperare la consistente evasione delle tasse comunali (quella che per il sindaco è una sorta di fenomeno di custome…) e, di conseguenza, non realizza o lo fa in maniera ridotta importanti opere pubbliche. In pratica, al danno si aggiunge la beffa…