Nel 1974 Rozzi realizzò un piccolo record, riuscendo a completare in 90 giorni i lavori di ampliamento (da 15 mila a 40 mila spettatori) dello stadio. Oggi, invece, il Del Duca si appresta a stabilire il record opposto per la realizzazione di un unico settore, la tribuna est. Che probabilmente non sarà disponibile neppure per l’inizio del prossimo campionato…
Il vecchio e derelitto Del Duca può essere definito a ragion veduta lo stadio dei record. Nel lontano 1974, dopo la prima storica promozione in serie A dei bianconeri, l’allora “presidentissimo” Costantino Rozzi riuscì a compiere un vero e proprio miracolo, completando a tempo di record (in appena 90 giorni) i lavori di ampliamento che portarono la capienza da 15 mila a 40 mila spettatori. Oggi, invece, lo stadio ascolano si appresta a stabilire il record esattamente opposto, l’intervento di realizzazione della nuova tribuna est (quindi un unico settore dello stadio) è sul punto di battere ogni record di attesa.
Neppure per la realizzazione di nuovi stadi si è impiegato così tanto tempo, se venisse rispettata la nuova scadenza indicata qualche mese fa dal sindaco (inizio del prossimo campionato) sarebbero comunque 2 anni e mezzo. E stando alle voci che circolano in questi giorni, sembra che neppure quell’ennesima scadenza verrà rispettata e che i tempi si allungheranno ulteriormente. Una situazione a dir poco paradossale, un’ imbarazzante dimostrazione di incapacità amministrativa, un’impietosa fotografia degli evidenti limiti di questa amministrazione. Siamo talmente abituati ai clamorosi ritardi per ogni intervento, per ogni opera pubblica che questa amministrazione comunale deve realizzare, che ormai non ci rendiamo conto a pieno della portata di questa incredibile telenovela. Due anni e mezzo (ammesso e non concesso che sia davvero pronta e a disposizione per le partite del prossimo campionato dell’Ascoli) per realizzare semplicemente una nuova tribuna est è un tempo infinito, fuori da ogni logica.
In quello stesso lasso di tempo (a volte anche in minor tempo) in altri posti d’Italia sono stati realizzati interi stadi con annesse tutta una serie di opere e servizi aggiuntivi. Lo Juventus Stadium, ad esempio, è stato realizzato praticamente in quello stesso lasso di tempo, dal marzo 2009 all’agosto 2011, per poi essere inaugurato il successivo 8 settembre con la partita contro il Notts County. Due anni e mezzo per realizzare un nuovissimo stadio all’avanguardia da 41 mila posti e per effettuare lavori e opere in un’area complessivamente di oltre 350 mila metri quadri. Solo per capire meglio, all’interno dello stadio sono stati realizzati oltre 3 spogliatoi anche il museo dedicato alla storia della Juventus, il baby park dove poter lasciare i bimbi da 3 a 6 anni, 34 mila metri quadri di aree commerciali, circa 30 mila metri quadri di aree verdi e piazze. E poi ancora una vasta area parcheggi da 4 mila posti auto, 8 ristoranti, 20 bar.
Con i tempi “lenti” della nostra amministrazione comunale un’opera del genere ad Ascoli vedrebbe la luce forse in una ventina di anni… Un piccolo miracolo quello di Torino? No, la norma nei luoghi civili. Ad Udine, ad esempio, la Dacia Arena (il nuovo stadio dell’Udinese) addirittura è stata realizzata in un anno e mezzo, dal giugno 2014 a gennaio 2016, con l’inaugurazione il 17 gennaio in occasione della partita dell’Udinese con la Juventus. Non solo, dopo appena un anno (giugno 2015) erano già state completate la curva nord e la tribuna est ed erano state smontate le due torri faro del lato est. Anche in questo caso, inoltre, con lo stadio sono state realizzate anche aree commerciali, bar, ristoranti, aree ludiche.
Va detto, per dovere di cronaca, che in entrambi i casi citati, dopo un accordo con le rispettive amministrazioni comunali, la realizzazione di quelle due strutture è stata totalmente opera e a carico delle due società. Naturalmente Juventus e Udinese avevano tutto l’interesse di fare prima possibile e di rispettare i tempi previsti. Ad Ascoli, come sappiamo, è l’amministrazione comunale che si occupa (e paga) dell’intervento, quindi è comprensibile che non si possa procedere la stessa celerità. Ma che due anni e mezzo non siano un tempo sufficiente per realizzare semplicemente una nuova tribuna est è davvero inaccettabile.
