Stadio e teatro, “tormentoni” infiniti
Servono altri 750 mila euro per il completamento della tribuna est e il Comune decide di sacrificare 27 alloggi popolari a Monticelli. Colpo di scena anche nei lavori per il teatro, ad un passo dalla fine spuntano inattesi imprevisti che richiedono un ulteriore impegno di spesa di 385 mila euro, tolti all’intervento di ampliamento del poligono di tiro
Secondo la definizione del vocabolario della lingua italiana “Treccani” il termine “programmare” significa organizzare una cosa secondo criteri particolari, elaborare un piano a lunga scadenza, predisporre, progettare, mentre “improvvisare” significa dire, scrivere, comporre, fare qualcosa all’improvviso seguendo l’ispirazione del momento, senza cioè preparazione o meditazione. Sulla base di queste due definizioni, non è del tutto esatto (almeno non sempre) accusare l’amministrazione comunale, come è avvenuto dopo gli ultimi sconcertanti fatti, di non essere in grado di programmare e, quindi, di improvvisare.
Infatti, se per quanto riguarda le vicende legate alla mancata riapertura della piscina comunale, al disastro illuminazione pubblicazione e al flop raccolta differenziata in effetti può essere giusto parlare di mancata programmazione e di improvvisazione (il bando per la piscina poteva essere programmato prima per consentire lo svolgimento dei successivi lavori nel periodo estivo, la nuova illuminazione al led andava studiata e programmata con più attenzione, mentre per quanto riguarda la raccolta differenziata sono 14 anni che si procede per tentativi improvvisati, senza un vero progetto e un programma serio e concreto), per quanto riguarda gli interventi per la tribuna est dello stadio e per il teatro Filarmonici è innegabile che una programmazione sia stata fatta.
Il problema, però, è che in entrambi i casi è poi risultata completamente inattendibile, con conseguenti slittamenti, ritardi, rinvii e, dulcis in fundo, improvvisi aumenti di spesa. In entrambi i casi si spera di essere ora all’atto conclusivo, che l’imprevista impennata dei costi sia solo l’ennesimo ma ultimo colpo di scena. Che, ovviamente, non poteva non provocare polemiche e reazioni anche dure . I fatti, innanzi tutto.
Martedi 11 ottobre la giunta comunale approva una dietro l’altra due delibere (n. 190 e n. 191) che cambiano ancora la volta gli scenari per le due opere il cui completamento è ormai atteso da anni. Con la delibera n.190 sindaco e giunta approvano una “Variazione al bilancio di previsione 2016-2018” che, tra i vari interventi, prevede l’accensione di un nuovo mutuo da 750 mila euro per completare l’intervento relativo alla tribuna est dello stadio. Con la delibera n.191, invece, viene stabilito di utilizzare una quota (385 mila euro) del mutuo da 470 mila euro, inizialmente previsto per l’intervento di ampliamento del poligono di tiro in località Villaggio del Fanciullo, per il completamento dell’intervento al teatro Filarmonici.
La prima cosa che lascia perplessi è che in entrambi i casi il colpo di scena arriva, quando, almeno secondo le previsioni del sindaco, si dovrebbe essere in dirittura d’arrivo. Invece ecco che le cose si complicano al punto da richiedere un ulteriore cospicuo intervento economico, con la conseguenza inevitabile dell’ennesimo slittamento dei tempi per la riconsegna alla città delle due attese strutture.
Per quanto riguarda la telenovela tribuna est, due giorni dopo il sindaco Castelli, attraverso un comunicato stampa, spiega: “l’amministrazione comunale ha previsto l’accensione di un mutuo da 750 mila euro, facendo leva sui fondi del credito sportivo a tasso zero, per il definitivo completamento della tribuna est dello stadio “Del Duca”. Il progetto per il riammodernamento dello stadio “Del Duca” di Ascoli Piceno si componeva di tre stralci: il primo quello relativo alla demolizione della tribuna est , il secondo (attualmente in corso) attinente alla realizzazione del corpo della tribuna est e, infine, il terzo per il completamento e la piena agibilità. E’ stata previsto l’accensione di un mutuo da 750mila euro, facendo leva sui fondi del credito sportivo a tasso zero, per sostenere il terzo stralcio”.
