Restituzione “busta paga pesante”, dilettanti allo sbaraglio!


La proroga dal 1 giugno al 31 ottobre della restituzione della “busta paga pesante” è stata inserita nel decreto “Sblocca cantieri” che, però, deve ancora essere approvato al Senato e poi alla Camera. Intanto l’Inps ha già inviato le lettere per la restituzione…

Sabato 1 giugno è il giorno in cui è in programma l’ennesima manifestazione di protesta dei terremotati del centro Italia, con in programma dalle 8 mattina 4 sit-in di protesta (a Grisciano di Accumoli, Norcia, Maddalena di Muccia e Preci), per poi raccordarsi alle 14:30 presso l’area di servizio Roma Nord e proseguire fino al raccordo anulare.

Ma sabato 1 giugno è anche il giorno in cui dovrebbe iniziare la restituzione della “busta paga pesante” (in pratica la restituzione delle ritenute irpef sospese per i residenti nel cratere sismico). Tra le varie richieste avanzate in questi mesi dalle associazioni e dai comitati del territorio al governo c’era proprio quella di prorogare ulteriormente quella scadenza.

Dopo le rassicurazioni del sottosegretario con delega al terremoto, Vito Crimi e del commissario straordinario (a proposito, ma siamo sicuri che esiste ancora?) Farabollini, sembrava praticamente una formalità. Appunto, sembrava. Perché nel paese dove anche la cosa più semplice diventa incredibilmente complicata e nel quale l’incompetenza regna sovrana non poteva che venir fuori l’ennesimo imbarazzante “pasticcio”.

In sintesi, la proroga alla fine ci sarà, però arriverà fuori tempo massimo. Intanto sono già partite le procedure per avviare la restituzione e, tanto per cambiare, il caos regna sovrano. Per provare a capire cosa sta accadendo, l’emendamento che proroga la restituzione della “busta paga pesante” al 31 ottobre 2019 è stato approvato in Parlamento. Per la precisione è stato approvato nelle commissioni del Senato ed è stato inserito nel decreto “Sblocca cantieri”. Che, però, deve ancora essere approvato ed in è discussione in questi giorni proprio al Senato ma, poi, dovrà passare al vaglio anche della Camera.

Quindi, nella migliore delle ipotesi e sperando che nel corso di questo iter non ci sia qualche brutto scherzo, prima di metà giugno non se ne parla. Intanto, però, come è normale che sia l’Inps ha già inviato le lettere per avviare la restituzione, visto che in assenza di una nuova norma la scadenza resta quella del 1 giugno.

In poche parole, la solita “confusione pazzesca”, figlia innanzitutto del imbarazzante incompetenza di troppi, ma anche del fatto, ormai sin troppo evidente, che l’attenzione nei confronti delle comprensibili richieste dei terremotati non è certo in cima ai pensieri dei nostri politici e, in particolare, di chi è al governo (altrimenti non avrebbero certo aspettato gli ultimi giorni per approvare la proroga…). Con la solita “faccia di bronzo” tipica dei nostri politici, il sottosegretario prova a tranquillizzare tutti.

In questi giorni l’Inps sta inviando diverse lettere relative alla restituzione, coerentemente con la proroga al primo giugno approvata mesi fa. La nuova proroga (quella al 31 ottobre) entrerà in vigore solo in seguito alla votazione dello Sblocca Cantieri in Senato, che avverrà a brevissimo. Ho dunque personalmente informato della questione il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, affinché valuti di dare le opportune disposizioni ai propri uffici di non procedere con il recupero delle somme in attesa della definitiva approvazione del decreto” ha spiegato Crimi.

Che, poi, prova a vestire i panni dell’abile affabulatore aggiungendo che “lavoreremo affinchè sia ridotto l’importo da restituire”. Meglio non commentare anche se la situazione è molto più complessa di quanto vuol far credere il sottosegretario.

E’ un problema non da poco visto che la norma attualmente in vigore, che tutto dovremmo essere chiamati a rispettare, prevede l’avvio della restituzione a decorrere dal 1 giugno” sottolinea il segretario regionale della Cisl, Marco Ferracuti, che esprime un concetto che dovrebbe essere scontato: serve una norma, non una dichiarazione di questo o quel politico, per cambiare quanto stabilito da una precedente norma.

Apprendiamo dai media e dai social che dovrebbe in tutto ciò farci stare tranquilli una non meglio precisata richiesta dello stesso Sottosegretario Crimi al Direttore dell’Inps volta a bloccare la riscossione delle rate di restituzione – aggiunge Ferracuti – peccato che l’Inps può intervenire solo sui pensionati che devono restituire l’Irpef sospesa e sui suoi dipendenti, mentre non può nulla per tutti i lavoratori dipendenti lasciati oggi nella totale incertezza. Apprezziamo la buona volontà di introdurre un’ulteriore proroga, ma questo intervento tardivo sta creando incertezze e tanto disorientamento

Ci sarà sicuramente una disparità di trattamento, tra pensionati che potrebbero essere esonerati dalla prima trattenuta, ammesso e non concesso che l’Inps accolga la richiesta del Sottosegretario Crimi, e lavoratori dipendenti che dovrebbero effettuare il pagamento diretto tramite F24 e che non possono in autonomia decidere di non adempiere a una norma di legge. Senza considerare l’incognita per  i lavoratori che hanno richiesto al proprio datore di lavoro di restituire tramite sostituto d’imposta  con la trattenuta in busta paga. Tante situazioni, tanta confusione e tante, troppe incertezze.

Se i parlamentari di maggioranza e il Governo si fossero confrontati con chi quotidianamente raccoglie le istanze e le preoccupazioni di chi vive in quei territori e conosce tutta la complessa normativa relativa al sisma, sicuramente si sarebbe potuto gestire in modo più efficace un intervento di proroga. Chiediamo che il Governo si faccia carico della situazione prodotta.

Ci sarebbe sempre lo spazio di intervenire per tempo, anche se in extremis, per modificare la norma che prevede l’avvio della restituzione al 1 giugno: ricordiamo che giusto un anno fa l’allora governo uscente ha adottato, a seguito dell’ascolto delle istanze sindacali (in particolare proprio della Cisl Marche che presentò una petizione con la raccolta di oltre 4.000 firme in 5 giorni), un decreto legge che prorogava l’avvio della restituzione dell’Irpef e dei contributi sospesi”.

Anche per questo -conclude Ferracuti- chiediamo che il Governo intervenga direttamente per garantire ai lavoratori e ai pensionati l’immediata restituzione della prima rata che si troveranno costretti a pagare in questa situazione grottesca e paradossale provocata da un intervento atteso ma purtroppo tardivo. La Cisl Marche resta ovviamente a disposizione dell’esecutivo e delle forze parlamentari per contribuire a dare una migliore definizione dei tanti aspetti problematici relativi alla restituzione della busta paga pesante emersi in questi mesi e che, purtroppo, continuano a non trovare vera ed adeguata soluzione”.

Non ci sono parole, se non fosse una vicenda terribilmente seria ci sarebbe da ridere. Dilettanti allo sbaraglio, non è certo una novità. Ma di fronte a simili dimostrazioni di superficialità e incompetenza, nonostante tutto, c’è da rimanere stupiti…

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