Non ci sono scuse, non ci sono giustificazioni che tengano di fronte ad un simile lasso di tempo, anche perché era stato proprio il sindaco Castelli inizialmente a parlare di tempi rapidissimi per la realizzazione della nuova tribuna est. “Il sindaco mi ha confermato che allo stadio i lavori inizieranno tra un mese – affermava il presidente dell’Ascoli Bellini nel maggio 2015 nella conferenza stampa di fine stagione dopo la sconfitta nei playoff contro la Reggiana – i tecnici comunali mi hanno assicurato che la tribuna sarà pronta tra 3 mesi, io visto come vanno le cose da queste parti mi accontenterei che fosse pronta per dicembre”.
Aveva già capito tutto il numero uno bianconero. Nessuno, in realtà, allora aveva creduto veramente a quella scadenza, tutti ormai conoscono il proverbiale ottimismo del sindaco Castelli quando c’è da promettere qualcosa (peccato che poi puntualmente le promesse non vengono mantenute). All’epoca si credeva più credibile che la struttura potesse essere pronta magari nel corso del 2016, prima della fine di quel campionato. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbero dovuti attendere (nella migliore delle ipotesi) 2 anni e mezzo. Senza stare a ripercorrere la lunga serie di scadenze annunciate e puntualmente non rispettate (già un mese dopo, nel corso di un incontro con la società bianconera, Castelli annunciò che non avrebbe potuto rispettare la data indicata e che l’ultimazione della tribuna est sarebbe slittata a giugno 2016), un sindaco che davvero ha a cuore le sorti della propria città e che ha rispetto dei propri concittadini dovrebbe quanto meno spiegare con estrema chiarezza le ragioni per cui si è passati da 3 mesi a 2 anni e mezzo (ben che vada…).
In realtà la ragione di questo incomprensibile e inaccettabile infinito ritardo è sin troppo evidenti e chiara: l’atavica incapacità di questa amministrazione non solo di programmare (lo stadio stesso ne è la migliore dimostrazione, che senso ha spendere tutti quei soldi per rifare una tribuna quando è tutta la struttura a cadere a pezzi e ad aver bisogno di un intervento di ristrutturazione?) ma anche di portare avanti con concretezza quanto previsto. Al di là delle tante parole del sindaco, delle tante storielle raccontate in questi 2 anni e mezzo e delle tante improbabili giustificazioni addotte per spiegare un simile ritardo, ci sono gli atti e i fatti che parlano e raccontano verità inequivocabili.
E dicono, ad esempio, che dal marzo 2015, quando, in seguito alle analisi che evidenziavano le criticità della tribuna, si è deciso di intervenire proprio sulla tribuna est e non sulla curva sud come inizialmente previsto, abbiamo dovuto aspettare 3 mesi prima di vedere l’ordinanza n. 252 con la quale il sindaco ordinava al dirigente Assetto del territorio “la demolizione della Tribuna Est e la messa in sicurezza permanente dell’area”. Dovevano trascorrere altri 4 mesi da quella ordinanza “urgente”, però, per vedere l’avvio dei lavori per la demolizione, subito sospesi per imprevisti problemi burocratici che, nonostante il lungo periodo di attesa tra l’ordinanza e l’avvio dei lavori, chissà perché non erano stati considerati. Sempre nel luglio 2015 (delibera n. 180) veniva approvato il progetto preliminare dell’intervento.
Per vedere quello definitivo bisognerà attendere altri 5 mesi (dicembre 2015), mentre a fine anno (determina n. 2157 del 31 dicembre) si stabiliva di procedere all’affidamento in appalto dei lavori. Altri tre mesi di attesa per vedere concretamente il bando (18 marzo 2016), 2 mesi ancora per l’aggiudicazione del bando stesso (determina n. 555 del 2 maggio 2016) ma solo 3 mesi e mezzo dopo (il 25 agosto 2016) veniva stipulato il contratto di appalto tra il Comune e l’Ati aggiudicatario. Dal marzo 2015 è trascorso un anno e 4 mesi prima di far partire concretamente i lavori per la nuova tribuna est, un’esasperante lentezza che non ha giustificazioni.
