La drammatica vicenda del bambino di 6 anni morto a Monza in seguito alle complicanze dovute al morbillo rilancia il tema dell’importanza della cosiddetta “immunità di gregge”, messa in discussione da chi si oppone ai vaccini
Chissà se la vicenda di Monza, dove un bambino di 6 anni è morto in seguito alle complicanze dovute al morbillo, nella sua tragicità sarà almeno servita a far comprendere a molti il significato e l’importanza della cosiddetta “immunità di gregge”. Da mesi, in relazione al duro scontro che è in atto sul tema dei vaccini, si discute di quello che è un concetto difficile da comprendere, sia come significato che come importanza.
In medicina l’immunità di gregge (“herd immunity”) è una forma di protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l’immunità. In particolare è fondamentale perché consente di coprire quella parte di popolazione che non può essere soggetta a vaccinazione perché immunodepressa . Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è necessario vaccinare il 95% della popolazione per tutelare anche quanti non possono essere vaccinati per motivi di salute. Purtroppo la tragica storia del piccolo bambino morto a Monza è la dimostrazione pratica di questo concetto così complicato da comprendere e così difficile da digerire, soprattutto da parte di chi si pone in maniera molto critica nei confronti dei vaccini (la maggior parte di loro in realtà nega la fondatezza stessa, e quindi l’importanza, dell’immunità di gregge). Lo sfortunato bimbo era affetto da leucemia linfoblastica acuta, patologia a causa della quale era immunodepresso.
Da tempo era in cura presso l’ospedale San Gerardo per una patologia per la quale oggi le probabilità di guarigione sono elevatissime, pari ad oltre l’85%. A patto, però, che non subentrino particolari complicazioni. Cosa che, purtroppo, in questo caso è accaduta a marzo, quando il piccolo ha contratto il morbillo. Che ha immediatamente prodotto un pesante aggravamento del quadro respiratorio, a cui poi sono seguite complicanze cerebrali, entrambe causate dal morbillo stesso. Che il bimbo di 6 anni aveva contratto dal fratello e dalla sorella maggiori, entrambi non vaccinati per scelta della famiglia. Ieri (giovedì) la tragica fine con l’aggravante, soprattutto per i genitori del piccolo, dell’atroce dubbio che la fine drammatica forse si sarebbe potuta evitare.
La sua storia, purtroppo, è l’esempio più concreto di quanto sia importante l’immunità di gregge. In parole semplici, se il gregge (i suoi fratelli) si fosse regolarmente vaccinato, quel bimbo (che per la sua condizione di immunodepresso non poteva vaccinarsi, anche nel caso in cui i genitori avessero voluto) non sarebbe stato contagiato. “Purtroppo questo è quello che succede quando manca l’immunità di gregge – afferma Walter Ricciardi presidente dell’Istituto superiore di sanità – bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli. La scienza è inesorabile nella sua capacità predittiva e, purtroppo, ancora una volta lo ha dimostrato. Ogni otto casi di morbillo un’otite, ogni 15 una polmonite, ogni 1500 un’encefalite e ogni 3000 un morto”.
Certo, immaginiamo già come gli anti vaccinisti risponderanno che l’Oms e l’Iss sono fonti istituzionali che portano avanti una particolare strategia, quindi non sono affidabili (già, lo sono molto di più certi “apprendisti stregoni”, sempre gli stessi, che sono i loro principali riferimenti). Sarà pure un caso, però proprio pochi giorni prima l’Oms aveva lanciato l’allarme per la situazione del morbillo in Italia dove, solo nei primi mesi del 2017 si erano verificati quasi il 50% dei circa 5500 casi riscontrati in Europa.
“Ogni 3 mila casi un morto”, la scienza parla chiaro e, purtroppo, non sbaglia. Così come non sbaglia neppure sull’immunità di gregge. Che, pure, secondo alcune bizzarre teorie, è solo un’insensata montatura, un’invenzione senza alcun supporto scientifico. “Non dimentichiamo – si legge nell’appello firmato da 100 medici (in realtà sono decisamente meno…) nel novembre 2015 ma che viene riproposto come un mantra anche oggi – che il dato del 95% di copertura vaccinale è l’obiettivo prefissato dal Piano nazionale dei vaccini, non però dalla letteratura scientifica”.
