L’esito del voto a L’Aquila, dove il candidato del Pd sfiora la vittoria al primo turno e va al ballottaggio con il candidato del centrodestra, fa esplodere sul web la rabbia di una consistente schiera di ignoranti decerebrati. Che, incredibilmente, finiscono per prendersela ed insultare anche gli incolpevole terremotati…
Hanno vinto tutti. O, quanto meno, non ha perso nessuno. Sono più di 30 anni che seguiamo la politica italiana e ogni volta dopo qualsiasi tipo di elezioni, tranne rarissime eccezioni, lo spettacolo è sempre lo stesso. E’ stato così anche questa volta, esulta (a ragione) il centrodestra, parla di successo il Pd (che conquista un comune capoluogo al primo turno, va al ballottaggio in 21 su 22 comuni capoluoghi ma perde voti e, al secondo turno, rischia di perdere città importanti).
Neppure il Movimento 5 Stelle che, dati alla mano, è il grande sconfitto di questa tornata elettorale (al ballottaggio in appena 8 dei 140 comuni che vanno al secondo turno, in nessuno dei comuni capoluogo, voti praticamente dimezzati) ammette la sconfitta. Anzi, il suo leader Grillo parla addirittura di “lenta ma inesorabile avanzata” e lancia una sfida agli altri partiti: “gongolano sulla nostra fine ma sono solo degli illusi” (e non ha tutti i torti visto che le elezioni politiche, soprattutto per un Movimento privo di una qualsiasi classe dirigente locale, saranno tutt’altra cosa).
Si potrebbe ironizzare a lungo su queste distorsioni tipiche del nostro mondo politico (e alle quali il Movimento 5 Stelle si è, purtroppo, immediatamente uniformato). Ma non è questa la sede e non ci interessa ora parlare di questo. Piuttosto ci preme ancora una volta sottolineare come, anche in questa circostanza, la rete (o meglio una parte di essa) si sia dimostrata la solita “fogna” che raccoglie, dà voce, amplifica e, in qualche modo, contribuisce a dare importanza ad una schiera di frustrati, decerebrati ed ignoranti che non perdono occasione per vomitare insulti e anatemi di ogni genere, quasi a voler dar forza a chi sostiene che il web e la rete hanno dato voce anche e soprattutto agli idioti.
Non è certo una novità, basterebbe pensare a cosa avviene intorno alla vicenda dei vaccini per avere un quadro della situazione. Ma questa volta siamo rimasti maggiormente colpiti perché l’ignoranza e l’idiozia di questa larga fetta di “webeti” è arrivata addirittura a toccare e a scagliarsi contro chi, come i terremotati, sta vivendo da mesi un vero e proprio dramma. Occorre preliminarmente sottolineare, soprattutto per chi non segue così da vicino le vicende politiche italiane, che in realtà in questa tornata di elezioni amministrative non erano chiamate alle urne i cittadini dei comuni colpiti dagli ultimi eventi sismici.
Però per una parte dell’illuminato popolo del web è sufficiente ciò che è avvenuto a L’Aquila (che il terremoto l’ha vissuto 8 anni fa ma che, purtroppo, continua ancora oggi a subirne le conseguenze) per vomitare fango e ogni genere di insulti nei confronti anche dei terremotati di oggi. Il paradosso è che protagonisti di tutto ciò sono proprio coloro che, pure, da sempre invocano e chiedono praticamente un giorno si e quell’altro pure di dare voce al popolo, di votare al più presto, di fare esprimere il “popolo sovrano”. Probabilmente nella loro concezione il popolo è “sovrano” solo se e quando vota in un determinato modo…
Come detto a scatenare questa indecorosa reazione è stato il voto amministrativo a L’Aquila (e, per altri versi, anche a Taranto) dove si andrà al ballottaggio tra il candidato del Pd (che ha addirittura sfiorato la vittoria al primo turno ottenendo il 47%) e quello del centrodestra (al 35%). Un verdetto inaccettabile per chi, a centinaia di chilometri dalla capitale abruzzese, dietro lo schermo di un computer, non conosce nulla di quella realtà, di cosa sta accadendo, di come si stanno evolvendo le cose ma che, dall’alto della propria “indiscutibile superiorità”, è molto più saggio di tutti quegli “stolti” aquilani che hanno chiaramente sbagliato a votare.
Attenzione, il vero problema è che a vomitare insulti e lanciare anatemi non sono un paio di “ignoranti sfigati”, ma un numero incredibilmente elevato di persone, in una sorta di gara a chi scrive la bestialità più grossa (che, per giunta, ottiene sempre centinaia di condivisioni e di “mi piace”). “A L’Aquila come a Palermo hanno votati mafiosi e corrotti” è il commento più soft che si può leggere. Poi è un vero e proprio delirio, in un misto di intolleranza ed ignoranza che produce effetti devastanti.
“Spero che in Abruzzo avvenga un altro terremoto. Poi andate a chiedere aiuto al Pd” si legge in un delirante post che, non ci crederete, ha ottenuto oltre 300 mi piace. In un crescendo di ignoranza e follia, in breve tempo gli anatemi contro gli aquilani chissà perché si estendono anche ai terremotati attuali di Marche, Abruzzo, Lazio che, pure, non hanno alcuna colpa (se si può definire colpa votare in maniera difforme dal desiderio di questi cerebrolesi). “Evidentemente ai terremotati piace vivere in campeggio” scrive qualcuno che magari crede anche di essere spiritoso.
Una vera e propria pioggia di “mi piace” e condivisioni ottiene il commento dotto e profondo di “Angelo penta stellato” secondo cui i terremotati sono solo “stronzi appecorati e pecoroni, meritano di stare in mezzo alle macerie e guai a loro se si lamentano”. Sorvolando su chi sprofonda così in basso al punto di augurarsi nuove calamità (o, per i tarantini, di morire per i veleni dell’Ilva), non manca chi lancia iniziative e proposte di “contro solidarietà”. “Da oggi in poi basta mandare anche un solo centesimo o aiuti di qualsiasi tipo ai terremotati” urla Lucia (che, immaginiamo, in questi 10 mesi si sarà “svenata” per aiutarli). “Se la sono cercata, da oggi in poi non compriamo più nessun loro prodotto” propone sulla propria pagina facebook “il censore a 5 stelle”, ottenendo in un attimo centinaia di adesioni.
“Basta con l’amatriciana, da oggi in poi solo carbonara e ragù” invoca Serena , ottenendo anche lei centinaia di adesioni e condivisioni. C’è poco da aggiungere, ovviamente non vale la pena neppure di sprecare il fiato per spiegare a questi “decerebrati” che nei luoghi del terremoto non si è votato.
L’unica riflessione, inevitabile, da fare è che da domani queste “menti illuminate”, smaltita la rabbia per le elezioni, torneranno a popolare il web con le loro teorie sui vaccini, sull’economia, sul lavoro, sulle riforme, sulla legge elettorale. E questo qualcosa vorrà pur dire…