Ovviamente quel comunicato si guarda bene dall’evidenziare che in tal modo la riconsegna della tribuna est, prevista (dopo una serie infinita di slittamenti) per fine anno (l’Ascoli contava di averla disponibile per l’inizio del girone di ritorno), slitta ulteriormente, nella migliore delle ipotesi all’inizio del prossimo campionato. Ma c’è di più. In tutti gli atti ufficiali del Comune (delibere e determine) il presunto terzo stralcio non viene mai menzionato. Al contrario, si fa sempre riferimento a 2 stralci, per un impegno di spesa di 2,5 milioni di euro. Ora, invece, spunta all’improvviso questo presunto terzo stralcio che comporta un’ulteriore spesa di 750 mila euro, in pratica un aumento del 30% rispetto al costo iniziale.
Una differenza non da poco per un intervento che alla fine, sempre che non ci siano ulteriori sorprese, costerà oltre 3 milioni di euro. Va detto, tra l’altro, che neppure nella delibera citata (la 190 dell’11 ottobre) si parla di terzo stralcio dell’intervento ma di “necessità di completare la tribuna est ai fini dell’agibilità della struttura… attraverso la partecipazione al progetto bandito dall’Istituto per il Credito Sportivo denominato 1000 cantieri per lo sport”.
Soprattutto, però, nel comunicato stampa il sindaco non svela assolutamente dove vengono presi i fondi necessari, cosa si sacrifica per l’inatteso ulteriore aumento di spesa. A svelarcelo è ancora la delibera 190 nella quale si spiega che ad essere sacrificato è l’intervento per la realizzazione di 27 alloggi di edilizia popolare a Monticelli. Intervento complessivamente dal costo di 1.386.000 euro, finanziato in parte da un contributo dell’Erap (558 mila euro) e per i restanti 828 mila euro con un mutuo a carico del Comune. Mutuo che ovviamente ora il Comune non sosterrà proprio perché è spuntato fuori questo nuovo mutuo da 750 mila euro per la tribuna est.
Nella delibera si dice anche che l’intervento per i 27 alloggi viene spostato all’anno prossimo ma bisognerà vedere se poi nel 2017 l’amministrazione comunale avrà ancora la possibilità di contrarre un simile mutuo. Al di là dell’evidente confusione che continua a regnare sovrana nell’interminabile vicenda della tribuna est del Del Duca, è chiaro che siamo di fronte ad un problema di priorità. Per sindaco e assessori la priorità non sono le tante famiglie in attesa di un’abitazione ma la nuova modernissima (almeno nelle previsioni) tribuna che si inserirà in uno stadio vecchissimo e in condizioni a dir poco discutibili.
“Non ho nulla contro l’Ascoli – afferma il capogruppo del Pd Francesco Ameli – ma qualcosa da ridire sulle scelte del Comune si. Che vengano sacrificati i 27 alloggi per finanziare il completamento della tribuna la ritengo un’ingiustizia. Il tutto mentre ci sono centinaia di persone che aspettano un alloggio”. Passando al teatro Filarmonici, nella delibera 191 si spiega che “in data odierna (11 ottobre) una nota del dirigente del Settore tecnico Assetto del territorio evidenzia che durante lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione del teatro Filarmonici si sono verificati degli imprevisti concernenti elementi costruttivi già interessati da precedenti stralci progettuali per cui non è possibile completare funzionalmente il suddetto teatro, pertanto si rende necessaria una perizia di variante e suppletiva per l’importo di 385 mila euro”.
Anche in questo caso, quindi, all’improvviso, proprio quando si avvicina la data in cui era in teoria prevista la fine dei lavori, ecco spuntare delle complicazioni che portano ad un aumento dei costi (inizialmente stimati in 2.250.000 euro) e, conseguentemente, ad un ennesimo slittamento dei tempi. E se per la tribuna est abbiamo parlato di telenovela, il termine più appropriato per il teatro Filarmonici è “tormentone”. E’, infatti, dal 2001 che, ad intervalli, si avviano lavori per la riapertura del teatro.