Ci sarebbe da obiettare che il piano nazionale vaccini non è certo opera di un gruppo di metalmeccanici o di falegnami ma di medici, immunologi, ricercatori che da decenni si occupano della materia. Per giunta, quel piano nazionale fa riferimento alle direttive dell’Oms. Che, a differenza di quanto vogliono far credere alcuni, non è un’organizzazione criminale e, per anticipare le solite insussistenti obiezioni sui presunti interessi di “Big Pharma” difesi dall’organizzazione mondiale della sanità, attualmente ha come presidente la cinese Margaret Chan Fung Fu-chun, notoriamente molto poco amata dalle case farmaceutiche.
Più semplicemente l’indicazione dell’Oms sull’indennità gregge deriva propria dalla letteratura scientifica, da una serie di approfonditi studi pubblicati su alcune delle più note riviste internazionali scientifiche e che si occupano di statistiche: “Measles periodicity and community size” del Journal of the Royal Statistical Society (Serie A), “Measles endemicità in insular popolations critical community” del Journal of Theoritical Biology, “Vaccine herd effect” del Scandinavian Journal Infections Diseas, solo per citarne alcuni.
La cosa comica (o, meglio, tragicomica) è che anche il testo portato a supporto delle tesi antivacciniste (e che, quindi, negano l’importanza dell’immunità di gregge), “Vaccines” di Stanley A. Plotkin, Walter A. Orenstein e Paul A. Offit, in realtà dice tutt’altro (formulando alcune ipotesi in cui potrebbe essere messa in discussione la soglia di immunità di gregge), senza dimenticare che, oltretutto, gli autori sono da sempre ferventi e appassionati sostenitori dell’importanza della massima copertura possibile vaccinale.
D’altra parte, però, coloro che sminuiscono l’importanza dell’immunità di gregge sono gli stessi che sostengono che “dopo un’osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani, meno soggetti alle patologie infettive”. Ed indubbiamente è logico fidarsi di un’affermazione basata su “un’osservazione minuziosa e prolungata nel tempo” senza alcun dato concreto di riferimento (tipico metodo rigorosamente scientifico) e non, piuttosto, di una ricerca condotta proprio su questo tema, per 12 lunghi anni , dall’Università di Princeton che ha coinvolto un milione e mezzo di soggetti e che, guarda il caso, è arrivata esattamente alla conclusione opposta (cioè che i bambini vaccinati nel tempo sono di gran lunga più sani e meno esposti alle patologie infettive rispetto ai non vaccinati).
Conclusione, per giunta, confermata pienamente da un’altra indagine condotta per 10 anni su oltre un milione di soggetti e poi pubblicata su quella che per molti è la più prestigiosa e autorevole rivista scientifica internazionale, “Science” dell’American Association for the Advancement of Science (un organizzazione internazionale senza fini di lucro dedicata all’avanzamento della scienza nel mondo).
Potremmo proseguire a lungo a parlare delle raffinate tecniche propagandistiche utilizzate dai movimenti che si oppongono alla vaccinazione, con l’utilizzo strumentale e proditorio delle informazioni, la negazione di dati e di approfondimenti che, invece, sono disponibili e estremamente chiari (come quelli sulle reazioni avverse, sulla metodologia della loro raccolta, ma anche sulle varie fasi di sperimentazione dei vaccini prima del loro utilizzo, degli studi sull’eventuale correlazione con alcune patologie).
Ne parleremo presto, cercando soprattutto di far parlare quasi esclusivamente dati e informazioni certe e verificabili da chiunque. In questa sede ci interessa solo sottolineare come il mettere in discussione certi dati e informazioni inequivocabili, come avviene in questo caso per l’immunità di gregge, è possibile grazie solo alla comprensibile “ignoranza” (intesa come non conoscenza) diffusa su questi argomenti.
Che, unita a quel generale (e per certi versi comprensibili) senso di sfiducia che nel nostro paese è cresciuto nei confronti di tutto ciò che è vicino alle istituzioni e nella stessa informazione tradizionale, ha permesso ai tanti siti “pataccari” di diffondersi e di guadaganre una certa credibilità. Un problema serio e di difficile soluzione che, purtroppo, a volte arriva a produrre conseguenze tragiche…