In questi mesi il sindaco ha provato ad appigliarsi al terremoto (ma quando c’è stata la prima violenta scossa del 24 agosto in teoria, almeno nelle intenzioni iniziali, la tribuna est doveva essere già completata…), poi ha tirato fuori la “normativa antisismica”, la “complicatissima normativa sulla sicurezza degli stadi”, come se quelle norme fossero state emanate improvvisamente e inaspettatamente ora e non fossero, come in realtà sono, presenti già quando è stato redatto il progetto di intervento. Nell’ottobre scorso, poi, quando si avvicinava la nuova scadenza (gennaio 2017, l’inizio del girone di ritorno) ecco l’ennesimo “colpo di genio” del sindaco. Che, in un comunicato stampa, dopo aver a sorpresa annunciato l’ulteriore slittamento della consegna della struttura (“torniamo a dichiararci disponibili a metterci a tavolino con l’Ascoli Picchio per studiare le nuove forme della convenzione che potrà consentire al club bianconero di utilizzare l’impianto dal 1 luglio 2017 con la nuova tribuna est”), tirava fuori un mai citato prima terzo stralcio dei lavori per il completamento e la piena agibilità della tribuna.
In altre parole il primo cittadino spiegava che l’ulteriore slittamento era determinato da questo terzo stralcio (per il quale, per giunta, si rendeva necessario un incremento di spesa, 750 mila euro tolti all’intervento per l’edilizia residenziale a Monticellli…), che in concreto la tribuna sarebbe stata pronta per gennaio 2017. Ma per essere fruibile erano necessari i lavori previsti in quel terzo stralcio che inevitabilmente avrebbero fatto slittare la consegna all’Ascoli a luglio 2017. Peccato, però, che agli atti ufficiali quel terzo stralcio in realtà non è stato mai menzionato. Nella delibera n.180 del 27 luglio 2015 (approvazione del progetto preliminare) si legge che “i lavori previsti in progetto vengono suddivisi in un primo e un secondo stralcio come di seguito descritti”.
Nessun riferimento ad un presunto terzo stralcio anche nella delibera n. 306 del 9 dicembre 2015 con la quale è stato approvato il progetto definitivo. Solo nella determina n. 2157 del 31 dicembre si fa riferimento ad ulteriori lavori ma in maniera completamente differente da quanto poi riportato dal sindaco. “E’ previsto un successivo procedimento relativo ai lavori di completamento dell’opera” si legge nella determina che, però, specifica anche che “alla fine dei due interventi sopra descritti sarà possibile l’agibilità parziale della tribuna che permetterà il suo utilizzo nelle parti pubbliche”. Vengono, poi, indicati anche i lavori da effettuare che riguarderanno “il completamento dei locali negozi, bar, palestra per il preriscaldamento e quanto altro ad essa collegato”.
Quello che, però, è fondamentale sottolineare è che nella determina viene espressamente indicato che, al termine del secondo stralcio di lavori, ci sarà l’agibilità parziale della tribuna che potrà essere utilizzata. Quindi i lavori di quello che il sindaco chiama il terzo stralcio in teoria non dovrebbero incidere sulla riapertura della tribuna est. D’altra parte i mesi successivi a quel comunicato hanno mostrato in maniera inequivocabile come stanno le cose. Siamo a maggio e 5 mesi dopo la presunta conclusione dell’intervento (almeno secondo quanto indicato dal sindaco) in realtà ci troviamo ancora di fronte ad un’impalcatura senza gradoni e copertura.
Altro che tribuna pronta, qui siamo ancora in “alto mare”. Come in realtà, al di là delle improbabili giustificazioni del sindaco, era ampiamente prevedibile, visto che a dicembre 2016 (cioè quando in teoria si doveva essere al termine dei lavori della tribuna) l’amministrazione comunale ancora era impegnata ad affidare incarichi “ necessari per la realizzazione dei lavori per la ricostruzione della Tribuna Est” (determina n. 1828 del 29 dicembre 2016, guarda il caso pubblicata sull’albo pretorio on line solo il 2 maggio scorso). Ad essere ottimisti, quindi, a luglio la tribuna est potrebbe essere pronta (sempre che in questi due mesi scarsi finalmente vengono installati i gradoni e fatta la copertura) ma poi per essere concretamente a disposizione dell’Ascoli bisognerà attendere i lavori di quel l’imprevisto terzo stralcio.
Che, però, ancora è completamente in alto mare, visto che deve ancora essere indetto il bando per l’assegnazione dei lavori stessi. Ciò significa che il rischio che neppure per l’inizio della prossima stagione la tribuna sia concretamente fruibile è decisamente alto. Cosa che, immaginiamo, non farà certo fare i salti di gioia all’Ascoli che sperava di poter programmare la propria campagna abbonamenti avendo già la certezza di avere a disposizione la tribuna est. Che, di questo passo, si appresta a stabilire il poco invidiabile (e imbattibile) record dei tempi più lunghi per la realizzazione di un unico settore dello stadio…