Un quadro abbastanza esauriente di questo “tormentone” ce lo fornisce la delibera n. 108 del 16 maggio 2014 con la quale viene approvato il progetto definitivo per il completamento e l’adeguamento funzionale del teatro ( intervento che inizialmente era stato inserito addirittura nel piano delle opere pubbliche in programma nel 2013)
“I lavori di restauro già intrapresi in tre stralci funzionali – si legge nella delibera – sono stati avviati nel 2001 con gli interventi di consolidamento delle strutture di copertura, negli anni 2005-2006 con ulteriori interventi strutturali ed impiantistici; successivamente negli anni 2009-2010 sono stati condotti i lavori di restauro del plafone in camorcanna attraverso approfonditi studi in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria di Ancona e sono stati effettuati i restauri pittorici delle superfici esterne dei palchi. Sono stati, altresì, realizzati l’impianto termico e di condizionamento e l’impianto elettrico generale così come la gran parte delle finiture”.
Cercando di sintetizzare, questo significa che dal 2001 al 2010 sono stati effettuati una serie di interventi, sono stati spesi milioni e milioni di euro, il tutto per una più volte annunciata riapertura del teatro che, però, non c’è stata (nel luglio 2013 un Filarmonici da completare fu comunque riaperto per una settimana, tra mille polemiche, per ospitare qualche manifestazione de “L’Altra Italia”). Nel documento istruttorio allegato alla delibera 129 del 20 luglio 2005 (“Completamento del complesso edilizio del teatro Filarmonici”) si evidenziava come “il primo stralcio relativo ai lavori di restauro e risanamento conservativo è stato attuato al fine di realizzare tutti gli interventi strutturali necessari per poter garantire la piena funzionalità del teatro”.
Quell’intervento di completamento, complessivamente dell’importo di 2 milioni di euro (di cui 1 milione dalla Regione e 500 mila dal ministero) doveva essere l’ultimo atto prima di una riapertura che, però, non c’è mai stata. Come detto il nuovo progetto finalizzato alla riapertura del teatro veniva approvato definitivamente con la delibera n. 108 del maggio 2014 e successivamente dalla determina 1348 del 3 luglio 2014. Il 9 luglio successivo veniva emanato il bando di gara che veniva poi aggiudicato ad una Rti composta da 5 imprese. A bloccare tutto arrivava un ricorso al Tar, respinto solo a fine 2015.
A gennaio 2016 potevano finalmente partire i lavori, con il contratto stipulato l’11 gennaio 2016 (il 28 gennaio la sospirata consegna dei lavori stessa). Secondo le previsioni dell’amministrazione comunale i lavori dovevano completarsi entro 10 mesi, quindi per novembre-dicembre 2016 il teatro Filarmonici doveva finalmente essere pronto per la riapertura. Ora la “doccia fredda”, con la delibera 191 che parla di “imprevisti concernenti elementi costruttivi già interessati da precedenti stralci” che richiedono una nuova perizia e un ulteriore stanziamento di 385 mila euro per quei lavori inizialmente non previsti. Ma come è possibile che non ci si è resi conto di nulla nelle varie fasi di progettazione del nuovo intervento?
Dubbi legittimi, alimentati dal fatto che i lavori sono andati avanti per quasi 9 mesi senza che nessuno si rendesse conto di questi imprevisti. Infatti sia la prima che la seconda perizia di variante e suppletiva (approvate con determina 864 del 20 giugno 2016) hanno confermato l’importo iniziale del progetto di 2.250.000 euro, così come sia nell’approvazione del primo stato di avanzamento dei lavori, per un importo di 883 mila euro, che nel secondo stato di avanzamento, per un importo di 1.669.000 euro non si fa alcuna menzione di quegli imprevisti né tantomeno della necessità di stanziare ulteriori 385 mila euro. E, va sottolineato, il secondo stato di avanzamento dei lavori è stato approvato il 12 settembre scorso (determina n. 1265).
Fino a quella data di imprevisti, almeno negli atti ufficiali del Comune, non se ne parla e il costo complessivo dell’intervento non cambia. Meno di un mese dopo ecco arrivare l’ennesima sorpresa, con l’aumento del costo complessivo dell’intervento, lo slittamento della conclusione dei lavori e il sacrificio di un altro intervento (in questo caso quello per il completamento del poligono di tiro) per recuperare i fondi necessari.
In pratica il solito film che si ripete troppo spesso, quasi ad ogni opera pubblica importante che l’amministrazione comunale deve realizzare. Davvero difficile, in un simile contesto, pensare esclusivamente alla casualità…