Secondo il censimento effettuato a febbraio 2017 e pubblicato da “Repubblica” rispetto all’anno precedente si è verificato un aumento di quasi 9 mila auto blu, passate da 20.891 a 29.682. Ma analizzando i dati nel dettaglio si scopre una realtà completamente differente
Ricordate il famoso tweet , ad inizio 2015, dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi che annunciava l’avvio della vendita su eBay delle auto blu (“Partita l’asta on
line delle prime auto #laSvoltabuona”)? Sembrava e doveva essere, almeno nei piani del premier, l’inizio di una vera e propria svolta, con un progressivo taglio, fino quasi al dimezzamento, delle “odiose” auto blu, uno dei simboli dei privilegi e degli sprechi tipici della casta dei politici, nazionali e locali.
Da allora sono passati 2 anni e mezzo e, dopo un breve periodo in cui si è effettivamente verificato una pur lieve riduzione, le auto blu tornano ad essere un simbolo e a crescere a dismisura.
Almeno questo è quello che emergerebbe dall’indagine effettuata e pubblicata da “Repubblica” che ha preso come riferimento l’ultimo censimento sulle auto blu della pubblica amministrazione concluso il 28 febbraio, facendolo analizzare e mettere in confronto con quello del febbraio dell’anno precedente dalla società di data management Twig. Il risultato che emerge a prima vista è a dir poco clamoroso. Rispetto al 2016 c’è un aumento di quasi 9 mila auto blu, passate da 20.891 a 29.682. Un dato impressionante che sembra farci tornare indietro di diversi anni, all’inizio del 2014.
Quando la battaglia contro le auto blu fu combattuta … per decreto. Infatti un atto del ministero della Funzione pubblica aveva cambiato i criteri del censimento, eliminando le auto destinate al contrasto delle frodi alimentari, alla manutenzione della rete stradale Anas, alla difesa, alla pubblica sicurezza, ai servizi sociali e sanitari. Non un taglio o una riduzione, quindi, ma una ridefinizione del concetto di auto blu che non può certo essere l’auto a disposizione dell’ente per svolgere determinati servizi. Con la nuova definizione stabilita per decreto, le cosiddette auto blu scesero di quasi 40 mila unità, passando a poco meno di 30 mila.
Poi la “campagna” lanciata da Renzi, la sensibile riduzione che, però, stando ai dati riportati oggi da “Repubblica” è durata molto poco, visto che allo stato attuale siamo tornati quasi a quota 30 mila auto blu, dato praticamente simile a quello registrato nel 2014 dopo il decreto del ministero. Ma siamo certi che sia davvero così? Come vedremo in seguito, analizzando meglio i dati sorgono non pochi dubbi.
Restando ai freddi numeri, il censimento di febbraio scorso ci dice che il consistente aumento è determinato soprattutto dai Comuni dove, sempre secondo Repubblica, si assiste ad un vero e proprio boom di auto blu. Che, nel giro di 12 mesi, sono praticamente raddoppiate passando da circa 9 mila a quasi 16 mila. E, per giunta, si tratta comunque di un dato assolutamente parziale visto che numerosi Comuni si sono rifiutati di denunciare il proprio dato (tra questi c’è anche il Comune di San Benedetto).
Il record assoluto di (presunte) auto blu spetta al Comune di Torino (sindaco Chiara Appendino M5S) con 294 auto blu (in aumento rispetto all’anno precedente), di cui però solo 4 con autista a disposizione. Per quanto riguarda i Comuni al secondo posto, ma decisamente distante, c’è il Comune di Roma (sindaco Virginia Raggi M5S) con 146 auto blu (anche in questo caso in aumento rispetto all’anno precedente) ma ben 131 con autista a disposizione.
Per quanto concerne le Regioni il record di (presunte) auto blu spetta alla Toscana (presidente Enrico Rossi, ex Pd ora Articolo 1 Mdp) con 252 di cui 4 con autista a disposizione, seguita dall’Emilia Romagna (presidente Stefano Bonacini Pd) con 207 di cui solo una con autista a disposizione. Come vedremo in seguito il riferimento alla presenza dell’autista a disposizione ha un’importanza determinante. Tornando ai dati del censimento ci dicono che nella nostra regione tra Regione, Province e Comuni ci sono quasi mille (presunte) auto blu. La Regione ne ha a disposizione 57, di cui 44 a noleggio e 13 di proprietà, con l’autista a disposizione su 3 auto blu.
