Gestione dell’emergenza neve da parte del Comune degna di un “paesotto” e non di un Comune capoluogo, con le difficoltà e le esigenze di migliaia di studenti provenienti da fuori comune inspiegabilmente ignorate. Ma la gestione dilettantesca della situazione ha provocato disagi, caos e proteste e situazioni paradossali nelle scuole cittadine
Quante volte ci siamo sentiti ripetere dai nostri amministratori, nei proclami in campagna elettorale e alla presentazione dei programmi per la città, che Ascoli doveva riappropriarsi del ruolo di capoluogo di provincia? Dopo le vicende di questi giorni (ma anche altre situazioni che si sono sviluppate nel corso dell’ultimo anno), però, un quesito sorge spontaneo: ma Ascoli e, soprattutto, i suoi amministratori sono davvero in grado di svolgere il ruolo di capoluogo di provincia, di guida di un intero territorio? Se dovessimo prendere a riferimento quanto sta accadendo in questi giorni con l’emergenza neve la risposta non potrebbe che essere negativa. In realtà tutta la gestione da parte dell’amministrazione comunale delle problematiche connesse alla neve e il gelo che in questi giorni ha colpito il nostro territorio lascia a dir poco perplessi. E a subirne le conseguenze sono anche le famiglie ascolane.
Ma la cosa che più ha colpito sin dall’inizio è stata l’assoluta incapacità degli amministratori comunali di pensare in ottica di tutto un territorio che, appunto, come capoluogo di provincia bisognerebbe avere l’onore e l’onere di rappresentare. Un capoluogo di provincia che dovrebbe tenere bene in considerazione il fatto che la popolazione scolastica che frequenta le scuole cittadine (in particolare quelle superiori) è compostata da centinaia e centinaia di studenti che provengono dai Comuni limitrofi (Maltignano, Folignano, Castel di Lama, Ripaperarada, Offida, Appignano, Pagliare, Roccafluvione, Acquasanta, Venarotta, Comunanza).
Per questo in situazioni emergenziali come quella che indiscutibilmente sta vivendo il nostro territorio un sindaco, un amministrazione all’altezza del ruolo che deve svolgere un capoluogo di provincia deve necessariamente fare considerazioni e valutare la situazione del territorio. In altre parole nello specifico il sindaco e l’amministrazione comunale, nel prendere decisioni in merito all’apertura o alla chiusura delle scuole, avrebbero dovuto pensare non solo a quale fosse la situazione esclusivamente nell’area strettamente comunale ma in tutto il territorio limitrofo. Perché se è vero che nel territorio comunale lunedì mattina probabilmente non c’era motivi di particolare allarme (anche se in alcune frazioni, a differenza di quanto sostenuto dal Comune, c’erano evidenti problemi), nella maggior parte dei comuni limitrofi la situazione era decisamente critica.
Risultato, inevitabile, è che già ieri nelle scuole superiori ascolane si sono registrate assenze che hanno superato anche il 40%, con la stragrande maggioranza dei ragazzi di quei comuni citati che non erano presenti (per la verità si è registrata una percentuale di assenze elevata, circa il 30%, anche nelle scuole medie e superiori…). Ma se ieri (lunedì) la situazione era tale da lasciare qualche minima giustificazione al sindaco e all’amministrazione comunale, oggi (martedì 17 gennaio) non ci sono scuse che tengano. Dal pomeriggio di lunedì la situazione è via via peggiorata su tutto il territorio provinciale e si è ulteriormente aggravata nel corso della notte. Ci sono comuni in gravissime difficoltà, con le famiglie e gli studenti praticamente impossibilitati a muoversi.
Ad Acquasanta (e dove mai andranno a scuola i ragazzi che frequentano le superiori di quel comune?) e ancora più nelle frazioni la situazione è drammatica, praticamente c’è un metro di neve e la Salaria è rimasta a lungo bloccata. Scenario simile anche ad Offida (dove, tra l’altro, per ore è mancata l’energia elettrica), così come a Ripaberarda, Spinetoli, Appignano, Folignano, Venarotta, Roccafluvione . La neve che cade ininterrottamente da ieri sera ha reso quasi impossibile muoversi da quei paesi, la conseguenza è che questa mattina nelle scuole superiori praticamente tutte le classi sono decimate, degli studenti che vengono da fuori Ascoli non è presente quasi nessuno. Naturalmente, vista la situazione, nella maggior parte delle classi prevale il buon senso da parte dei professori (quelli che sono presenti…), sono state rimandate diverse prove scritte e nei limiti del possibile si cerca di privilegiare un ripasso degli argomenti già trattati e di non andare avanti con il programma o spiegare argomenti di particolare importanza per non penalizzare chi non è potuto recarsi a scuola.
