Come previsto e temuto, le prove di carico hanno dato risultato negativo, inagibili la curva sud e la tribuna coperta e, di conseguenza, tutto lo stadio. E mentre si cerca di trovare una soluzione per le partite casalinghe dell’Ascoli, finisce inevitabilmente sotto accusa l’atavica incapacità di programmare del Comune
Ascoli – Salernitana del 25 ottobre scorso potrebbe essere stata l’ultima partita con il pubblico giocata al Del Duca, quasi sicuramente per questa stagione ma forse anche della sua lunga storia. Atteso e ampiamente previsto da giorni (ma per qualcuno anche da mesi), il triste epitaffio per lo stadio ascolano è arrivato nella serata di mercoledì 23 novembre, poco dopo le 17. A scriverlo è stato ovviamente il Comune (proprietario della struttura), con un comunicato stampa questa volta sintetico e asettico, senza alcuna dichiarazione diretta da parte del sindaco Castelli (chissà perché).
“Le risultanze delle prove di carico attualmente in corso sulla curva Sud e sulla copertura della Tribuna Ovest – si legge nel comunicato – saranno rese note ufficialmente nella giornata di domani. L’evoluzione delle analisi svolte dall’Università Politecnica delle Marche hanno già evidenziato, tuttavia, delle lesioni tali da procurare un giudizio di inagibilità sia della curva sud che della medesima tribuna coperta. Il sindaco Castelli ha già informato di queste prime risultanze il dott. Cardinaletti. In un clima di piena collaborazione il comune e la società hanno deciso di svolgere già dalla mattinata di domani un incontro utile alla gestione congiunta delle gravi criticità emerse nella giornata odierna“.
Martedì 14 ottobre, nel corso del programma “ Tvb” in onda su Vera Tv (e condotto da Peppe Ercoli), si era già parlato dei possibili problemi della tribuna coperta. E in quell’occasione si era evidenziato come, in caso di inagibilità di quella tribuna, in pratica non ci sarebbero state speranze per il Del Duca, visto che sotto la tribuna ci sono gli spogliatoi, la sala stampa e tanti altri locali. Un’eventualità che si sperava di scongiurare e che invece ora, dopo il comunicato stampa del Comune, è diventata triste realtà.
Che, a meno di improbabili colpi di scena, dovrebbe significare l’impossibilità per l’Ascoli di utilizzare e di giocare le proprie partite al Del Duca, anche a porte chiuse. Difficile ipotizzare ora per quanto tempo, al momento appare assai improbabile che si possa sanare in breve tempo la situazione ed è logico pensare che per questa stagione il Del Duca resterà off limits. Come annunciato nel comunicato stampa, Comune e Ascoli Picchio si incontreranno in giornata, già nel corso di questa mattina, per valutare la situazione e ragionare su come muoversi.
La prima e più impellente necessità è quella di capire dove potrà disputare le prossime partite casalinghe (probabilmente per il resto della stagione) l’Ascoli ma, magari in un secondo momento, inevitabilmente bisognerà discutere del futuro dello stadio che rischia, anzi ha già generato una situazione a dir poco paradossale. Tra qualche mese, infatti, avremo al Del Duca una nuovissima e modernissima tribuna est, costata al Comune la bellezza di quasi 3 milioni e mezzo, da inserire in una struttura “a pezzi”, praticamente inutilizzabile.
Un problema non da poco perché se è vero che, in un momento come questo nel quale ci sono tante emergenze serie, non può certo essere lo stadio la priorità dell’amministrazione comunale e della città, è altrettanto innegabile che l’inagibilità del Del Duca rappresenta un altro duro colpo per una città che fatica terribilmente a risollevarsi e ad uscire dall’incubo terremoto. Tra l’altro tutta la vicenda dello stadio è comunque emblematica di un certo modo di amministrare che non si preoccupa di programmare e di affrontare con serietà e concretezza i problemi cittadini ma preferisce andare avanti “alla giornata”, senza alcuna programmazione, nascondendosi dietro spot e proclami, sicuramente di impatto ma per nulla aderenti alla realtà.
