Confronto con il Miur e nuove norme per la sicurezza delle scuole
Importanti spunti e proposte dall’incontro che si è svolto ad Ascoli tra le delegate di Save the Children Italia e le rappresentanti del Comitato Scuole Sicure Italia e dell’Assai (Associazione scuole sicure Abruzzo Italia). Molto apprezzato l’intervento dell’ex sindaco di Appignano Nazzarena Agostini
Tracce di vita intelligente su questo pianeta. Costretti quotidianamente a doverci occupare delle stucchevoli “manfrine” dei nostri politici, degli insulsi e sconfortanti teatrini della maggior parte dei nostri amministratori, è stata una bella sorpresa scoprire che anche in questo paese c’è chi riesce a parlare e affrontare in concreto determinati problemi, cercando di programmare seriamente interventi e soluzioni esclusivamente a vantaggio dei cittadini. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di partecipare ieri pomeriggio all’incontro che si è svolto ad Ascoli tra una delegazione di Save the Children Italia con i rappresentanti del Comitato Scuole Sicure Italia (raccordo di comitati presenti nelle regioni Marche, Molise e Lazio) e l’Assai (Associazione scuole sicure Abruzzo Italia).
Sede dell’incontro, a cui ha partecipato come graditissimo ospite l’ex sindaco di Appignano e insegnante del Liceo Scientifico Nazzarena Agostini, i tavolini all’aperto dello storico caffè Meletti, nella splendida cornice di Piazza del Popolo. Che, non poteva essere altrimenti, ha colpito e affascinato le rappresentanti di Save the Children, incantate dalla bellezza non solo della piazza ma di tutto il nostro straordinario centro cittadino. E’ stato sicuramente molto positivo uscire dall’incontro con la sensazione che forse ancora qualche speranza c’è, che esistono, non solo in questo paese ma anche nel nostro territorio persone, associazioni, organizzazioni che non si rassegnano ad accettare che le cose continueranno ad andare sempre allo stesso modo in Italia, che continuano ad avere la convinzione che ci sia ancora lo spazio e la possibilità per inseguire quello che sembra essere un sogno, un’utopia (come, ad esempio, avere una scuola sicura, capace di garantire l’incolumità ai nostri ragazzi e a tutto il personale scolastico) e che, invece, nei paesi civili è semplicemente la norma.
Per onestà è giusto sottolineare anche che siamo usciti da quell’incontro anche con un pizzico di invidia e con un po’ di amarezza. Invidia perché un amministratore sensibile e capace come l’ex sindaco di Appignano, Nazzarena Agostini, avremmo voluto averlo per la nostra città. Perché dopo mesi che abbiamo dovuto ascoltare i piagnistei di troppi sindaci, che per giustificare l’ingiustificabile (cioè il mancato interesse per la sicurezza delle scuole) hanno ripetuto la solita stancante storiella della mancanza di fondi, l’ex primo cittadino ci ha confermato con straordinaria semplicità quello che abbiamo sempre sospettato, cioè che più che una questione di mancanza di fondi è un problema di priorità. Perché se un Comune piccolo come Appignano ha potuto spendere un milione di euro per effettuare le verifiche sismiche (a proposito, consigliamo al sindaco Castelli che su quest’argomento parla e scrive senza cognizione di causa di andare a ripetizione da Nazzarena Agostini per farsi spiegare cosa sono, come si fanno e quanto sono importanti) e per garantire la sicurezza delle scuole.
“I bambini sono come il piatto di grano da metter via per garantirci il futuro” ha detto l’ex sindaco di Appignano. Peccato, invece, che qualcun altro li consideri come delle cavie da tenere dentro le scuole quando bisogna sperimentare, grazie alle scosse di terremoto, se le strutture reggono o meno… Amarezza perché, pur in un contesto complessivamente complicato e con tanti problemi, è triste dover comunque constatare che Ascoli è sempre il fanalino di coda, è la città dove neppure una simile emergenza riesce a smuovere i nostri amministratori dalla loro insopportabile apatia (almeno su determinate questioni). Certo la situazione è complessa ovunque, errori e ritardi nel passato ci sono stati nella maggior parte dei comuni e tutt’ora non è facile riuscire a spingere gli amministratori locali ad impegnarsi seriamente, e non a parole, per la sicurezza delle scuole.
Però, sulla base di quanto hanno riferito le rappresentanti del Comitato Scuole Sicure Teramo e dell’Assai, nel capoluogo abruzzese il Comune ha già finanziato le verifiche di vulnerabilità sismica su tutte le 37 scuole comunali e, insieme alle altre istituzioni, ha aperto un tavolo istituzionale con i comitati stessi. Ad Ascoli, invece, fino ad ora dall’amministrazione comunale abbiamo avuto solo parole, nessun fatto concreto (diverso il discorso per quanto riguarda la Provincia che, invece, ha iniziato concretamente ad intervenire). I soldi per le verifiche dovrebbe essere inseriti in bilancio ma siamo ancora in altro mare. E nei confronti del Comitato Scuole Sicure da parte del primo cittadino, sin dal primo momento, c’è stato un incomprensibile ostracismo, nessuna apertura, nessun confronto, neppure lo sforzo di ascoltare le loro proposte (e, ora, nel caso della scuola Luciani un indecoroso tentativo di fuga, di evitare ogni civile confronto).