Come invece ha fatto e sta facendo il primo cittadino ascolano che, alla faccia delle responsabilità che dovrebbe assumersi il sindaco di un comune capoluogo, se ne è completamente fregato della situazione delle famiglie e degli studenti dei territori limitrofi che frequentano le scuole ascolane. Un sindaco che vuole concretamente rivendicare, e non solo a parole, per il suo Comune il ruolo centrale di capoluogo di provincia, da ieri pomeriggio avrebbe dovuto essere in stretto contatto con i sindaci, con i Comuni limitrofi per avere realmente il polso della situazione. Invece il primo cittadino ascolano si è comportato come il sindaco di un paesotto qualsiasi, ha verificato (forse…) ciò che avviene nel suo orticello e chi se ne frega di tutto il resto.
D’altra parte, però, non è certo una novità che Ascoli non si muova e non faccia nulla concretamente per svolgere in concreto il ruolo di Comune capoluogo. Nessuna programmazione, in tema di turismo, cultura, sviluppo, con uno sguardo aperto non solo ai propri confini ma in un’ottica di territorio provinciale, nessuna capacità di assumere un ruolo autorevole di guida per tutto il territorio, nessuna condivisione di interventi strategici con le realtà e i Comuni della provincia, con i quali, addirittura, spesso ci si trova in forte contrasto. Come nel caso riguardante tutta la vicenda rifiuti, con il Comune di Ascoli arroccato, isolato e “in guerra” non solo con la Provincia ma anche con tutti gli altri Comuni piceni. Purtroppo non è certo una novità, è da sempre che è così, i nostri amministratori locali sono bravi a parole a rivendicare il ruolo centrale che deve avere un Comune capoluogo ma, poi, in concreto non dimostrano mai di avere le capacità per farlo. Al punto che più volte, in passato, qualcuno ha lanciato la proposta di spostare il capoluogo di provincia a San Benedetto.
Una provocazione, certo, ma anche la dimostrazione evidente e lampante di come i nostri amministratori continuino a muoversi e ad agire come se dovessero guidare un paesotto e non un capoluogo di provincia. Tornando all’emergenza neve e al problema scuola per la verità il comportamento del Comune e del sindaco lascia molto perplessi non solo per aver ignorato la realtà delle centinaia di studenti (ma anche professori e personale scolastico) che vengono dal territorio. Tutta la gestione della vicenda, a partire da domenica pomeriggio in poi, è sembrata a dir poco inadeguata. A partire dal primo comunicato di domenica sera, ironicamente bollato da molti come degno della famosa “supercazzola” di Ugo Tognazzi nella saga “Amici miei”.
“Si informa la cittadinanza – si legge nel comunicato – che l’amministrazione comunale non emanerà alcun provvedimento di formale chiusura delle scuole per la giornata di domani lunedì 16 gennaio. Resta inteso che ciascuna famiglia nella giornata di domani , alla luce della situazione meteo che si sarà sviluppata nella notte, manterrà la facoltà di decidere sul da farsi. Ove le condizioni di accessibilità delle scuole di Ascoli dovessero risultare particolarmente compromesse sarà cura dell’amministrazione comunale sensibilizzare le autorità scolastiche circa l’opportunità di ritenere giustificata l’assenza. Si ricorda che l’anno scolastico ha già registrato numerosissime sospensioni dell’attività didattica e che pertanto si impone una valutazione restrittiva di ogni ulteriore ipotesi di chiusura”.
Una sorte di autogestione, in pratica, quella proposta per l’occasione dal Comune che ha immediatamente provocato una serie di reazioni e commenti tra l’indignato e l’ironico. Nella mattinata di lunedì, poi, alle 8:59 sul proprio sito internet il Comune ha pubblicato una nota che in pratica rassicurava gli ascolani circa la situazione delle strade e delle scuole. “Le strade comunali, anche nelle zone di altura (dove la neve è stata molto abbondante) sono tutte aperte. Un plauso gli operai del comune che hanno lavorato tutta la notte. I dipendenti di Ascoli servizi già dalle prime ore della mattina si stanno occupando dei marciapiedi. La Start ha assicurato ovunque il trasporto scolastico dal territorio al nostro comune senza interruzioni, discontinuità o apprezzabili ritardi. La situazione viene monitorata costantemente ma per il momento non vengono segnalate criticità particolari”.
