Approvato con ritardo rispetto alla scadenza del 1 giugno, l’emendamento che proroga l’avvio della restituzione della busta paga pesante contiene una clamorosa beffa: ad ottobre bisognerà pagare una maxi rata che corrisponde al corrispettivo di 5 mensilità!
Da pasticcio senza precedenti a clamorosa beffa per i terremotati. Che in questi 3 anni hanno subito e pagato a caro prezzo, sulla propria pelle, l’inadeguatezza e l’incapacità dei governi e dei commissari che si sono succeduti. Mai, però, avrebbero immaginato di finire addirittura con l’essere impudentemente presi in giro dall’attuale governo e dal sottosegretario alla ricostruzione Vito Crimi (non citiamo neppure il commissario straordinario Farabollini perché di fatto è un commissario virtuale…).
Invece con la surreale vicenda della “busta paga pesante” hanno dovuto subire anche questa ennesima onta. Che, al di là di ogni altra considerazione, rischia soprattutto di provocare non pochi problemi. Ce ne siamo occupati più volte dell’imbarazzante storia della restituzione della cosiddetta “busta paga pesante” e, ingenuamente, eravamo convinti di non doverlo fare ulteriormente.
Come avevamo ampiamente sottolineato (vedi articolo “Restituzione busta paga pesante, dilettanti allo sbaraglio”), originariamente la restituzione della “busta paga pesante” sarebbe dovuta iniziare dal 1 giugno scorso. Comitati e associazioni del “cratere” avevano chiesto una proroga, ottenendo dal sottosegretario Crimi e dal commissario Farabollini ampie rassicurazioni. Doveva essere una formalità, invece quei “geni” dell’attuale governo l’hanno inserita nello “Sbocca cantieri” che, con le solite baruffe all’interno della maggioranza, quando è arrivata la scadenza del 1 giugno non era ancora stato approvato, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato.
Come, ad esempio, il fatto che, nonostante le ulteriori rassicurazioni in proposito di Crimi, c’è chi è stato costretto ad iniziare la restituzione, addirittura con tanto di obbligo di firmare l’assenso all’avvio della restituzione stessa. Abbiamo raccontato (vedi articolo “Busta paga pesante, pasticcio senza fine”) la vicenda di Anna Rita, dipendente dell’Usl Umbria 2, e di altri suoi colleghi e colleghe.
Ingenuamente ci eravamo illusi che quella storia fosse il punto più basso e imbarazzante che si potesse toccare, così come che, con l’approvazione dello “Sblocca cantieri” avvenuta nei giorni scorsi, il problema della proroga ad ottobre fosse stato risolto. Ed in effetti in un certo senso lo è, solo che il modo per chiudere la vicenda è l’ennesima terribile beffa, una vergognosa “presa in giro”, per i terremotati.
Perché ad un’attenta lettura dell’emendamento approvato dalle Camere ed inserito nel decreto “Sbocca cantieri” come in realtà quella prevista dal governo non è certo una proroga ma, al massimo, una sospensione. Perché in effetti la restituzione della busta pesante inizierà da ottobre ma, con un vero e proprio “colpo di genio”, ad ottobre stesso non basterà versare una rata ma dovranno essere versate le prime 5 rate in un’unica soluzione.
Un’imbarazzante beffa, perché ad ottobre, in un’unica soluzione, dovranno essere pagate le rate di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre. Altro che proroga, è un’autentica fregatura. Verrebbe quasi da pensare che si voglia infierire sui terremotati, in realtà siamo certi che si tratta solamente di incompetenza ai massimi livelli. A fare la clamorosa scoperta il segretario regionale della Cisl Marche, Marco Ferracuti.
“La tanto attesa proroga della busta paga pesante si è trasformata in un inganno – afferma – una maxi rata che corrisponde al corrispettivo di 5. Considerando i redditi minimi, la maxi rata si assesta sui 350 euro, cifra che comunque ha un impatto pesante su stipendi ad esempio di 1000 euro. Ma non è questo l’aspetto peggiore del provvedimento, quanto le tempistiche: si arriva sempre last minute per aggiustare il tiro, in questo caso con quasi 20 giorni di ritardo”. Poi, aggiungiamo noi, nella fretta vengono fuori dei pasticci imbarazzanti come questo.
“Non bastava aver generato caos e incertezza dando per certa una proroga che sarebbe diventata norma solo dopo la scadenza fissata per il pagamento della prima rata – aggiunge la responsabile Cisl di Macerata Silvia Spinaci – non bastava aver aggiunto ulteriore confusione dichiarando che tutto si sarebbe risolto con non meglio precisate e conversazione tra il Sottosegretario Crimi e il Presidente INPS. Adesso si aggiunge anche la scoperta che ai terremotati è stata “spacciata” per proroga qualcosa che in realtà non ha proprio nulla a che fare con la proroga e che li porterà a ottobre a veder trattenute sulla propria busta paga o pensione cifre rilevanti o a dover sostenere il pagamento di F24 di cinque volte superiori rispetto al versamento di una rata. Continuiamo a dirlo: le persone meritano più rispetto e non si fa propaganda spicciola sulla pelle di chi già vive una quotidianità difficile e su cose come queste avrebbe solo bisogno di trovare certezze e tutela e non confusione e false promesse“.
Nei giorni in cui in commissione al Senato era stato approvato l’emendamento, il sottosegretario Crimi, assicurando che non ci sarebbero stati problemi nonostante il ritardo della proroga, annunciava con enfasi: “un impegno che avevamo preso e che abbiamo mantenuto, adesso lavoreremo perché sia anche ridotto l’importo da restituire”. E’ avvenuto esattamente il contrario, problemi ce ne sono stati (come dimostra la storia di Anna Rita) e l’importo da restituire (almeno ad ottobre) si è addirittura quintuplicato.
Non dovrebbe neppure essere necessario chiederlo, il sottosegretario dovrebbe fare un gesto di dignità e dimettersi immediatamente. Superfluo aggiungere che, prima di ottobre, ci aspettiamo che il governo corregga questa vergogna.