Messe da parte le sensazioni e tornando ai temi dell’incontro, le tre delegate di Save the Children (Fosca responsabile dei rapporti con gli enti, Giusi responsabile degli affari legali e legislativi, Flaminia responsabile emergenze) hanno ascoltato attentamente quanto riferito dai rappresentanti dei vari Comitati. Naturalmente si è parlato della precaria situazione dell’edilizia scolastica non solo locale ma italiana, di come si faccia sempre pochissima prevenzione, non solo per quanto riguarda l’edilizia stessa ma anche per quanto concerne la gestione di eventuali situazioni di emergenza. Una particolare attenzione è stata dedicata anche al supporto psicologico nei confronti di chi ha dovuto vivere direttamente il trauma del terremoto che, purtroppo, in questo caso è completamente mancato nei confronti degli adulti ma anche e soprattutto nei confronti dei bambini e degli adolescenti.
Supporto psicologico che Save the Children , insieme ad altre associazioni, ha portato in alcune scuole ascolane (abbiamo già parlato del progetto portato avanti presso l’istituto tecnico industriale Fermi) e che sarebbe stato necessario attivare in tutte le scuole del territorio.
“I dati che sono emersi ieri pomeriggio – commenta Iride Luzi del Comitato Scuole Sicure Ascoli e che nell’incontro di ieri ha rappresentato il Comitato Scuole Sicure Italia – sono sempre gli stessi, dolorosi e poco rassicuranti sull’edilizia scolastica italiana. In questo momento storico abbiamo avuto la possibilità di ringraziare il cielo per aver subito scosse solo d’estate, di notte, di domenica e con la neve, quindi quando le scuole erano chiuse. Ora è arrivato il momento di ripensare alle scuole, di tracciare una linea e ripartire con nuove idee, attuando davvero la prevenzione. A tal proposito l’incontro con Save the Children è stato molto proficuo, ricco di spunti e riflessioni ma anche carico di nuove idee e progetti che potrebbero essere abbracciati dall’intera popolazione scolastica, che potrebbero creare un nuovo modo di guardare e vivere le scuole e che porterà ad una massa critica capace di influenzare scelte politiche e istituzionali”.
In concreto il primo passo ufficiale che Save the Children Italia e i Comitati Scuole Sicure intendono fare insieme sarà quello di chiedere un incontro con il Miur per proporre un tavolo comune sulla sicurezza, partendo proprio dai comportamenti da tenere in caso di terremoto durante le ore scolastiche. Partendo dalle esperienze vissute in questi mesi che dimostrano come l’evacuazione e la gestione dell’emergenza nelle scuole avviene in maniera disparata, poco preparata e diversificata, con gli stessi attori e responsabili che spesso risultano assolutamente impreparati.
L’obiettivo e la richiesta che si vuole avanzare al Miur è quella di inserire una normativa che obblighi tutti gli istituti a comportarsi nello stesso modo, fissando con precisione come e quando devono avvenire le evacuazioni, in quali situazioni si possa poi pensare di tornare in classe e quando invece no, le modalità per avvisare i genitori e, più in generale, tutti gli aspetti specifici da affrontare in queste situazioni. L’intenzione è anche quella di proporre, nelle zone più a rischio, la presenza di personale della protezione civile che sia in grado di gestire in maniera efficiente ed efficace l’eventuale situazione di emergenza. A tal proposito vale la pena ricordare che una proposta del genere era stata presentata, sotto forma di mozione, dal Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale ad Ascoli. La civica assise aveva approvato all’unanimità quella proposta, il sindaco l’aveva appoggiata e aveva promesso immediata esecuzione. Quasi superfluo sottolineare come si sia poi evoluta la vicenda…
Tornando alle proposte emerse, le rappresentanti di Save the Children, anche sulla base di quanto ascoltato nel corso dell’incontro, hanno poi manifestato la volontà di presentare una legge che si occupi in maniera concreta di sicurezza delle scuole, cercando possibilmente di coinvolgere parlamentari e partiti in modo da poter arrivare ad una rapida (per quanto rapidi possano essere i tempi nel nostro sistema) approvazione. “Dobbiamo partire da due fondamentali presupposti – hanno sostenuto – il primo che da nessuna parte, in nessun decreto o legge esiste alcun obbligo in merito alla messa in sicurezza delle scuole. L’altro è che, secondo quanto riportato da Consiglio nazionale dei geologi , per mettere a norma le scuole italiane servirebbero 50 miliardi di euro e almeno 25 anni di lavoro”.
Premessa fondamentale per pensare di proporre una legge che vada sicuramente nel senso di garantire una maggiore sicurezza ma anche che fissi degli obiettivi concreti e realizzabili e non utopistici. In tal senso l’idea di base è quella di proporre, dopo aver verificato lo stato complessivo degli istituti scolastici e aver verificato quali scuole possono essere considerate sicure, su quali è possibile intervenire e quali, invece, devono essere considerate irrecuperabili, l’utilizzo di strutture dismesse, dove sono presenti aree industriali anche fabbriche dismesse, mentre nelle zone sprovviste di tali aree provvedere all’utilizzo di moduli eco-ssostenibili (quindi di più rapida realizzazione e di minor costo).
Fissando questi fondamentali punti di partenza, l’incontro è terminato con la promessa e l’impegno di rivedersi presto per definire più nel dettaglio le proposte e procedere senza perdere ulteriore tempo. Con la convinzione e la speranza che, nonostante tutte le difficoltà, c’è ancora la possibilità per rendere più sicure le nostre scuole e, quindi, più civile il nostro paese.