Peccato, però, che sotto quella nota immediatamente sono piovuti commenti e interventi di numerosi cittadini che, con tanto di foto, smentivano la ricostruzione amena fornita dal Comune (che a molti ha ricordato il famoso “non ci sono problemi, la città non ha subito danni particolari” pronunciato dal sindaco Castelli ad Arengo tv il 28 agosto durante la sequenza sismica iniziata il 24 agosto…). “Scuola del Marino, vergognatevi” rispondeva immediatamente una cittadina pubblicando la foto dell’ingresso della scuola (foto a sinistra). E poi interventi e foto ad evidenziare la situazione precaria, e per nulla tranquilla, di frazioni come Lisciano, Venagrande, Piagge. La cosa più grave, però, è che da quella comunicazione delle 8:59 è calato il silenzio riguardo l’emergenza neve.
Mentre, a partire dal pomeriggio e visto il peggioramento della situazione, i sindaci dei comuni limitrofi provvedevano a monitorare e ad informare i cittadini sulla situazione e sulle decisioni in merito all’apertura o chiusura delle scuole, mentre il Comune di Fermo ha attivato di nuovo il Centro Operativo Comunale, ad Ascoli tutto taceva. E, ovviamente, l’amministrazione comunale ascolana si guardava bene dal fare come quella fermana che, essendo attiva e monitorando la situazione 24 ore su 24, intorno alla mezzanotte di ieri sera, visto il peggioramento della situazione e le condizioni dei comuni limitrofi (comportandosi, quindi, come un vero capoluogo di provincia…), decideva di chiudere nella giornata odierna le scuole. Dal Comune di Ascoli, invece, solo un assordante silenzio, con la rabbia crescente dei cittadini e delle famiglie ascolane sfogata sui social. Al punto che sotto ogni genere di notizia inserita dal Comune sul proprio profilo facebook si possono trovare commenti al “vetriolo” inerenti la situazione delle scuole.
“Sapete niente in merito alla neve che ha raggiunto gli 80 cm nelle frazioni, di chi è bloccato, di chi dovrebbe portare a scuola bambini in queste condizioni che prevedono ancora il peggio. Ah dimenticavo, complimenti al sindaco per quanto è bravo” scrive Alessandro sotto la notizia sul gradimento dei sindaci. “Gli studenti non sono riusciti ad arrivare, poco personale docente ed Ata perché tutti bloccati dalla neve. Io c’ho provato e sono scivolata sul marciapiede di via Napoli dopo che a fatica sono riuscita a far uscire la macchina dal parcheggio per via del ghiaccio che la bloccava. Mi sono fatta male e sono dovuta tornare a casa! Ma dov’è finito il buonsenso?” aggiunge Ella.
Con il passare delle ore, poi, la situazione si è fatta sempre più difficile, in seguito alla nevicata ininterrotta nel corso della notte, e questa mattina si è sprofondati nel paradosso. Detto delle scuole superiori, non migliore, in termini di presenze, la situazione di medie e elementari. Ma anche per chi è andato a scuola le cose non sono affatto semplici, al punto che alcuni istituti a metà mattina hanno chiamato i genitori invitandoli ad andare a riprendere i figli, contribuendo così ad alimentare l’esasperazione dei genitori stessi. “Mi hanno chiamato dalla scuola mia figlia dicendomi che dobbiamo andare a riprendere gli alunni, io sto lavorando” scrive Nicola. “Complimenti sindaco, mi chiamano per riprendere mio figlio da scuola. Io sono bloccato a Venagrande nord, qua lo spazzaneve è passato una volta, ci sono 80 cm di neve” aggiunge Vincenzo.
Durissimo lo sfogo di Carla. “Per il ponte dell’Epifania non hanno avuto dubbi a chiudere le scuole con appena qualche centimetro di neve, ora con 3 giorni di allerta le lasciano aperte e fanno scegliere a noi genitori. Poi, all’improvviso, questa mattina ci chiama la scuola e ci dice di andare a riprendere i ragazzi. Io sono bloccata a lavoro, mio marito è fuori, sindaco ci va a riprendere mia figlia?”. Sfoghi e proteste comprensibili, mentre incomprensibile è il silenzio sempre più assordante del Comune, rotto solo intorno alle 11 per annunciare che “a causa delle avverse condizioni metereologiche, si rende noto che il programma delle iniziative organizzate per i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate prevedrà, questo pomeriggio (17 gennaio 2017), solo la benedizione degli animali”. Davvero superfluo aggiungere altro…
P.S. Finalmente dopo le 13 sindaco e assessori hanno smesso di guardare la neve dalla finestra e hanno preso la decisione (tardiva) di chiudere le scuole domani, mercoledì 18 gennaio…