E’ sin troppo facile in questo contesto ricordare che qualche mese fa eravamo stati facili profeti, che più volte abbiamo manifestato tutti i dubbi sulla situazione dello stadio, a fronte delle poco convincenti rassicurazioni del sindaco. E non perché siamo dei veggenti o chissà cos’altro ma semplicemente per il fatto che sono anni che si sa ampiamente quale sia la reale situazione del Del Duca. Certo le scosse di terremoto di agosto e poi di ottobre sono state decisive ma solamente perché sono andate a danneggiare una struttura che era già in una condizione di evidente degrado. E qui torniamo al discorso della mancanza di programmazione, dell’incapacità di prendere decisioni di una certa importanza, di coordinarsi e confrontarsi con le realtà del territorio per fare percorsi comuni e condivisi.
Inutile fare tanti giri di parole, che la situazione del Del Duca non fosse la più rosea è cosa nota da anni. Già nel 2010 l’allora presidente Benigni parlava della necessità di pensare ad un nuovo stadio e l’anno successivo forte è scoppiata la polemica tra il numero uno bianconero e l’amministrazione comunale. E nelle discussioni di quegli anni già si parlava ampiamente della curva sud e della tribuna coperta, considerate unanimemente le situazioni più a rischio. Tanto che negli anni successivi si è molto discusso in quale settore fosse necessario intervenire con maggiore urgenza.
Alla fine si era optato per la curva sud, anche perché quello è il settore più frequentato dai tifosi bianconeri, anche se qualche quotidiano locale aveva fatto notare che forse sarebbe stato più opportuno intervenire in via prioritaria sulla tribuna coperta, vista la presenza sotto quel settore degli spogliatoi. In ogni caso la decisione dell’amministrazione comunale, ovviamente anche su spinta della tifoseria fu calda, cadde sulla curva sud, il cui intervento di riqualificazione fu inserito nel piano delle opere pubbliche per il 2013.
Naturalmente, come è prassi di questa amministrazione, quell’intervento verrà poi riproposto anche nel piano opere pubbliche del 2014 e del 2015. Ma ad inizio il Comune decideva di avviare delle analisi strutturali approfondite sullo stadio (chissà perché non sono state fatte prima…) che evidenziavano come il settore più a rischio fosse la tribuna est. Inevitabilmente cambiava la priorità del Comune, veniva accantonato il recupero strutturale della curva sud per concentrarsi sulla tribuna est, con un intervento che prevedeva l’abbattimento e la successiva ricostruzione della struttura. Naturalmente, però, il fatto che l’emergenza (e quindi la priorità) fosse diventata la tribuna est non significava che, automaticamente, i problemi della curva sud e della tribuna coperta fossero risolti.
E allora qui torna il solito discorso sull’incapacità di questa amministrazione comunale di programmare seriamente invece di andare avanti senza criterio, per tentativi. Vista la complessità della situazione e ben consci, già allora, che la nuova tribuna est non sarebbe stata sufficiente a risolvere i problemi dello stadio, sarebbe stato opportuno e molto più serio mettersi allora a tavolino con l’Ascoli Picchio e programmare insieme una strategia, una serie di interventi per sistemare in maniera complessiva lo stadio o anche pensare ad un’eventuale nuova struttura in altra sede più adeguata rispetto a quella attuale. Invece si è seguita la strada dell’improvvisazione, con il risultato che ora è sotto gli occhi di tutti.
Con una tribuna est che, nei primi proclami del sindaco, doveva essere pronta per l’inizio della stagione 2015/2016 (e che invece ben che vada sarà disponibile per il prossimo campionato) ed il resto dello stadio che di fatto è inagibile, curva nord a parte. Una situazione allucinante che di certo finirà per penalizzare l’Ascoli ma, che soprattutto, evidenzia i tanti errori di programmazione commessi in questi ultimi anni. Ora, dopo aver risolto il problema di dove far disputare le partite casalinghe dell’Ascoli, bisognerà una volta per tutte affrontare con serietà il futuro dello stadio.
Che, come detto, tra qualche mese avrà una nuovissima tribuna est costata tantissimo (troppo, visto che sono stati utilizzati soldi dei cittadini) ed il resto della struttura completamente da risistemare. Possibilmente, però, senza utilizzare ancora una volta i soldi dei cittadini ascolani che dovrebbero essere utilizzati per questioni ben più gravi ed urgenti (come ad esempio la sicurezza delle scuole cittadine…)