Per quanto concerne le Province in testa c’è Ascoli con 24 (tutte di proprietà ma senza nessun autista a disposizione), seguita da Fermo con 18 (1 con autista), da Pesaro – Urbino con 15 (senza autista), Macerata con 3 (senza autista) e Ancona con 2 (entrambe con autista). Tra i Comuni capoluogo c’è in testa Macerata con 46 (senza autista), poi Pesaro con 44 (senza autista), Fermo con 38 (un autista a disposizione), Ancona 34 (senza autista) e Ascoli 26 (2 con autista a disposizione).
Fermandoci esclusivamente ai dati freddi, senza addentrarci in alcuna analisi, ci sarebbe da stupirsi, anzi, ci sarebbe da arrabbiarsi per quello che, a prima vista, appare un clamoroso spreco. Anche per quanto riguarda il Comune di Ascoli, che pure tra i comuni capoluogo delle Marche è quello che più si contiene, è comunque difficile digerire 26 auto blu, un numero che appare comunque incredibilmente esagerato (e cosa si potrebbe dire, allora, delle 294 auto blu di Torino?). La realtà, però, è un po’ differente perché analizzando meglio quel censimento emerge con chiarezza che nel calderone delle cosiddette auto blu in realtà vengono anche conteggiate le normali auto di servizio che gli enti utilizzano per tutta una serie di servizi.
Infatti, andando a verificare nel dettaglio come vengono catalogati e suddivisi i dati, emerge che, alla voce “auto per destinazione d’uso” si specifica se le auto in questione sono “a disposizione di uffici/servizi senza autista”, se ad “uso esclusivo con autista” o ad “uso non esclusivo con autista”. Ed è sin troppo evidente che solo quelle che rientrano nelle ultime due definizioni possono essere definite a tutti gli effetti auto blu, visto che quelle che rientrano nella prima voce sono più semplicemente auto di servizio.
Quindi, considerando che la maggioranza delle auto censite rientra proprio nella prima voce, è chiaro le auto blu vere e proprie sono in numero decisamente inferiore rispetto alle quasi 30 mila riportate da “Repubblica”. Ad ulteriore conferma di ciò l’emblematico ed esplicativo post pubblicato nelle ore scorse su facebook da Giuditta Pini.
“Oggi Repubblica ha pubblicato un articolo sotto la rubrica “politica, sprechi e privilegi” intitolato : “il ritorno delle auto blu, in un anno 9000 sono in più” che uno a leggerlo così, rimane di stucco, si indigna e probabilmente si arrabbia – scrive la parlamentare del Pd – anche io ammetto di essere rimasta stupita, 9000 auto blu non sono poche, 9000 autisti, 9000 auto che girano per il Paese acquistate dai Comuni che non hanno i soldi a volte nemmeno per l’ordinaria amministrazione, strano non c’è che dire… Allora sono andata a controllare nella bella mappa interattiva che è presente nell’articolo, e ho guardato le realtà che conosco, Modena per esempio.
Il Comune di Modena spicca in un blu scuro nella mappa (più è scuro più auto ci sono), ben 94 autoblu. Il ché è strano perché se avessi visto il sindaco Muzzarelli o un qualche assessore in auto blu me ne sarei accorta (credo anche i modenesi) e 94, beh a Modena si vedono. E così ho controllato meglio. Auto esclusive con autista (teoricamente le auto blu): 0. Auto con uso non esclusivo ma con autista: 0. A disposizione di uffici/servizi senza autista: 94
Quindi in sintesi, le macchine di proprietà o a noleggio del Comune di Modena, tutte le macchine sono catalogate come auto blu. Avete presente le panda del Comune? Quelle con la striscia gialla ? Auto blu, avete presente le macchine dei servizi sociali? Auto blu. Ecco, io non metto in dubbio che ci siano sprechi, ingiustizie e privilegi, a volte anche nei comuni. Però catalogando come auto blu le auto di servizio dei comuni, secondo me il rischio è quello di farla fare franca proprio a quelli che sono disonesti mettendoli dentro un calderone in cui sono anche gli onesti”.
Riportando in chiave locale quello che sostiene la Pini, in una città come Ascoli se davvero ci fossero 50 auto blu (24 della Provincia e 26 del Comune) si vedrebbero, La realtà, invece, è che quelle della Provincia sono semplicemente tutte auto di servizio, così come 24 delle 26 del Comune che, invece, due auto blu le ha realmente. Poi naturalmente si può discutere se un numero così elevato di auto di servizio sia normale o debba essere considerato eccessivo. Stesso discorso per le 290 auto di servizio del Comune di Torino (quelle con autista, quindi le auto blu, sono solo 4) che magari saranno anche eccessive.
Ma che non hanno nulla a che vedere con le 131 auto blu (da considerare tali a tutti gli effetti) del Comune di Roma, quelle si emblema di quel vecchio vezzo della casta così difficile da sradicare.